“In quanto unico senatore lucano non posso non dare il mio apporto alla discussione aperta dai 45 sindaci lucani e da altre personalità con la lettera, diretta alla Premier Meloni, pubblicata in questi giorni. Non intendo fare una difesa d’ufficio né tantomeno sostituirmi alla Presidente del Consiglio. Non posso e non voglio farlo. Intendo però dare il mio contributo non solo come rappresentante delle Istituzioni ma anche come cittadino del Sud. Spiace constatare che, ancora oggi, sindaci anche giovani ritengano che un rimedio allo spopolamento dei nostri borghi sia l’immigrazione. Da un lato, è evidente il fallimento di un tale tipo di politica, visto che tutti gli ultimi Governi di centrosinistra hanno favorito l’immigrazione proponendola come strumento di ripopolamento, che evidentemente è fallito poichè siamo ancora qui a cercare una soluzione. Dall’altro, non è riempiendo i nostri borghi di immigrati che si crea quello sviluppo che potrebbe riportare indietro le giovani menti meridionali che sono emigrate in cerca di migliori opportunità. E sono proprio quelle opportunità che il Governo Meloni sta mettendo in campo per consentire al Sud di riallinearsi al resto d’Italia. Parliamo, ad esempio, della ZES unica. Le richieste avanzate dai sindaci di una sede di un’agenzia per la ZES unica in una città del Sud sono significative per comprendere quanto il discorso sia poco concreto e risolutivo. Tralasciando il fatto che un’agenzia potrebbe diventare un altro ente oneroso e elefantiaco, ricordo che il Governo Meloni ha esteso la ZES unica a tutto il Mezzogiorno, che il fondo per la ZES già incrementato di oltre un miliardo di euro rispetto al passato, è stato aumentato con ulteriori finanziamenti da parte del Governo, coprirà tutto il credito d’imposta per investimenti dei 6.885 soggetti che ne hanno fatto richiesta, per un valore complessivo di 2,551 miliardi di euro, integralmente riconosciuto. Non solo. Il Governo Meloni, dati alla mano, è quello che, negli ultimi decenni, ha incrementato maggiormente i fondi destinati alle Regioni del Sud, anche per le infrastrutture. Rispetto al Governo Conte, ad esempio, ha impresso un’accelerazione delle opere e un potenziamento dei finanziamenti, allocando circa 7 miliardi di euro per completare l’Alta Velocità al Sud (Napoli-Bari, Salerno-Reggio Calabria), 2 in più rispetto a Conte e 1,5 miliardi in più rispetto a Draghi, includendo nuovi fondi per il potenziamento dei porti di Gioia Tauro e Taranto, che sono strategici per il commercio e la logistica internazionale e prevedendo anche 1,5 miliardi di euro per l’ammodernamento della rete ferroviaria regionale al Sud, con la promozione di progetti di intermodalità tra ferro, mare e autostrade. Proprio per rafforzare il ruolo dei nostri piccoli Comuni, il governo ha liberalizzato l’uso dei fondi del Pnrr per le assunzioni a tempo indeterminato al fine di consentire alle amministrazioni locali in difficoltà di reperire personale grazie ai finanziamenti europei straordinari. Non dimentichiamo poi gli Accordi di Sviluppo e Coesione che, solo per la Basilicata, quotano 945 milioni di euro. Questo a significare l’attenzione che il Governo attuale ha nei confronti del Mezzogiorno e la fiducia reale nel fatto che quest’ultimo può avere il suo sviluppo. Punto dal quale partire è, invece, che il Mezzogiorno sarà davvero la locomotiva d’Italia solo se le comunità locali sapranno fare buon uso dei finanziamenti e delle opportunità che il Governo Meloni ha messo in campo e sta mettendo in campo per sostenere le politiche meridionali. È dal Sud, cioè da noi rappresentanti e decisori, che devono partire le iniziative per risollevare i nostri territori.”. Lo scrive in una nota Gianni Rosa, senatore di Fratelli d’Italia.
Gen 04