“Il Sud si è svegliato. Sabato scorso ho partecipato all’assemblea organizzata a Borgia, in provincia di Catanzaro, dalla Rete dei sindaci per il Recovery Sud. Che cosa è emerso? Innanzitutto, che si sta creando un fronte trasversale che finalmente ci vede uniti per un nuovo meridionalismo adeguato al ventunesimo secolo. Un fronte che riunisce ormai non soltanto i sindaci, ma anche parlamentari, europarlamentari, amministratori degli enti locali. In questi giorni ci sono due questioni che si intrecciano e che saranno il nuovo terreno della lotta: i Comuni in dissesto o pre-dissesto, molti dei quali al Sud, e la gestione dei soldi del Recovery. La preoccupazione degli amministratori comunali, oggi, è che a una riduzione delle risorse frutto di decenni di politiche scellerate fondate sul grande inganno della ‘spesa storica’, si aggiungano i soldi che le amministrazioni dovranno restituire non più spalmate in trent’anni ma in pochissimo tempo. Ma come? Dite di voler aiutare la ripresa con i fondi europei e poi calate questa mannaia sugli enti locali, soprattutto del Sud? Lo Stato non deve lasciare che si perpetri un’ingiustizia di questo tipo”.
Lo ha detto il senatore Saverio De Bonis, che ha partecipato alla due giorni assembleare della Rete che riunisce ad oggi più di 500 sindaci del Sud per una equa gestione del PNRR.
“In Calabria – aggiunge il senatore – ai sindaci, oltre a raccontare il percorso, non sempre limpido, che ha portato all’approvazione del PNRR, ho anche fatto presente che vi sono ancora i margini, in sede europea, per rivendicare una quota maggiore per il Mezzogiorno rispetto al 40% tanto sbandierato dalla Ministra Carfagna. Ciò che noto è che questi sindaci oltre a protestare, giustamente, per lo scippo subito e per le difficoltà con cui dovranno fare i conti nella attuazione del Piano, studiano, propongono, si pongono come interlocutori preparati e credibili di un governo che dovrebbe smetterla di fare orecchie da mercante e sedersi seriamente al tavolo. E infatti hanno già prodotto oltre 320 schede progettuali del valore di circa 14 miliardi, a dimostrazione delle loro concrete capacità. Voglio far notare che solo qualche giorno fa il sindaco, leghista si badi bene, di Novara Alessandro Canelli bocciava impietosamente la linea rigorista sui dissesti dei Comuni, riconoscendo che la stessa Corte costituzionale ha stabilito che non è detto che il dissesto sia dovuto a cattiva gestione. Lo stesso Canelli ha espresso la sua solidarietà ai sindaci del Sud, riconoscendo che i territori sono diversi per ‘capacità fiscali, crisi socioeconomiche, difficoltà di riscossione’. E ha anche condannato duramente la mancata attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni, che sarebbero dovuti essere la precondizione della riforma federalista. E se lo dice lui…”