“Lo stato, negativo e fortemente preoccupante, degli impegni e della spesa dei fondi europei da parte della Regione Basilicata riporta il dibattito politico, finito nelle secche delle polemiche personalistiche e populiste, ai problemi reali da affrontare a conclusione di questa legislatura regionale e soprattutto nella nuova perché quello della spesa delle risorse comunitarie è senz’altro un tema fondamentale per chiunque voglia semplicemente immaginare il riscatto sociale, economico e civile delle nostre comunità”. E’ il commento di Angelo Rosella, segretario regionale IdV.
“Nessun alibi del tipo “mal comune (tutte le regioni del Sud) mezzo gaudio” può reggere rispetto a cifre che evidenziano ritardi e inadempienze prima di tutto procedurali, a riprova – aggiunge – che la macchina amministrativa degli uffici regionali, nonostante l’assistenza tecnica fornita da convenzionati-contrattualizzati attraverso società interinali o a partecipazione pubblica, non è adeguata a for fronte alla mole di adempimenti burocratici imposti dagli organismi dell’Ue. La verità è che il cittadino, l’agricoltore, l’artigiano, il piccolo imprenditore non vuole sentire parlare, periodicamente, di monitoraggi e tentativi di accelerazione dei programmi di spesa per poi verificare che i passi avanti compiuti sono comunque insoddisfacenti. Ed è a dir poco singolare che il nuovo allarme sul rischio di restituire percentuali consistenti di fondi europei venga nelle ultime ore da organizzazioni sindacali che per effetto della pratica diffusa di concertazione dovrebbero avere tutti gli strumenti di controllo e verifica. Anzi – dice Rosella – è sin troppo facile adesso, a pochi mesi dalla scadenza della legislatura regionale, “scoprire l’acqua calda” e lasciarsi andare a feroci comunicati stampa contro la Giunta Regionale senza dare conto di quanto è stato fatto e con quali azioni per impedire che si arrivasse a questo.
Almeno la politica, senza limitarsi alla solita denuncia e alla solita gara tra chi per primo ha denunciato l’impiego scarso e inefficace delle risorse comunitarie, mostri anche in questa occasione responsabilità propositiva, a partire dalla riorganizzazione degli uffici che si occupano di Fesr, Fse e Prs e che sono troppo slegati dagli utenti finali come ben sanno gli agricoltori che attendono anche anni prima di ottenere l’aiuto comunitario previsto in bando.
Inoltre – conclude Rosella – si ripropone l’esigenza di un cambiamento di strategia di programmazione basato su scelte prioritarie che mettano fine alla polverizzazione e privilegino nei fatti occupazione, sviluppo, benessere sociale, superamento delle carenze infrastrutturali, qualità della vita delle popolazioni delle aree svantaggiate e dei piccoli comuni.
Lug 17