Riceviamo e pubblichiamo una nota inviata dal presidente della Provincia di Matera Francesco De Giacomo in cui si forniscono chiarimenti rispetto ad una nota apparsa su alcuni organi di stampa a firma di organizzazioni sindacali.
E’ a dir poco strumentale, oltre a fornire informazioni del tutto non veritiere, ciò che si desume dal comunicato apparso sugli organi di stampa a firma di talune organizzazioni sindacali nei confronti dell’Amministrazione Provinciale di Matera.
Fermo restando l’irrinunciabile diritto a poter esprimere la propria opinione, anche con valutazioni critiche in merito alla nuova struttura organizzativa che in queste ore sta prendendo corpo in un quadro di una complessa riforma, è doveroso stigmatizzare il pensiero espresso dal sindacato in quanto in totale contraddizione alla realtà dei fatti e alla veridicità dei dati segnalati.
Il primo dato che sconcerta è quello relativo al numero dei dipendenti; a tal riguardo, si fa rilevare che il citato comunicato fa riferimento erroneamente ad una dotazione organica attuale di 120 dipendenti, mentre l’Ente, al contrario, annovera ad oggi circa 250 dipendenti a fronte del dato iniziale, ante riforma, pari a 310 unità, tenuto conto che il personale trasferito nei ruoli regionali (42 unità), con successiva intesa sottoscritta dagli enti interessati (Province e Regione), è stato distaccato presso la Provincia di Matera.
E’ oltremodo necessario ricordare, che la Provincia di Matera oggi svolge le funzioni cosiddette fondamentali quali la viabilità, edilizia scolastica, l’ambiente e la pianificazione dei trasporti ma a partire dal 1 aprile 2016 risulta destinataria di ulteriori funzioni delegate dalla Regione in materia di Cultura, Biblioteca, trasporti pubblici locali, forestazione e, transitoriamente, funzioni in materia di formazione e lavoro.
Se ce ne fosse ancora bisogno, è utile segnalare al sindacato che le Province nella loro trasformazione in Enti di Area Vasta sono investite delle ulteriori competenze in materia di Stazioni Uniche Appaltanti, in coerenza alla ratio della riforma in corso, che vede tale Ente quale interfaccia principale con i Comuni del territorio.
Sconcerta ancor di più la considerazione espressa dal sindacato in ordine al ruolo residuale delle province, assolutamente non in linea rispetto agli indirizzi e orientamenti anche normativi sulla mission che la riforma assegna ai nuovi Enti di Area Vasta, considerazioni che peraltro inevitabilmente si riverberano sulla condizione lavorativa di tutto il personale.
Sconcerta anche il dato evidenziato sul costo del personale in quanto la Provincia di Matera è riuscita a rispettare ampiamente l’obbligo normativo di contenere all’interno del 50% la consistenza finanziaria del personale.
Quanto alle posizioni organizzative appare superfluo ricordare che il numero delle stesse è funzionale unicamente ad una migliore ed efficiente azione amministrativa, non comportando alcun aggravio di costi aggiuntivi per l’Ente.
Quanto, invece, alla Dirigenza è il caso di rilevare che una unità, già collocata in pensione, è stata” recuperata” all’interno del rapporto funzionale con la Provincia, con un contratto a titolo gratuito, con evidenti vantaggi anche economici da parte dell’Ente.
Al di là di ogni singola affermazione, su cui ci si può fermare legittimamente opinando, la complessiva razionalizzazione dei costi, conseguente ad un diverso assetto organizzativo, è stata operata nell’ambito di prudenti e ponderate valutazioni nel rispetto dei vincoli normativi e finanziari, sempre a tutela del pubblico interesse.
Dentro questa logica l’Amministrazione Provinciale, ancor prima di adempiere all’obbligo di informativa ha, in ogni caso, convocato preventivamente le organizzazioni sindacali.
Se può valere una considerazione conclusiva si può argomentare che il tempo delle polemiche, soprattutto quando improduttive, deve ritenersi finito; al suo posto è necessario lavorare per costruire una stagione in cui ognuno per la sua parte, recuperi senso di responsabilità e adattamento al cambiamento rispetto ad un contesto istituzionale in continuo divenire, laddove non solo la politica ma anche il sindacato sappia rinnovarsi nelle idee e nei comportamenti, senza arretrare vistosamente sul terreno della salvaguardia di interessi di parte, tutelando i lavoratori tutti in veste di una più riconoscibile e moderna soggettualità!