Carlo Ruben Stigliano, Consigliere della provincia di Matera, ha inviato una lettera aperta alle istituzioni locali per denunciare le criticità legate allo spopolamento giovanile.
Il “Fattore Tonino”: c’è un numero che non mi fa dormire la notte ed è il numero 45.
Mentre in Basilicata si discute ancora di dimensionamento scolastico eseguendo una sorta di “guerra tra poveri”, c’è idealmente un ragazzo che si chiama Antonio, che in famiglia chiamano Tonino, che da quelle scuole lucane, a giugno prossimo, finirà il quinto superiore e a settembre prenderà un pullman che lo porterà via da questa Regione.
Torino partirà per studio, qualche altro Tonino partirà per lavoro, ma ciò che li accomuna è che molto, troppo spesso, se ne andranno per non fare più ritorno in Basilicata se non a Natale e forse una settimana per le ferie ferragostane.
I pullman che si riempiono ogni anno di tanti “Tonino” che di sicuro non torneranno, non sono certo pochi, sono tristemente ben 45.
Ed ecco spiegato il numero 45.
A dircelo, è uno studio della nota CGIA di Mestre (Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre) che ha calcolato che solo negli ultimi 10 anni i giovani sono 23mila in meno, passando da 135.895 a 113.064 calcolando i lucani tra i 15 anni e i 34.
Oltre al danno…la beffa, anzi…le beffe!
Intanto…quei ragazzi “fuori sede in esilio”, una volta giunti a Bologna, Milano, Roma, Ferrara, Perugia, Pisa e Firenze per pagare il caro fitto e il carovita, ogni mese riceveranno un bonifico da parte dalla famiglie della Basilicata che impoverirà sempre più questa Regione e ne arricchirà altre.
Inoltre…se il sostentamento agli studi universitari ogni famiglia lo mette in conto per i propri figli, il vero dramma è che molto spesso quel bonifico detratto da pensioni e stipendi lucani quelle famiglie saranno costrette a mandarlo in molti casi ancora in quelle città del nord anche terminati gli studi, perché con gli stipendi da neolaureati spesso non permette di campare da soli in città più “evolute” delle nostre.
La Basilicata è una terra che sa accogliere, ospitare e coccolare i visitatori facendoli innamorare per sempre, ma è anche una terra che non è capace di trattenere i propri figli perché ancora non è in grado di trovare le ragioni di far stare insieme le varie anime dei suoi territori. Un popolo fatto di gente buona ma che è stata volutamente “anestetizzata” per più di un trentennio da una classe politica che è stata capace di mettere sotto scacco il popolo lucano attraverso l’assistenzialismo e tutti quei tipi di politiche capaci di far andare i padri con il cappello in mano dal politico di turno per cercare una raccomandazione per il proprio figlio/a, senza sapere che attraverso quella raccomandazione si rende schiavo un popolo e si tarpano le ali ai lucani che, per non piegarsi a questo sistema, prenderanno uno di quei 45 pullman.
45, appunto!
Ecco, questa era la parte della triste retorica di una Regione che spesso si piange addosso, ma la Basilicata è una terra di grandi lavoratori come quelli impressi nei dipinti di Carlo Levi, una terra dove esistono menti eccelse, una terra dove si può “resistere e restare” per generare innovazione, eccellenze e bellezza.
Questa è una Regione così bella dove puoi vedere sorgere il sole nel mare della Magna Grecia, culla delle civiltà, mangiando una fragola e vederlo tramontare dal Cristo Redentore di Maratea sorseggiando un vino del vulture melfese, e il giorno dopo vedere un’alba tra i Pini loricati del Parco Nazionale del Pollino e passeggiare a sera in una delle Città più antiche del mondo, Matera, Patrimonio mondiale dell’Umanità, ammirando i luoghi dove è impresso il percorso dell’uomo nel viaggio tra i millenni della storia, partendo dal paleolitico per arrivare ai nostri giorni.
Allora, come può una Regione trovare le ragioni di far stare insieme i suoi territori e trattenere il candore dei suoi giovani mettendoli al centro del proprio futuro?
Io, da semplice consigliere della Provincia di Matera, non ho la verità in tasca, ma so che ormai è ora di mettere da parte il campanilismo dei singoli territori e di cercare di trovare le ragioni affinché questa Regione partendo dai suoi giovani, trovi la capacità di stare insieme; una Regione capace di connettere i propri territori e la propria manodopera intellettuale; una Regione capace di accorciare il gap infrastrutturale e, al disopra di tutto, capace di alimentare il livello culturale; una Regione che sia capace di ridare dignità al popolo lucano creando quelle condizioni favorevoli ai ragazzi, ai quali va data prioritariamente la possibilità di spostarsi e di essere connessi; un sistema regionale nel quale sia possibile spostarsi ed essere collegati investendo in un trasporto pubblico su gomma e su ferro degno di una Regione moderna che permetta ai nostri giovani di muoversi liberamente alla pari dei loro coetanei del nord; un sistema regionale che abbia un sistema scolastico e universitario importanti, capaci di dialogare con il mondo del Lavoro.
Una Sanità che guardi i bisogni inevasi dei territori, una tutela dell’Ambiente.
Una Regione che, se deve parlare di ZES Cultura a Matera, trovi il coraggio di dire che siamo stati tutti orgogliosi di quella fantastica esperienza di Matera Capitale europea della Cultura 2019 ma che quello è stato un momento che non abbiamo saputo mettere a sistema, a differenza di chi invece, ha saputo veicolare questa forza propulsiva trasformando Matera in fiore all’occhiello del sistema turistico pugliese aprendo una sorta di autostrada verso Matera ed infrastrutture che gli hanno permesso di duettare con Matera.
Se la classe politica attuale non troverà la chiave per creare le connessioni giuste Matera fuggirà verso Bari e la Puglia, Potenza punterà a Salerno e la Campania e la “prima città” di Basilicata, il Metapontino andrà verso Taranto e a quel punto questa Regione non avrà più ragione di esistere.
Tutta la politica lucana, di qualsiasi colore, ed espressione di qualsiasi Istituzione, comunale, provinciale o regionale, dovrebbe mettere in cima al proprio mandato politico un “Tonino”.
Questo, affinché nessuno dimentichi mai qual è la missione cardine di tutti gli amministratori.
Combattere anche a mani nude contro il lento decadimento della nostra terra e quel destino “segnato” dei nostri figli.
Io non voglio più essere assalito durante la notte dal numero 45.
Voglio vivere e dormire sereno, conscio di aver fatto tutto il possibile.
N.b. Tonino/Antonio è il nome lucano più diffuso, seguono Giuseppe, Francesco e Maria, Rosa e Carmela per le donne.