“Apprendo da una nota sindacale congiunta di tutte le sigle di categoria, dello stato di agitazione dei lavoratori della Popolare di Bari. Si attende la presentazione di un piano industriale di gruppo che per ora ha di certo solo la riduzione degli stipendi dei propri dipendenti”. E’ quanto dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale Mario Polese di Italia Viva che già in passato era intervenuto nell’assemblea regionale a sostegno dei lavoratori bancari. “Già allora mi opposi con forza agli esuberi e alle paventate chiusure degli istituti di credito sul territorio lucano, impegnando il Consiglio ad attivarsi affinché venisse rivisto il Piano industriale della Banca Popolare di Bari per scongiurare la perdita di posti di lavoro”. “Oggi – sottolinea l’esponente di Italia Viva, – conscio che la politica non può andare oltre una moral suasion, essendo questa una vicenda totalmente privatistica, non possiamo ignorare il peso a livello economico, sociale e lavorativo che la Popolare di Bari riveste sul nostro territorio, con storie di famiglie, investimenti e lavoro”. “In particolare credo che sia necessario rivedere e riprendere il progetto della banca del meridione cioè banca del territorio vicino alle economie del mezzogiorno d’Italia che è stato l’elemento fondante del salvataggio nel 2019 con soldi pubblici, una nuova organizzazione del lavoro in ambito di clima aziendale e, non di minore importanza, il recupero salariale. L’ accordo del piano di salvataggio 2020 -2024 – precisa Polese – prevedeva chiusure di filiali e abbattimento dei salari attraverso contratto di solidarietà (circa una mensilità media). Questo sforzo economico chiesto ai dipendenti pare che non abbia prodotto nulla in termini di miglioramento della qualità del lavoro ed è solo destinato ad abbassare i costi generali. A cosa serve questo sforzo soprattutto in un momento economico di grande difficoltà economiche anche a causa dell’inflazione e dell’incremento tassi sui mutui?”. Si chiede l’esponente renziano che aggiunge: “Inoltre c’è il tema dello spopolamento bancario, con i numeri impietosi pubblicati oggi dalla Banca d’Italia che vedono 172 sportelli attivi (contro i 226 del 2017 con una riduzione del 24%) e un numero di addetti nel settore pari a 962 (contro i 1.132 del 2017 pari a un decremento del 15%). La cosà più preoccupante è che il dato del settore riflette a pieno quanto pubblicato dall’Osservatorio regionale del mercato del Lavoro dal quale si evince che nel trienno 2019-2022 il numero delle nuove assunzione è passato dalle 24.030 del 2019 alle 18.936 del 2022 (calo del 22%)”. “Dati – sottolinea Polese – che lanciano un allarme serio sulla tenuta territoriale dei gruppi bancari che non investono più nella nostra regione, a discapito ancora una volta di lavoratori, di famiglie e cittadini. Un incubo anche per gli azionisti, che oggi hanno dovuto pure prendere atto delle dimissioni del Cfo con evidenti preoccupazioni di questi ultimi che hanno visto o risparmi investiti in azioni della banca quasi azzerati”. “Cosa dire poi della notizia uscita qualche giorno fa, che vede la società che si è occupata dei bilanci 2016, 2017 e 2018 della Banca Popolare di Bari avrebbe violato gli ‘Isa’, i principi internazionali che regolano l’attività di revisione. È per questo che la Consob ha applicato una sanzione da 330mila euro nei confronti della PricewaterhouseCoopers e di 65mila euro nei confronti del commercialista Corrado Aprico, il socio responsabile della procedura”, commenta ancora il vice presidente del Consiglio regionale. “Lo ripeto, è una vicenda che incide fortemente sul tessuto regionale indebolendo soprattutto l’accesso al credito delle nostre famiglie e imprese lucane. Condividere una posizione ancora una volta nella nostra assise regionale e in condivisione con i Consigli regionali di Abruzzo e Puglia potrebbe dar forza alle singole azioni e alle sigle sindacali che stanno svolgendo una battaglia di civiltà oltre che di vera sopravvivenza, facendo leva sui vertici della Banca per rivedere determinate scelte attualmente non apprezzabili dalla popolazione e dalle istituzioni. Servono chiarezza e lucidità da parte dell’azienda, che con senso di altruismo e attenzione deve dare risposte a lavoratori e comunità”, conclude Polese.
Apr 04