“I tempi non sono e non saranno maturi entro il 2035 per salutare i motori benzina e diesel. La nostra industria ha bisogno di riconvertirsi in termini di produzione, di logistica, di tecnologia e di sostegno alle infrastrutture per garantire una mobilità con idrogeno e biocarburante. Prendiamo come esempio le auto elettriche e le tantissime zone interne e aree svantaggiate. E’ semplice parlare di colonnine per la ricarica delle automobili ma tra il dire e il fare ci sono numerose criticità che dovrebbero essere prese seriamente in considerazione, oltre alla primaria questione dei livelli occupazionali da tutelare”, lo afferma il capogruppo di FdI in Consiglio regionale della Basilicata, Tommaso Coviello commentando il via libera del Parlamento europeo allo stop alla vendita di veicoli diesel e a benzina a partire dal 2035. “La mobilità ecosostenibile rappresenta certamente il futuro ma sulle auto elettriche vi è un serio problema occupazionale – rimarca Coviello – più volte sollevato da Carlalberto Guglielminotti, numero uno di Nhoa, capofila nella mobilità elettrica, infatti è stato calcolato dal gruppo dei componenti Anfia che in Italia verranno messi a rischio circa 73.000 posti di lavoro, di cui 63 mila nel periodo 2025-2030. Questi non saranno compensati dalle circa 6.000 nuove posizioni che creerà la mobilità elettrica perché l’auto elettrica è più leggera e con meno componenti. In un decennio non è possibile rivoluzionare drasticamente il settore dell’automotive che in Italia rappresenta il 20% del Pil e in Basilicata è un asset occupazionale fondamentale”, conclude l’esponente di FdI”.