Pensavamo che il pesantissimo scivolone di qualche settimana (sulle frodi inerenti il Superbonus, salvo essere immediatamente smentito, oltre che dai dati, dallo stesso Ministro Franco seduto accanto a lui….) avesse indotto il Presidente Draghi ad una maggiore cautela nelle sue affermazioni inerenti il Superbonus, ma dopo le dichiarazioni di ieri dobbiamo purtroppo prendere atto che non è così.
Di fronte all’Assemblea Plenaria di Strasburgo Draghi ha affermato di “non essere d’accordo sul Superbonus, che ha più che triplicato i costi di efficientamento”.
Eppure Draghi è stato Presidente della BCE, e con i numeri dovrebbe avere un certa feeling.. (sigh!).
Dire che i costi sono “più che triplicati” (per lo Stato, immaginiamo..) significa dire che un lavoro che oggi costa 100 prima del Superbonus costava 30 ( o meno)! In pratica, significa dire che i lavori di efficientamento prima venivano eseguiti con il 70% ( o più!) di sconto!
Basterebbe solo questo a far capire l’ennesimo scivolone preso dal Premier.
Ma purtroppo non si può pensare che si tratti solo di “scivoloni”.
Draghi è Presidente del Consiglio, non un uomo qualunque, e non può lasciarsi andare a simili commenti, specie in consessi importanti, su una misura (il Decreto Rilancio – Superbonus 110%) che invece è sostenuto dalla larghissima parte del Parlamento.
E non si può, a scadenze regolari, gettare incertezza su una misura che al contrario, si sta rivelando fondamentale nell’edilizia, che come sappiamo rappresenta il volano dell’economia nel nostro Paese.
Proprio in questo periodo, con la guerra in atto e le incertezze sulle forniture di gas e materie prime, l’efficientamento dei fabbricati e delle unità immobiliari contribuisce in maniera importante a ridurre i consumi a carico delle famiglie che pertanto sono meno dipendenti al caro delle bollette, sia grazie all’efficientamento energetico delle abitazioni (cappotto, infissi, impianti termici, ecc.) sia grazie all’autoproduzione di energia elettrica (fotovoltaico), misura quest’ultima che andrebbe sostenuta e non osteggiata da un massimale che da tutte le parti viene giudicato inadeguato.
Spiace, però, dover constatare che di fronte alle grandi difficoltà in cui famiglie ed imprese sono costrette a muoversi a causa (questo sì) delle tante difficoltà ed impedimenti normativi che questo governo introduce quasi quotidianamente nell’applicazione della misura, si anche costretti a dover intervenire a difesa di una norma costantemente osteggiata da chi invece dovrebbe difenderla e migliorarla, in ossequio alle volontà del Parlamento (che ricordiamo a noi stesso, in Italia è ancora sovrano delle scelte che regolano la vita del Paese..).
Il Presidente Draghi dovrebbe, al contrario, dare ascolti a quanti sostengono che i tempi così contingentati nell’applicazione della norma stanno “drogando” il mercato, in quanto la produzione di materie prime necessarie nei cantieri non sta dietro alla forte domanda, così come maestranze e professionalità sono insufficienti a soddisfare le tantissime richieste di intervento; questo si sta “drogando” il mercato, innalzando i costi (per fornitori, imprese e professionisti), e purtroppo lasceranno fuori dai benefici del Superbonus tantissime famiglie che non riescono a trovare chi possa assisterli nei lavori nelle proprie abitazioni.
A questo punto è lecito chiedersi: cosa c’è realmente dietro questi continui attacchi al Superbonus da parte del Presidente Draghi, disposto a prendere evidenti e continui scivoloni per osteggiare la norma? Verrebbe da chiedersi: dove intenderebbe il Presidente Draghi dirottare le somme che oggi invece (con il larghissimo sostegno del Parlamento) finanziano il Superbonus, e quindi direttamente cittadini ed imprese?