Valeria Rosaria Singetta, referente per la provincia di Matera associazione culturale Forza Civica: “Il reddito di esistenza universale può favorire lo sviluppo della solidarietà per un nuovo modo di convivenza e di relazione”. Di seguito la nota integrale.
“I modelli di sicurezza sociale sviluppatesi in Europa mostrano i propri limiti, essendo per lo più tarati sul lavoratore. Sempre più animata è diventata negli ultimi anni, la discussione a livello internazionale sul reddito di base, o reddito di esistenza universale. Con questa espressione si identifica un reddito indirizzato individualmente a tutti i cittadini, incondizionato, cumulabile con ogni altro reddito. Attorno a questo c’è stata la convergenza di prospettive teoriche anche molto distanti tra loro: in primis liberale, repubblicana neo-costituzionale-post marxista. Il reddito di esistenza universale viene presentato come il riconoscimento della possibilità della persona di esistere dignitosamente, indipendentemente dal posto che ciascuno occupa all’interno del mercato. Il reddito oltre che rafforzare il potere contrattuale di lavoratori, disoccupati, lavoratori autonomi e nuove figure produttive, va oltre, esso ha la funzione di rompere la determinazione unilaterale a opera del mercato delle forme di vita, costituendo la condizione imprescindibile per una riappropriazione della realtà. In questa direzione ,il potenziale del reddito che si estende anche alle forme di lavoro inscrivibili all’interno della subordinazione tradizionale tutt’altro che scomparse, così come la produzione di tipo industriale organizzata entro le logiche fordiste, superando anche il perimetro delle economie occidentali il reddito in quest’ottica ha una funzione che potremo dire “politica” che miri ad una messa in discussione dei rapporti di sfruttamento e di dipendenza che caratterizzano l’attuale fase di accumulazione post-fordista. Tale funzione oggi potrebbe essere particolarmente urgente, davanti alle contraddizioni che caratterizzano l’economia di piattaforma, nonché rispetto al campo di tensione entro il quale si sta sviluppando la cosiddetta “innovazione sociale” che si ritrova tra contraddizione fra inclusione e sfruttamento, il reddito di esistenza può favorire lo sviluppo della solidarietà, per un nuovo modo di convivenza e di relazione, in cui venga riscritta dal basso la possibilità di vivere dignitosamente, autodeterminarsi e cooperare.”