Il politologo materano Franco Vespe esprime alcuni riflessioni dopo aver seguito le due giornate per la festa dell’Avvenire a Matera e concentra la sua attenzione sui contenuti della tavola rotonda “Nord-Sud un divario incolmabile”. Di seguito la nota integrale.
Incredibili i contenuti della tavola rotonda “Nord-Sud un divario incolmabile?” organizzata a Matera nell’ambito della “Festa dell’Avvenire” alcuni giorni fa. Incredibile per la mancanza totale di proposte su come colmare il divario. A parte la parzialità nell’analizzare il divario limitandosi alla sola sanità, è stato chiamato a parlare del divario, per quanto riguarda la parte politica, solo il presidente della Lombardia, Attilio Fontana. E’ come se fosse stato chiamato a parlare della salute degli agnelli il lupo! Si sono ripercorsi tutti i luoghi comuni che credono di poter spiegare il divario Nord-Sud, come: l’incapacità della classe dirigente e politica del Mezzogiorno, La sua inefficienza nell’utilizzare i finanziamenti pubblici, il suo deficit imprenditoriale, lo speco delle risorse che gli vengono assegnate e arnesi vari. Un tiro al piccione a cui ha partecipato lo stesso Cartabellotta presidente dell’Osservatorio GIMBE. Peccato che alla tavola rotonda non sia stato invitato Marco Esposito che sul divario Nord Sud da tempo sta facendo un’analisi quantitativa minuziosa e abbia fatto rilevare come al divario della qualità delle prestazioni (i cosiddetti Livelli Essenziali di Assistenza), corrisponde in proporzione un diverso livello di finanziamenti fra Nord e Sud. Nel suo ultimo libro insegue i numeri dei Conti Pubblici Territoriali (CPT) voluti da Ciampi per capire dove veramente andassero a finire gli investimenti pubblici nel nostro paese. Dalle sue ricerche affannose (sono dati quelli dei CPT difficili da trovare su internet. Chissà perché ?) Esposito ricava che i finanziamenti pro-capite per la sanità in Campania sono di circa 1600 Euro; mentre in Lombardia sono 2220 Euro (stime pre-covid). Se si vanno a vedere i punteggi LEA assegnate alle singole regioni si vede che la Lombardia ha 215 punti: Mentre la Campania ottiene 168 punti. Ovvero un punto LEA per la Lombardia costa 10,33 Euro; mentre per la Campania 9,53 Euro! Questo significa che se la Campania avesse le stesse risorse assegnate alla Lombardia, avrebbe gli stessi punti LEA. Anzi! Un punto LEA costa quasi un euro in meno in Campania. Ciò significa che la spesa è addirittura più efficace!
C’è stato il vescovo Baturi che ha sottolineato il valore della tutela della salute come un diritto fondamentale da garantire per tutti e sancito solennemente dalla Costituzione Italiana all’art. 32. Fontana ha replicato, che anche l’autonomia è un valore della costituzione. In verità il diritto alla salute ed autonomia delle amministrazioni locali sono due cose diversissime. A Fontana sfugge che Il diritto alla salute è parte di quei principi fondamentali che la costituzione ha scolpito nella prima parte. L’autonomia non è un valore legato alla persona ma è una modalità con la quale si esplica e si articola la sovranità del popolo. Modalità che poi è stata declinata in modo confuso nel titolo V della costituzione. Altro discorso ancora è quella dell’autonomia differenziata. Sostanzialmente prima del 2001 l’autonomia riconosciuta dallo stato alle regioni era uniforme; mentre solo a 5 regioni veniva riconosciuta un’autonomia speciale. Con il pastrocchio delle modifiche costituzionali inserite nel 2001 che aprono al riconoscimento di autonomie differenziate, si rischia di andare verso una Babilonia centrifuga dei poteri distribuiti in modo asimmetrico fra i diversi territori. Lo stesso Cartabellotta ha ammesso che evocare a se da parte delle regioni tutte e 23 le materie concorrenti elencate nella costituzione, rischia di diventare strumentale per spacciare forme sotterranee di secessione. Non si comprende proprio come l’Autonomia Differenziata possa riequilibrare i livelli di servizi ai cittadini del nostro paese, se ai più ricchi sarà concesso di sottrarre parte del proprio gettito fiscale dovuto allo stato, per usarlo sul proprio territorio già di per se avvantaggiato. Non è questa la soluzione! Spero non sia questo il segnale che Avvenire ha voluto dare. I vescovi italiani, rappresentati dal nostro don Pino e Mons. Baturi certamente non l’hanno dato! Monsignor Baturi ha espresso parole chiari ed inequivocabili a riguardo evitando con molta eleganza toni polemico-politici. Cosa che invece non ha fatto il nostro ineffabile Attilio! Chi scrive crede che l’autonomia sia in se un valore. Quella differenziata invece è un attentato all’integrità nazionale perché ispirata da egoismi ed ingordigie territoriali. Se così fosse non ci rimarrebbe che preparare stavolta qui al Sud, noi la secessione. Uno stato che benedice questi sentimenti divisivi non ci merita!