Riceviamo e pubblichiamo l’ntervento dell’onorevole Michele Casino sullo stato di avanzamento delle procedure per la Zes. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
“Il 13 agosto 2017 è entrata in vigore la legge n. 123/2017, con le disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno; il provvedimento in questione prevede l’istituzione di una disciplina per la regolamentazione delle zone economiche speciali (ZES), “con particolare riferimento alle aree portuali, nonché una serie di misure di semplificazione e per la velocizzazione degli investimenti, pubblici e privati, nel Mezzogiorno”. Da allora il tema è stato profondamente dibattuto in regione ed a Matera in particolar modo con confronti pubblici sulla possibilità di offrire e di utilizzare questo strumento per attrarre investimenti attraverso la disponibilità di vantaggi logistici, organizzativi e anche fiscali. A novembre circolava già una bozza di piano di sviluppo strategico, ma la Regione Basilicata aveva già affidato l’incarico con procedura negoziata a Aldo Berlinguer e Stefano Zoccali, dopo un’indagine di mercato di cui non vi è alcuna traccia nella determina regionale, pubblicata solo a febbraio 2018. Eppure Berlinguer aveva dichiarato di aver lasciato il palazzo di Via Anzio, mentre Zoccali aveva lasciato quello di Via Aldo Moro, ma in piena campagna elettorale per le consultazioni politiche il presidente Pittella evidenziò che in regione non vi erano altre professionalità in grado di redigere il Piano Strategico, in barba al decreto Monti ( D. Lgs. N. 39/2013) che prevede che gli ex amministratori dovrebbero restare fermi almeno un biennio prima di assumere altri incarichi dagli enti ai quali hanno prestato servizio come amministratori locali. Il Governo nazionale ha già delineato i contorni di fondo che devono avere le Zone economiche speciali nel Sud e ha demandato alle regioni la possibilità di fare le loro proposte. Le Zes hanno come obiettivi principali l’attrazione di investimenti diretti, soprattutto di soggetti stranieri, l’aumento della competitività delle imprese in esse insediate, l’incremento delle esportazioni, la creazione di nuovi posti di lavoro e il più generale rafforzamento del tessuto produttivo, attraverso stimoli alla crescita industriale e all’innovazione. Una ZES interregionale rappresenta una reale possibilità di sviluppo della Basilicata e del porto di Taranto, ma dev’essere supportata da un’idea strategica di sviluppo imprenditoriale che tenga conto delle peculiarità del territorio lucano ed anche dei criteri base posti dal DPCM, restando in attesa che quello di prossima pubblicazione renda realizzabile la Zes interregionale. Per tali ragioni spero vivamente che il Piano Strategico sia stato realmente condiviso a monte con le forze datoriali e quelle che rappresentano il tessuto dei lavoratori lucani e che non sia stato loro consegnato solo postumo per una semplice lettura. Il via vai da Potenza a Bari e viceversa del “Position Paper” e l’inserimento in esso della Zona Franca Energetica lascia intravedere seri dubbi di condivisione. Mi auguro che il Piano possa al più presto essere promosso sui tavoli romani, per superare i ritardi e le inefficienze sin qui accumulate in Basilicata. Anche se forza di opposizione al Governo nazionale, Forza Italia sarà vigile sulla correttezza e concretezza del Piano di Sviluppo Strategico e compirà tutto quanto necessario affinché i ministri competenti lo esaminino al più presto, approvandolo. Per Matera e la sua provincia in particolare la ZES è un’occasione da non perdere, partendo dai cambiamenti strutturali delle aree coinvolte, con particolare attenzione alla direzione dei grandi flussi commerciali, soprattutto internazionali di riferimento e di obiettivo dell’area portuale compresa nella Zes. La nostra regione e il Mezzogiorno sono geograficamente al centro del Mediterraneo e la vicinanza a Taranto ci fa essere il baricentro dei sistemi logistici marittimi nazionali e permetterebbe l’aumento della produttività delle aree coinvolte, superando la dipendenza dalle forme di sussidio il cui beneficio è limitato nel tempo e da cui bisogna staccarsi. In un ottica futura, grande rilievo dovrà assumere l’intermodalità con la piattaforma logistica di Ferrandina, di cui però ancora non si hanno notizie precise né dalla provincia, né dal Comune di Ferrandina, né tantomeno dal Consorzio Industriali di Matera. La piattaforma logistica dell’area industriale del Valbasento consentirà sia al sistema agroalimentare sia a quello industriale della Basilicata di avere in Taranto un riferimento importante per l’approvvigionamento e per lo sviluppo. Speriamo che tale piattaforma logistica veda al più presto la luce e attragga attorno a sé i grandi investitori internazionali, che potranno giungere in Basilicata solo catturati dalla presenza di connessioni di carattere economico-funzionale fra le diverse aree coinvolte. Infatti, solo la presenza di tali connessioni permetterà la realizzazione di una Zes che creerà produttività nel tempo e sarà in grado di attrarre i grandi players internazionali, accanto alle piccole realtà produttive locali già presenti sul nostro territorio. Nonostante le rassicurazioni rese dal Presidente Pittella il 18 settembre 2017 a Matera, alla presenza dell’allora ministro De Vincenti circa le due sole aree di Ferrandina e Galdo di Lauria, i 1061 ettari di ZES ad oggi hanno solo procurato lo spezzettamento del territorio, che speriamo non giovi negativamente quando il Piano sarà esaminato sui tavoli romani. Infatti, la ZES non è solo incentivi fiscali, ma soprattutto accessibilità dei collegamenti lato terra, in particolare con la rete ferroviaria, in vista di una migliore integrazione tra le vie di collegamento ferroviario, stradale e retroportuale. Ad ogni modo la ZES deve rimanere una visione e occorre ridisegnare i siti per la logistica e l’export dei prodotti, partendo dalla piattaforma intermodale di Ferrandina, facendo attenzione al ruolo importante del porto: questo dev’essere lo sviluppo da chiedere all’Unione Europea per i prossimi anni”.