Stop al reddito di cittadinanza, deputato Lomuti (M5s): Governo invia sms a migliaia di lucani per dire “arrangiatevi”. Tutte le bugie sulla misura. Di seguito la nota integrale.
Da una parte, prendono in ostaggio l’Aula della Camera dei Deputati per discutere sul tipo di abbigliamento più consono da adottare al suo interno (dopo aver accuratamente ripristinato il vitalizio); dall’altra, mettono in strada milioni di cittadini, la cui unica “colpa” è quella di essere poveri.
Qui di colpa, però, ce n’è una sola ed è imputabile al centrodestra, responsabile di aver prodotto una macelleria sociale.
Ci hanno detto per anni che avrebbero potenziato le condizioni di lavoro per fare in modo che le persone non fossero più costrette a chiedere il Reddito di cittadinanza
Bene, dove sono queste condizioni di lavoro?
Non esistono, però non esiste più neanche il reddito di cittadinanza, una misura di protezione sociale.
Ci hanno detto per anni bugie su bugie, tutte smentite dai fatti.
1) “Il RdC è diventato un vitalizio”: i dati dimostrano che il programma ha una mobilità sostenuta, con un tasso di sostituzione di circa il 50%. Dall’inizio sono entrate circa 5 milioni di persone e ne sono uscite la metà.
2) “Con il RdC si danno soldi per non lavorare”: primo, 2 percettori su 3 non possono lavorare perché minori, disabili e anziani. Il restante ha una occupabilità bassissima a causa della scarsa scolarizzazione (il 72% non va oltre la terza media). Secondo, circa 200mila percettori sono lavoratori poveri per cui il reddito vale come integrazione dello stipendio. Terzo, il 30% degli idonei al lavoro ha firmato almeno un contratto.
3) “Il taglio del RdC non è un dramma, la gente vada a lavorare”: in realtà, il governo si accanisce contro i cosiddetti “occupabili”, ossia oltre 600mila percettori di Rdc che nel 70,8% dei casi hanno un titolo di studio che non supera la terza media e la cui età avanzata (53mila sono over 60 e 135mila hanno tra i 50 e i 59 anni) li rende difficilmente ricollocabili in tempi brevi: soltanto 1 su 10 è pronto per rientrare immediatamente nel mondo del lavoro.
4) “Il Reddito di cittadinanza fa stare i giovani sul divano”: falso. Se escludiamo quelli che percepiscono il Rdc in modo “indiretto”, ossia come componenti di un nucleo familiare, i giovani fra i 18 e i 29 anni beneficiari del sussidio in forma “autonoma” sono circa 24.254, ossia l’1,47% del totale dei percettori. Inoltre, secondo l’ANPAL, tra i giovanissimi occupati e beneficiari la quota di chi lavora con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato è del 50,6%. Parliamo di persone che, dunque, prendono il Rdc per integrare lo stipendio, non per stare sul divano.
5) “Il Rdc ha tolto dal mercato gli stagionali”: basta consultare i dati dell'”Osservatorio sul precariato” dell’INPS per accorgersi di come questa sia un’altra bufala. Anche e malgrado la pandemia, i contratti stagionali hanno superato in numeri quelli degli anni precedenti all’introduzione della misura. Nel 2021 sono state fatte 920.685 assunzioni stagionali, 263.940 in più del 2020, 187.702 in più del 2019 e 260.100 in più del 2018 quando il Rdc ancora non esisteva. Anche i dati del 2022 fanno a pezzi la storiella degli addetti “introvabili”: fino a novembre ne erano stati assunti oltre 954mila.
6) “I centri per l’impiego non funzionano”: nel 2019, con il Governo Conte I, abbiamo varato un Piano di potenziamento dei Centri per l’impiego prevedendo l’assunzione di 11.600 nuovi operatori. Le Regioni, 14 delle quali governate dalla Destra, avrebbero dovuto completare il Piano (per la cui realizzazione è stato stanziato 1 miliardo di euro) entro il 2021.
Ad agosto di quest’anno erano state inserite nei Cpi solo 3.855 unità di personale; quattro Regioni (Basilicata, Calabria, Molise e Sicilia) erano ancora ferme a zero.
7) “Il Rdc è metadone di Stato”: Il Rdc è stata un’ancora di salvataggio e i suoi percettori hanno contribuito alla spinta della nostra economia, attraverso l’aumento della propria capacità di spesa.
8) “Al Sud il Rdc è un voto di scambio”: nel mese di ottobre, nel Centro-Nord, lo hanno percepito 751.379 persone.
9) “Il Rdc è una truffa ai danni della nazione”: solo per riportare un semplice esempio, tra il 2017 e il 2021, la Guardia di Finanza ha stimato 34 miliardi di euro di frodi contro lo Stato: di questi, solo lo 0,8% sono ascrivibili al Rdc.
10) “Il Rdc crea lavoro nero”: secondo quanto affermato dall’ISTAT, l’incidenza del lavoro irregolare registra una riduzione diffusa nella maggior parte dei settori di attività economica. Siamo di fronte all’ennesima polemica strumentale alzata da chi parla senza conoscere i numeri.
La povertà non è una colpa, è una tragedia, il più delle volte socialmente prodotta.
Consentire che milioni di uomini e donne non riescano più a mettere insieme il pranzo con la cena e per di più comunicarlo con un SMS è semplicemente vergognoso.
L’azione politica del centrodestra sta spaccando e cannibalizzando il nostro Paese.
Se si pensa che tutto questo non è determinato da una visione politica ma da volgare furore ideologico contro il Movimento 5 stelle, il tutto diventa ancor più riprovevole e disonorevole.
Nessuno di quei parlamentari di centrodestra ha conosciuto la miseria, nessuno di loro sa cosa vuol dire vivere con nulla nelle periferie o nelle zone più disagiate del nostro Paese, senza l’aiuto dello Stato.
Gli uomini e le donne del centrodestra dovrebbero guardarsi allo specchio e provare vergogna, se ci riescono.