“Non ci convincono i dati emersi nel dibattito parlamentare sullo stato di attuazione dei patti per il Sud a due anni dalla loro sottoscrizione. Ci sarebbero, a detta del Governo, cantieri per 6md di euro e bandi e progettazioni esecutive per 15 miliardi. Lo scenario che osserviamo in realtà, è che questi cantieri non partono e che le programmazioni di tante opere incluse nelle programmazioni per il Mezzogiorno, non si trasformano in progetti esecutivi ed in cantieri. Abbiamo denunciato nei mesi scorsi un definanziamento delle risorse del Meridione per miliardi di euro per sostenere iniziative in altre aree del Paese, si pensi alla decontribuzione degli oneri sociali a favore delle imprese del Nord; oltre che la fragilità delle strutture amministrative e progettuali, anche delle agenzie come Anas e Ferrovie dello Stato, oltre che delle Regioni , che non sono in grado di trasformare in progetti esecutivi le azioni programmate. I dati della Svimez sui 500 mila giovani che hanno lasciato le regioni del Sud nel periodo 2002/2015 la dicono lunga sullo svantaggio e sul divario che il Mezzogiorno ha innanzi, che diventa tragico se si considera che 200 mila sono giovani laureati. Insieme al dato del 35% di giovani disoccupati, nell’età compresa tra i 15/29 anni, che si aggiunge alla presenza di un 10% di popolazione del Sud che vive in una condizione di povertà assoluta. Ci sarebbe bisogno di una rivoluzione copernicana nei tempi, negli strumenti e nelle risorse per aggredire la questione meridionale. Tutti segnali che in realtà non si sono colti negli atti del governo Renzi, prima, ed in quelli del governo Gentiloni, ora”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico, capogruppo di Direzione Italia alla Camera.
Ago 01