“Le famiglie devono essere libere di scegliere il modello educativo che vogliono trasmettere ai propri figli. ”. Così il consigliere Aurelio Pace (Gm) alla conferenza stampa indetta insieme ai consiglieri Luigi Bradascio (Pp) e Achille Spada (Pd) per spiegare le motivazioni della loro opposizione alla promozione presso il pubblico scolastico dello spettacolo “Fa’afafine. Mi chiamo Alex e sono un dinosauro”. Alex è un bambino che il lunedì si sente maschio e il martedì femmina. Per dirla con il linguaggio degli studi americani sul ‘gender’, sarebbe un bimbo ‘fluido’, né uomo né donna, ma una via di mezzo.
A parere di Pace il tema affrontato “è particolarmente delicato e sensibile per cui meritava un coinvolgimento attento delle famiglie. Il messaggio che trasmette non lo condividiamo né nel merito e né nei valori. Sono in gioco momenti educativi importanti relativi all’affettività e alla sessualità di bambini ed adolescenti e la visione di questo spettacolo potrebbe ingenerare loro confusione mettendo a rischio un equilibrato sviluppo psicofisico. Ciò non toglie – ha concluso Pace – che lo spettacolo venga divulgato nei teatri, luoghi dove si reca chi liberamente sceglie di vederlo“.
Bradascio ha parlato di “subdola operazione, a cominciare dal titolo, che mette in discussione l’identità sessuata maschile e femminile” e di “un grave atto di arroganza della scuola che dovrebbe dialogare con le famiglie”. “Educhiamo i nostri figli al rispetto della diversità, all’accoglienza e all’amore ma non dimentichiamo che la disforia di genere è una malattia ed è considerata tale da almeno 60 anni”. “Il mondo scientifico – ha proseguito – presenta oggi incertezze di opinioni, pertanto, occorre essere prudenti. Non è così che si combatte il bullismo”.
“Difendiamo il diritto alla liberta di scelta educativa delle famiglie, un diritto non negoziabile”. Lo ha detto Achille Spada secondo il quale “omofobia e discriminazione sessuale non si può sconfiggere con uno spettacolo che trasmette confusione (tre giorni Alex si sente maschio e tre giorni si sente femmina). L’omofobia si sconfigge con la cultura dell’accoglienza e con la convivialità delle differenze”.
Presenti alla conferenza stampa Andrea Santantonio e Carlotta Vitale della Rete Teatro 41che hanno parlato di “percorsi di offerta formativa condivisi con le famiglie” e di “istituzioni lontane dalle scuole”. “Le organizzazioni teatrali – hanno precisato – stanno accompagnando le scuole nella visione degli spettacoli e di educazione alla visione”.
Feb 21