Valeria Singetta, Coordinatrice giovani UDC provincia di Potenza): “Gli effetti della pandemia sull’occupazione femminile”. Di seguito la nota integrale.
L’Italia sta lasciando indietro le donne, in quanto la pandemia sta gravando sull’occupazione femminile.
Il G20 e il W20 sono l’occasione per ripartire al centro dell’attenzione le pari opportunità sul lavoro.
Questa pandemia sta rimettendo l’orologio delle donne indietro di qualche anno, se non quando di decenni.
E lo è sotto molti punti di vista, a partire dai posti di lavoro persi e dal divario salariale crescente, fino ad arrivare all’aumento dei lavori di cura non retribuiti e ad un welfare sempre più assente.
Un disastro annunciato in realtà visto che già lo scorso giugno, l’Ispettorato del lavoro , segnalava che 37,611 lavoratrici neo-genitrici si erano dimesse nel corso del 2019.
E non stupisce dal momento che solo il 21% delle richieste di part-time o flessibilità lavorativa, presentate dai lavoratori con figli piccoli, è stato accolto, una donna su due aveva rinunziato al almeno un progetto a causa del Covid e il 31% annullava o posticipava la ricerca di lavoro.
L’Italia sta lasciando indietro le donne ? .
“Lasciare “ indietro le donne è un freno alla crescita, significa abbandonare l’intero paese.
Già la Banca d’Italia ha mostrato che l’incremento dell’occupazione femminile è un incremento di rendita, ed è un elemento importante di protezione dalla povertà.
L’occupazione femminile si è ridotta di 2,2 milioni in tutta l’Età, pertanto la Regione Basilicata deve attuare concretamente una politica che contrasti le barriere sociali ma soprattutto culturali che hanno a che fare con l’avanzamento di carriera e la progressione delle lavoratrici verso posizioni di potere, legato alle materie di studio e alle competenze, soprattutto digitali e tecnologiche.
Sono ancora in netta minoranza le ragazze che scelgono facoltà tecnico-scientifiche , occorre pertanto lavorare sull’orientamento alla scienza, anche mediante un cambio della narrativa per il futuro delle giovani generazioni. Per le meno giovani, c’è invece un tema di aggiornamento e integrazione delle competenze, e questo va attuato nelle aziende, anche attraverso iniziative che potrebbero programmare la politica regionale.
Pertanto la Regione Basilicata deve favorire e concentrarsi su una maggiore inclusione a tutti i livelli, d’altra parte, bisogna interrogarsi su quali siano gli agenti di cambiamento più efficaci all’interno delle aziende.
Le risorse umane sono una funzione per favorire il cambiamento attraverso obiettivi legati all’inclusione di genere, misurabili e verificabili, li avranno e devono possederlo tutti i leader di tutte le funzioni, cosa che nelle grandi aziende già avviene.
Dunque è fondamentale usare degli strumenti di misurazione: cio’ che non è misurabile non migliora, e il miglioramento si raggiunge con obiettivi chiari e progressivi con politiche focalizzate sull’area learning e competenze digitali.
Mag 27