L’ex sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri ha inviato una nota di appprofondimento della delicata questione dell’insediamento in Matera delle scuole di alta formazione e di quelli della creatività multimediale, digitale e tecnologica. Di seguito una riflessione sullo stato dell’arte delle “officine della cultura”.
Raffaello de Ruggieri: “Un’altra tappa vincente di Matera”.
Venerdì 25 giugno 2021 alle ore 19, alla presenza della direttrice dell’Istituto Centrale del Restauro, Alessandra Marino, del corpo docente e dei relatori, dieci allievi della Scuola di Alta Formazione con sede in Matera hanno superato a pieni voti l’esame di stato conseguendo il titolo abilitante alla professione di restauratore di beni culturali. Il titolo è equiparato alla laurea magistrale a ciclo unico, perché lo si consegue dopo cinque anni di un corso di studio a numero chiuso con frequenza obbligatoria.
I nuovi professionisti del restauro sono gli allievi Filippo Capasso di Bari, Valeria Genuardi di Catania, Manuel Giandomenico di Gioia del Colle, Natalie Iacopino di Milano, Flavia Madeddu di Cagliari, Livia Marinelli di Roma, Camilla Mauri di Milano, Sokol Muca di Vercelli, Sofia Schiattone di Roma e Isabel Tornaquindici di Stigliano.
Ancora una volta Matera ha rotto gli schemi abituali e ha attrezzato un polo eccellente di alta formazione che, per esclusività e qualità, attrae ormai studenti da tutta Italia e dall’estero (attualmente sono registrate presenze francesi), invertendo la angosciosa ed esiziale fuga dal Mezzogiorno della gioventù studentesca attratta da presìdi formativi esterni.
Questo traguardo è il compimento di un lungo e caparbio percorso iniziato nel lontano 1975 e maturato l’8 marzo 1983 quando il Comune di Matera e il Ministero dei Beni Culturali, utilizzando i finanziamenti F.I.O., decisero di costruire nell’area artigianale, un laboratorio di conservazione e restauro dei beni storico-artistici.
Ancora una volta Matera anticipò le scelte nazionali che, con il protocollo d’intesa ‘Vernola – Mayer’ del 12 maggio 1983, previde di aprire in ciascuna regione italiana scuole professionali di restauro.
Si aprì un tormentato periodo di lunghe riflessioni e contraddizioni, condito di storiche inerzie, e l’incompiuto laboratorio di restauro fu destinato ad un attrezzato deposito ministeriale e a cellule conservative della locale Soprintendenza.
Ma il progetto, non spento, covava sotto la cenere.
Una mia inaspettata presenza nel Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici e l’esemplare intervento di conservazione della Cripta del Peccato Originale, operato in collaborazione con l’Istituto Centrale del Restauro, riallargarono le strettoie in cui era incappato il progetto.
Si aprì una autorevole e feconda alleanza tra spiriti motivati tra i quali si distinsero Michele D’Elia (direttore scientifico della Fondazione Zétema e già direttore dell’ICR), Giuseppe Proietti (Segretario Generale del MIBAC), Raffaele Sassano (Direttore Generale del MIBAC), Rosaria Mencarelli (funzionario MIBAC), Caterina Bon Valsassina e Gisella Capponi (direttrici dell’ICR) e due autorevoli rappresentanti della democrazia territoriale: il Presidente della Regione, Vito De Filippo e il Sindaco di Matera, Emilio Nicola Buccico.
Fu soprattutto quest’ultimo che tagliò il nodo gordiano di un ennesimo intreccio inestricabile, quando, dopo confronti e valutazioni comuni, con nota del 26 marzo 2009, mise a disposizione della Scuola di Restauro lo storico e nobile edificio comunale di Santa Lucia alla Fontana, scelta risultata determinante nella conferma di Matera a sede del prestigioso corso di alta formazione.
La calda sera del 25 giugno u.s. la folla dei “laureati”, dei loro familiari e amici giunti da tutta Italia, dei docenti, degli allievi della scuola, ha seminato petali di vittoria sulla nuova platea stradale di Via La Vista, avallando la reputazione nazionale della nostra città come luogo dove il lavoro della conoscenza diviene occasione di educazione alla creatività.
Forti di questo straordinario risultato occorre con fermezza continuare nell’attuazione organica del progetto che prevede a regime la presenza di non meno trecentocinquanta studenti italiani e stranieri frequentare con assiduità le strategiche e innovative fabbriche della conoscenza, da tempo programmate in città.
Oggi, così come fece il Sindaco Buccico, occorre superare le indecisioni e neutralizzare il mormorio di ipotizzate scelte alternative che potrebbero dirottare in altre città le sedi distaccate del Centro Sperimentale di Cinematografia e dell’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche (ISIA).
Non si può giocare ai quattro cantoni con le strutture comunali, né si può più tollerare che il Comune sia la panacea delle inerzie di altri enti. Il Comune di Matera ha già dato, in strutture (Via Sallustio) e in risorse (ben 4 milioni), ai soggetti oggi in difficoltà.
