Paolo Emilio Stasi, già Presidente del Circolo La Scaletta: “Questione Matera, atto secondo”. Di seguito la nota integrale.
Praticamente un anno fa, il 25 settembre 2023, presso il Circolo La Scaletta si tenne un incontro con l’assessore ed i consiglieri regionali della Provincia di Matera che si concluse con la sottoscrizione di un documento con il quale si prendeva atto delle criticità generali della nostra Regione – ormai diventate di dominio e preoccupazione comune come: denatalità, spopolamento, disoccupazione, emigrazione giovanile, sanità ed altro ancora – si evidenziavano le espropriazioni di funzioni essenziali consumate nei confronti della città di Matera e, anche, le contorsioni nel ritardare o non realizzare opere infrastrutturali e presidi culturali di importanza strategica per l’intera regione ritenendole a favore solo dei cittadini materani. All’inizio dell’anno in corso, con un ulteriore documento, si chiedeva alla Regione e specificatamente ai sottoscrittori del documento l’impegno ad affrontare e risolvere i problemi evidenziati. Ricordo queste iniziative, tra l’altro ampiamente pubblicizzate con comunicati stampa, per sottolineare il silenzio, allora, di alcuni a cui il caldo torrido dell’agosto scorso, incredibilmente, ha poi sciolto il pensiero e la parola.
Pensieri e parole sollecitati da un’ulteriore comunicato stampa del luglio scorso, sempre del Circolo La Scaletta, con il quale si ricordavano gli stessi problemi irrisolti alla nuova, ma di fatto in continuità, compagine del Governo Regionale.
Opinioni e posizioni diversamente articolate e forse alcune anche incomprensibili nel difficile ed antico esercizio di barcamenarsi. Bene che se ne sia parlato opinabile che ognuno se ne sia presa la paternità dell’analisi e della individuazione dei problemi in un balletto di rimandi e di riconoscimenti appartenenti solo a loro. Ma tant’è!
Voglio ritornare con ulteriore fermezza su quelle indebite ed inaccettabili espropriazioni che silentemente ha subito Matera. E lo faccio dopo aver letto della presenza di Mel Gibson, ancora una volta a Matera, probabilmente per un sopralluogo che fa sperare in un’altra grande produzione cinematografica. Vorrei sommessamente ricordare che il set del film The Passion, di Mel Gibson, girato nei primi anni del 2000 fu il primo formidabile attrattore turistico. Ed il set era Matera. Parliamo di quindici anni prima del 2019 anno di capitale europea della cultura. Il set di Matera ricorre frequentemente in tante serie televisive di successo ed in tante produzioni cinematografiche nazionali ed internazionali anch’esse di successo. Ma queste produzioni sono solo quelle degli ultimi vent’anni credo sia scontato ricordare il Vangelo di Pasolini ed i tanti altri grandi registi del passato che hanno scelto Matera per film indimenticabili. Onestamente, è blasfemia rivendicare che la sede naturale ed operativa della Lucana Film Commission debba essere Matera, come d’altronde era sancito nella legge istitutiva regionale? E’ blasfemia rivendicare il ritorno dell’ufficio cultura regionale nella città di Matera? E’ ancora blasfemia rivendicare che la sede naturale ed operativa dell’APT debba essere Matera come d’altronde, anche per questo ufficio, era sancito nella legge istitutiva regionale? E’ assurdo chiedere la salvaguardia e la valorizzazione della Biblioteca Provinciale di Matera? E’ legittimo chiedersi come mai ci si sia attivati per non far istituire, con oscuri addebiti di responsabilità, la sede del Centro Sperimentale di Cinematografia e scoprire poi che si avviano dei corsi promossi dal Centro Sperimentale di Roma ma che non si tengono o terrano a Matera, che doveva essere ancora una volta e legittimamente la sede naturale? E’ altrettanto legittimo chiedersi come mai dal 2019 la Fondazione Matera Basilicata è di fatto in una situazione di fermo biologico (ed auguriamoci che sia solo biologico) con incerte risorse ed altrettanto incerte direzioni e Direzioni?
E’ di questi giorni l’annuncio che per la “Zes cultura il Governo Nazionale riconosce il ruolo di Matera”. Le motivazioni che hanno portato la Regione a sostenere e volere l’istituzione della Zes cultura e che la sede naturale debba essere Matera non sono solo condivisibili ma inoppugnabili. Di conseguenza mi chiedo e chiedo ai “tanti” attenti ma soprattutto agli enti decisori come è possibile, alla luce di quanto su evidenziato e reiterato, come si concilia il trasferimento o la non attuazione di quegli importanti e strategici presidi culturali con l’istituzione, che si auspica, della ZES cultura, la cui sede (sic!) sarà Matera? Riprendo due concetti espressi in un documento ufficiale del Circolo La Scaletta predisposto in concomitanza della presentazione del Piano Strategico Regionale. Documento discusso e consegnato in una audizione avuta con la commissione consiliare regionale.
Il primo passaggio: “In una regione come la Basilicata, con una debole struttura territoriale e bassa densità di popolazione sul territorio, i pochi centri urbani presenti (in particolare Potenza e Matera) e le diverse realtà delle aree interne della regione devono costruire una nuova alleanza per lo sviluppo sociale ed economico della regione, anche per sfruttare al meglio le opportunità ed i sostegni economico-finanziari dei prossimi anni. Pena un irreversibile declino del nostro territorio che a partire dalle aree interne più deboli non potrà che interessare anche le realtà urbane demograficamente ed economicamente più grandi”.
Ed ancora: “È indispensabile, prioritariamente e prima di qualunque altra valutazione, stabilire quali debbano essere i ruoli delle città capoluogo: Potenza e Matera. Probabilmente sciogliere questo nodo consentirà di impostare più agevolmente la programmazione regionale”.
E’ evidente che i ruoli scaturiscono dalle potenzialità, valenze e vocazioni proprie dei territori. Ogni ulteriore commento credo sia superfluo.
Un’ultima considerazione che credo possa permettermi per il mio precedente ruolo nel Circolo La Scaletta e per averne compreso e condiviso pienamente gli intenti. Il Circolo La Scaletta che ha 65 anni di storia, e questo credo dica già qualcosa, è “onnipresente” non per “ispirazione divina” tantomeno per i decaduti “nobili lombi” ma perché è animata da nobili principi e nobili ideali – giusti o sbagliati, condivisibili o meno- per i quali si è battuta e continua a battersi.