Stop al reddito di cittadinanza, intervento Michele Giordano (Consigliere provinciale Potenza e Consigliere comunale Rionero in Vulture). Di seguito la nota integrale.
Il reddito di cittadinanza rappresentava l’abbraccio caldo della solidarietà sociale verso chi aveva bisogno di sostegno economico. Era una mano tesa verso le famiglie in difficoltà, un’ancora di salvezza per chi lottava per far fronte alle spese essenziali, verso un giovane che non trova il futuro spianato (l’ultimo rapporto ISTAT mostra quanto la “trappola della povertà” per un giovane italiano sia più alta rispetto ai Paesi UE) e verso un esodato che fa fatica a rientrare nel mondo del lavoro. Non solo, era uno strumento che iniettava soldi nell’economia, favorendo le regioni del Sud, meno industrializzate a causa di mancati investimenti.
Ma il Governo di destra ha deciso di spegnere questa luce, cancellandolo e lasciando le fasce più deboli nel buio. Ciò che fa più rabbia è che si faccia finta di non sapere dove sta andando il mondo, tra intelligenza artificiale e robot che ormai stanno gradualmente sostituendo il capitale umano in ogni settore dell’economia, dal lavoro manuale a quello intellettuale.
Sempre secondo l’ISTAT, nel periodo della Pandemia e negli anni successivi, il Reddito di Cittadinanza è stato uno strumento essenziale per la tenuta sociale, considerata la scarsa efficacia di altri ammortizzatori come la Cassa integrazione straordinaria.
Dunque, quella a cui assistiamo oggi, è una decisione folle che deve far riflettere le amministrazioni locali sulla tenuta sociale e, il nostro ruolo come cittadini e amministratori, deve essere ancor di più proteggere le fasce deboli della società, che i sindaci si impegnino attivamente a fornire supporto alle famiglie in difficoltà, ai giovani disoccupati e alle persone anziane che possono essere più esposte al rischio di povertà e isolamento sociale.
La regione Basilicata a guida centrodestra, quartultima in classifica per tasso di occupazione e con reddito pro capite tra i più bassi d’Italia, si impegni seriamente a promuovere politiche attive del lavoro e a definire un piano strategico industriale che incentivi le imprese ad investire in terra lucana, invece di regalare ogni anno 200 milioni di euro di gas, indiscriminatamente a tutti.
Si impegni a garantire l’accesso alle cure ospedaliere laddove il nostro sistema sanitario sta andando verso il default e l’accesso a pagamento.
Dobbiamo lottare per proteggere i diritti sociali e per garantire un futuro di dignità e giustizia. Ognuno di noi deve fare la propria parte.