Il Centro Sperimentale di Cinematografia, comportante tre corsi triennali con frequenza obbligatoria, va avviato immediatamente nella struttura comunale di Via Lazazzera, utilizzando le somme disponibili (€ 600.000,00 per l’adeguamento funzionale dello stabile ed € 800.000,00 per l’installazione della speciale logistica negli spazi formativi), riconoscendo che la Regione, nel suo ultimo bilancio, costituendo un apposito capitolo di spesa, ha impegnato altri € 700.000,00 per la gestione annuale dei corsi nella consapevolezza che un capitolo di bilancio trova un’automatica conferma nei bilanci successivi. Una paventata inadempienza regionale, con cancellazione del capitolo, sarebbe un “peccato” politico inconfessabile e indifendibile e, per questo, impossibile!
Per tale ragione non si possono ipotizzare sedi “provvisorie” per il Centro Sperimentale per non perdere i finanziamenti esistenti, da impegnare entro l’anno, e per non incorrere in ingiustificabili duplicazioni di costi nella sistemazione funzionale degli spazi (sostitutivi e definitivi).
L’emergenza dell’Istituto Professionale Femminile “I. Morra” non si risolve, come promesso, in un anno! Sappiamo che nelle opere pubbliche il tempo è spesso una variabile indifferente! Abbiamo l’esempio bruciante dei locali comunali di Via Sallustio, consegnati bonariamente, con l’impegno della restituzione in un anno e ancora non restituiti dopo ben sei lunghi anni!
La sede temporanea del “Morra” può essere garantita con la struttura comunale, attualmente vuota, di Piazza Tre Torri, i cui lavori di adeguamento sono identici (o minori) a quelli previsti per Via Lazazzera. Altro non datur se non vogliamo perdere la sede materana del Centro Sperimentale di Cinematografia e/o il finanziamento assentito di € 1.400.000!
Anche l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche va difeso e confermato, destinando a sua sede l’individuata e accettata area dei rioni Sassi goduta in concessione dal Comune e su cui è in atto un intervento di adeguamento di € 2.200.000,00.
È isterico denunciare la mancanza di fondi per la gestione dei corsi biennali e triennali di tale strategica area formativa, di cui è privo l’intero Mezzogiorno. Non serve stracciarsi le vesti per una presunta mancanza di risorse, bisogna invece consumare le suole delle scarpe per andarle a trovare dove esistono e dove sono disponibili. Infatti, per la sede Materana dell’ISIA, con riferimento ai fondi PNRR e a quelli di Sviluppo e Coesione, è stato avviato in Parlamento, all’interno dell’ampia costellazione normativa del PNRR, un emendamento per disporre di risorse statali pari ad € 10.000.000,00, al fine di garantire la copertura, in attesa del riconoscimento autonomo della scuola da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca, del costo dei corsi dell’ISIA, i cui diplomi sono anch’essi equiparati alla laurea.
Da Roma in giù non esistono tali presìdi didattici che, nelle produzioni meccaniche e tecnologiche, immettono nel mercato del lavoro i “professionisti del futuro”. Matera è stata scelta per diventare il centro di riferimento “di tutto il Sud e ancor di più di tutta l’area del Mediterraneo”.
Vogliamo giocarci questo ruolo in attesa del superamento del noviziato amministrativo o, peggio, perché ancora una volta gli ambienti dei Sassi fanno gola al prestigio sterile di soggetti territoriali?
L’Hub Digitale di San Rocco e la Casa delle Tecnologie Emergenti contribuiranno a calamitare energie giovanili e creative di tutto il mondo facendo di Matera una città internazionale. Su questo binario corre anche il lavoro concreto per istituire in Matera una sede del rinnovato Istituto Tecnico Superiore, con un corso di studio biennale e divenuto un punto di riferimento nella politica di Mario Draghi all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con un finanziamento diretto di € 1,5 milioni.
In questo scenario la proposta Foresteria Comunale (da non confondere come “Ostello”) non è una civetteria progettuale. L’edificio di Via Montescaglioso, destinato a Convitto Nazionale, deve diventare essenziale spazio di ospitalità, a prezzi calmierati, per le donne e gli uomini che verrano a Matera ad innalzare il loro livello professionale e che inonderanno la città con la loro freschezza giovanile fatta di impegno e di creatività.
È un disegno di futuro non calligrafico, perché non impresso sulla carta ma garantito da atti ufficiali con risorse disponibili che non può rimanere sospeso e/o monco, perché l’avvenimento del 25 giugno u.s. conferma la validità strategica del progetto.
Se non lo si condivide lo si sostituisca con un altro, altrettanto valido e concreto, motivandone la scelta innovativa provvedendo, con consapevole responsabilità politica, a revocare gli esistenti atti amministrativi, politici e finanziari.