Pietro Simonetti del CSERES ricorda la figura di Giuseppe Di Vittorio. Di seguito la nota integrale.
L’undici agosto del 1982 nasceva a Cerignola Giuseppe Di Vittorio un grande sindacalista: un passato da recuperare per rimettere il lavoro, la democrazia, i diritti al centro della iniziativa del Sindacato.
In questo momento di grave crisi economica, sociale e politica del Paese è importante ricordare la figura di Giuseppe Di Vittorio nato a Cerignola l’undici agosto del 1892 una vista spesa inizialmente nella difesa dei braccianti e dei contadini poveri e successivamente nella costruzione di un grande movimento sindacale per modificare le condizioni di vita e di lavoro di milioni di persone. Di Vittorio nacque da famiglia di braccianti ,inizio a lavorare da ragazzo a seguito della morte del padre. Con la forza propria degli autodidatti prima impara a leggere e scrivere, organizza le lotte nel comparto agricolo per il salario , contro il caporalato e gli agrari. A soli 19 anni divenne segretario della Camera del Lavoro di Minervino Murge. Antifascista militante partecipò alla Resistenza in Spagna .Fu condannato dal Tribunale speciale a 12 anni di carcere. Arrestato dai nazisti a Parigi nel 1941 venne liberato due anni dopo .Con Bruno Buozzi ,conosciuto in prigione, e Achille Grandi prepararono la rinascita della CGIL in Italia attraverso il Patto di Roma firmato il 9 giugno 1944.
Giuseppe Di Vittorio, dopo la rottura del patto, con tutto il gruppo dirigente della CGIL si impegno nella fase della ricostruzione e nel 1949 fu elaborato il “Piano del Lavoro” che costituisce un dei momenti fondamentali della storia sindacale e democratica per avere reso protagonisti i lavoratori della rinascita del Paese e del successivo sviluppo economico e occupazionale.
In sintesi, il Piano prevedeva un programma di opere pubbliche ,di edilizia popolaredi bonifica e di trasformazioni fondiarie, potenziamento della produzione energetica, sviluppo della produzione manifatturiera: in concreto la creazione di posti di lavoro e l’allargamento del mercato interno.
Queste proposte, sostenute da conferenze di produzione e da un vasto movimento di lotta ,dette risultati importanti.
Questa pratica e le scelte sindacali e politiche di Giuseppe Di Vittorio vanno ricordate anche per contrastare con incisività le derive antidemocratiche,autoritarie, lesive dei diritti dei cittadini e dei lavoratori in un rinnovato e urgente sforzo di unità sindacale con un programma che, nella mutata situazione, potrebbe ispirarsi al “Patto di Roma” ed al “Piano del Lavoro”.
La drammaticità della situazione anche in Basilicata non ammette più indugi, riflessioni a venire,attese di confronti senza confronto, tavoli senza esiti. Bisogna, come scriveva Bruno Manghi evitare il declino mentre gruppi e forze dell’industria della barbarie procedono risoluti con la cultura della paura, della emarginazione delle fasce deboli e dell’indebolimento del mondo del lavoro