Il laboratorio diocesano per il bene comune dell’Arcidiocesi di Matera-Irsina promuove un incontro sul tema “Uno statuto per il futuro della Basilicata, un contributo da parte dei cattolici. Se ne discuterà a Matera martedì 19 giugno 2012 alle ore 18 presso la sala conferenze della Mediateca provinciale. Interviene il professore Marco Olivetti, docente di diritto costituzionale, conclusioni affidate a Sua Eccellenza Mons. Salvatore Ligorio.
Riportiamo di seguito il contributo sul tema di Franco Vespe
Si sta discutendo con stanco interesse sui temi da inserire nello statuto della nostra regione che attende da sempre di essere sfornato. Uno statuto deve definire dei principi cardine sulla quale si fonda la convivenza di una comunità. Deve tener conto implicitamente (altrimenti il rischio sarebbe quello di involgarire di contenuti politici lo statuto) delle debolezze e dei bisogni ancora inespressi ed inevasi della comunità. Proporre infine, un progetto istituzionale funzionale ai valori ed ai bisogni che conta di regolare. Il documento programmatico che la commissione regionale ha reso pubblico per una sua integrazione indica temi e proposte istituzionali che vanno bene per qualsiasi regione dell’Italia. Questo vuol dire che dice cose sicuramente importanti ma generici, a volte così astratti da risultare poco adattati alla nostra realtà locale. Nel mio piccolo provo a dare alcuni indirizzi e poi di conseguenza alcune semplici soluzioni istituzionali.. Chi scrive pensa che ciò che oggi è vilipesa ed offesa è la sovranità popolare nella nostra regione. Le maggioranze bulgare che si sono formate nella nostra regione –parlo sia per l’era democristiana che per quest’ ultima del centro-sinistra- non si giustificano per la qualità dei premiati ma per il controllo feroce, asfissiante del territorio e del voto che le maggioranze che governano esercitano nei confronti della gente. Una signoria che applica sempre mai desuete regole feudali come quella dell’esercizio di solidarietà verticali e del controllo delle (poche ?) risorse economiche nelle mani di pochi. Una signoria che trasforma i diritti in favori che i don Rodrigo elargiscono a loro discrezione con un sol colpo di ciglia! Spezzare queste catene di asservimento che impedisce piena sovranità ripeto dovrebbe essere il light motiv della statuto regionale. Come ? Per fare questo occorre rompere con quella cultura dell’”assistenza” e di solidarietà pelosa che spesso infarcisce documenti ispiratori e informa lo stesso agire politico. E’ importante che si dia il giusto peso alle reti che servono a garantire assistenza a chi ha bisogno per carità ! Sono però questi argomenti i cavalli di troia attraverso i quali viene poi di fatto veicolato il controllo di cui parlavamo. Al contrario occorre chiedere ed ambire che la nostra Regione diventi una piattaforma formidabile e propulsiva per calamitare investimenti, idee, competenze ed innovazione. Si ma come fare ? Abbiamo su e nel nostro territorio risorse naturali strategiche per il nostro paese. Queste risorse possono diventare carta di negoziazione potente ed efficace per ottenere vantaggi tali da costruire quella piattaforma di cui parlavamo. Forza negoziatrice che può essere pienamente dispiegata se si raccoglie la sfida federalista. E’ questa sfida del federalismo il secondo cardine sul quale poggiare Si ma quali i vantaggi da esigere ? Il dibattito, soprattutto fra i movimenti e le associazioni che si stanno cimentando sull’argomento è veramente povero ed inadeguato. Il problema vero non è quello di spuntare royalties stratosferiche ma di come governare queste risorse perché ci siano poi reali ricadute sul nostro territorio. Le royalties devono creare condizioni oggettive favorevoli perché la nostra regione possa diventare quella piattaforma propulsiva di cui parlavamo sottraendole alla discrezionalità degli sceicchi assessori. Quindi vantaggi sottratti alla intermediazione ed alla discrezionalità della politica e capaci di creare la convenienza utile a calamitare investimenti sul nostro territorio. Questi vantaggi possono andare dai tassi bancari agevolati per chi vuole investire, all’ abbassamento della pressione fiscale; dalla realizzazione di importanti infrastrutture, al rafforzamento delle reti del sapere e della conoscenza presenti nella nostra regione; dal costo più basso dell’energia (ivi compreso il bonus carburante!), alla creazione di una nuova stagione industriale basata sulle energie rinnovabili, lo spazio, l’agrobiologia e la valorizzazione dei beni culturali. Poi avrei delle proposte che però non so se possono entrare in uno statuto. Si parla spesso e quasi sempre a vanvera dei sistemi elettorali ma, per evitare quel controllo militare del voto a cui si faceva riferimento, è forse più importante proporre forme nuove di scrutinio dei voti. Invece di farlo seggio per seggio perché non fare un calderone unico mischiando le schede di vari seggi? Questo sicuramente renderebbe davvero libero il voto ed impossibile il controllo del voto dell’elettore!! Non sapete quante carriere politiche di mediocri e sciapiti capi-popolo sarebbero stroncate!
Francesco Vespe
WORK in PROGRESS ZFU/ZBZ:
dalla Zona Franca Urbana alla Zona a Burocrazia Zero verso Mat€ra$Innov@
Allarme Sociale :LAVORO in CORSO (matera 22 giugno 2012 ore 18,00)
presso ZFM via giardinelle n.4/6 Zona PAIP 1 (info 393332680355)