Venerdì 9 luglio 2021 alle ore 10 in Via dell’Edilizia (altezza sede Rai) è in programma sit-in e walk around con Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e Membro del Consiglio generale del Partito Radicale.
Durante la manifestazione Bolognetti proverà a consegnare al caporedattore Rai, Oreste Lo Pomo, le firme raccolte in calce alla lettera-appello indirizzata ai vertici Rai. Di seguito la nota integrale inviata da Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani (in sciopero della fame dalle ore 23.59 del 6 giugno e in digiuno – solo acqua – dalle ore 23.59 del 4 luglio).
Caporali di giornata e di regime maramaldeggiano sulle nostre vite, negando conoscenza e verità. Stop all’attentato contro i diritti politici di un popolo.
A chi in queste ore, manifestandomi un dato di affetto, stima e amicizia, mi dice “smetti, smetti sei troppo magro”, provo a rispondere che a “dieta” ci hanno messo la democrazia e i nostri diritti e che voglio provare ancora a nutrire questa fame di verità, democrazia, diritti umani, libertà attraverso gli strumenti della lotta nonviolenta, che si contrappone alla oggettiva violenza che stanno esercitando sui cittadini di questo nostro Paese da quasi un anno e mezzo. C’è di certo inganno e violenza quando si nega un diritto che è diritto umano; un diritto umano che è sinonimo di democrazia: il diritto alla conoscenza.
Da mesi ci stanno abbrutendo solo con robuste dosi di paura e con una informazione ansiogena e a volte dai tratti terroristici. Narrazioni che narrano realtà inesistenti, manipolazioni, censure, rimozioni, scomuniche, purghe, linciaggi, verità rivelate e indiscutibili e una scienza di regime, che sembra essersi fatta dogma di fede con le sue vestali ad officiare riti a reti unificate.
Inevitabilmente, in queste ore, viene in mente quel Bauman che scriveva: “Di sicuro la costante sensazione di allerta incide sull’idea di cittadinanza, nonché sui compiti ad essa legati, che finiscono per essere liquidati o rimodellati. La paura è una risorsa molto invitante per sostituire la demagogia all’argomentazione e la politica autoritaria alla democrazia. E i richiami sempre più insistiti alla necessità di uno stato di eccezione vanno in questa direzione”.
A volte verrebbe da chiedersi se coloro che hanno gestito un dramma fattosi farsa non siano, per caso, in preda a degli stati di allucinazione e di certo continuo a chiedermi che fine abbia fatto il buonsenso e sì, diciamolo, anche il senso del ridicolo.
L’ho detto e non mi stanco di ripeterlo: questa emergenza sanitaria, con il suo corollario di lutti e drammi, si è fatta emergenza democratica com’era prevedibile e, ahimè, previsto.
Nulla di quanto è accaduto in questi mesi è stato oggetto di confronto e di dibattito e l’atmosfera è sempre più da “Credere, obbedire, combattere”.
Tutte le voci di una scienza non allineata sono state spazzate via e randellate.
Vorrei chiedermi e vorrei chiedere: quanti dei morti che abbiamo contato sono morti non a causa del Sarscov2, ma degli errori compiuti? Come dobbiamo interpretare dati forniti dall’Iss che fanno presumere che ci sia stata una sovrastima dei decessi attribuiti al Sarscov2? Perché in 18 mesi nulla è stato fatto per ridare dignità al Servizio Sanitario Nazionale, alla medicina del territorio? Perché hanno negato terapie dimostratesi efficaci e per giunta poco costose? Quanto ci è costata in termini di vite umane la “vigile attesa”?
Vediamo giganteggiare, mentre la politica è assente e latitante, austere figure di colonnelli sanitari che, come Bassetti, ricordano gerarchi del ventennio. A fare da contraltare, ma rovescio di una stessa medaglia, i Burioni, le Viola, i Bucci, i Corbellini, che invece fanno venire in mente i membri del Politburo epoca Stalin.
Complice l’emergenza sanitaria, ci stanno facendo inghiottire e digerire provvedimenti legislativi che hanno il sapore amaro del ricatto di stato. Agitando lo sfollagente dell’emergenza sanitaria, stanno spalancando porte che faremmo bene a tener chiuse a doppia mandata.
Non si può discutere di patenti conflitti d’interesse e men che meno della scellerata idea di inoculare sieri autorizzati a condizioni, e quindi in carenza di dati sulla sicurezza e l’efficacia, a bambini e adolescenti che, dati alla mano, non corrono nessun rischio. Più che curare i corpi, sembra a volte che vogliano “curare” le nostre “menti”.
Si, lo ammetto, il virus che più mi preoccupa, oggi più che mai, è quello dell’antidemocrazia che avanza e incombe. Il virus de “La Peste”, quella di Camus, che si diffonde indisturbato. In questo Paese, in cui da tempo la Costituzione scritta è stata sostituita dalla costituzione materiale, io che ho a cuore il sepolto art. 32 della Costituzione e una giustizia sociale che non c’è, dico agli amici e ai compagni, a chi ancora pensa e ha a cuore la libertà e la democrazia, che ci sono fiaccole che bisogna tenere accese. La mia è quella del “Non mollare”.