Sarà finalmente discussa nel Consiglio Comunale di domani la mozione presentata fin dal Luglio scorso dal Gruppo Consiliare de La Basilicata Possibile (LBP) che chiede al Sindaco e alla Amministrazione Comunale di attivarsi in ogni sede, a cominciare dall’ANCI, per porre fine alle gravissime penalizzazioni, in particolare dei territori del Mezzogiorno, operate nella ripartizione dei fondi per la spesa sociale in violazione del dettato costituzionale e della legge 242/2009 (Caldiroli, sull’attuazione del federalismo fiscale) che basava la ripartizione sui bisogni effettivi delle popolazioni da determinarsi con l’adozione (prevista entro il 2015 e mai realizzata) dei LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni) e non, come accade sin da allora, sulla base della spesa storica.
Su questa base, su questa voce (che impatta sui servizi più socio assistenziali più sensibili, dall’assistenza agli anziani, agli asili nido), per esempio alla città di Potenza (fonte Openpolis) sono stati trasferiti nel 2017, 7,5 milioni di euro in meno (11 milioni invece che 19).
Dopo che, anche nella ripartizione dei fondi del PNRR (in contrasto con le ragioni stesse del maggiore finanziamento concesso all’Italia dall’Europa proprio in considerazione dell’enorme divario socio-economico esistente fra Nord e Sud) il Governo ha ridotto al solo 40% la quota riservata al Sud (poco più della quota “Ciampi” del 34% in relazione alla popolazione, mai rispettata peraltro negli ultimi 15 anni) – quota che rischia di ridursi, nei fatti, ad ancor meno senza interventi che aumentino la capacità effettiva di progettazione e realizzazione delle amministrazioni meridionali – anche l’allarme lanciato dai 500 Sindaci, di ogni orientamento politico, della Rete del Recovery Sud sui possibili effetti negativi dell’autonomia differenziata richiesta da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, chiede di essere valutato e raccolto.
Gruppo Consiliare de La Basilicata Possibile al Comune di Potenza
Valerio Tramutoli
Giuseppe Biscaglia
Francesco Giuzio
Di seguito il testo integrale della mozione con i riferimenti
Al sindaco Mario Guarente
Al Presidente del Consiglio Comunale Francesco Cannizzaro
Oggetto: Processo di autonomia regionale differenziata e attuazione del federalismo fiscale – mozione
PREMESSO CHE
– sono stati avviati da tempo negoziati tra alcune Regioni (Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto) e il Governo in ordine alla richiesta di maggiori forme di autonomia ai sensi dell’Art.116 della Costituzione Italiana
– che la Legge 42 del 2009 (cosiddetta Calderoli) impegnava il Governo alla definizione (nel periodo massimo di 5 anni) dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) quale pre-condizione (prevista all’art. 119 della Costituzione) per l’attuazione del federalismo fiscale in modalità che garantissero a tutti i cittadini eguale accesso ai servizi fondamentali (scuola, sanità, assistenza, trasporti, etc.) indipendentemente dalla capacità fiscale delle regioni di residenza.
– che in attesa della definizione dei LEP, la previsione costituzionale di obblighi perequativi verso i territori con minore capacità fiscale è stata applicata facendo riferimento ai fabbisogni storici (per esempio, il costo degli asili già esistenti) e non alla reale necessità di servizi (per esempio, quanti bambini in età di asilo) accentuando gli squilibri già esistenti tra i territori proprio sulla spesa sociale, quella più sensibile, premiando i Comuni italiani già dotati di tali servizi e penalizzando quelli (in particolare al Sud) che, anche per la minore capacità fiscale, di tali servizi sono storicamente carenti.
– che dal 2015 l’assegnazione dei fondi perequativi effettuata applicando il principio della spesa storica piuttosto che quella del fabbisogno reale ha sostanzialmente amplificato le differenze già esistenti fra i territori
– che, solo su tale voce, la mancata applicazione dei LEP ha determinato per il Comune di Potenza minori entrate nel 2017 stimate in oltre 7,5 milioni di euro (Openpolis e Report)[1] che avrebbe portato a 19 milioni l’assegnazione che nel 2017 è stata di 11,5 milioni.
– che tale situazione si inserisce in un contesto di ripartizione della spesa pubblica fortemente squilibrata (oltre 62 miliardi/anno in meno alle Regioni del Sud rispetto alla popolazione)[2] che ha già prodotto negli anni conseguenze pesantissime in termini di riduzione dei diritti fondamentali della persona, nel sistema sanitario, nel sistema scolastico-educativo, nei servizi sociali di base, nel sistema dei trasporti[3] etc.
– che l’attribuzione delle particolari e ulteriori condizioni di autonomia regionale richieste potrebbe determinare, oltre che un pesante squilibrio nella ripartizione delle risorse nazionali, tensioni tra i territori anche per effetto delle ulteriori differenziazioni introdotte in termini di accesso al lavoro, di rapporti contrattuali, di accesso e qualità dell’istruzione pubblica, di classificazione e gestione dei rifiuti, solo per citarne alcuni.
– che tale processo manifesta profili allarmanti anche sul versante della potenziale lesione di principi fondamentali dell’ordinamento costituzionale – tra i quali i doveri di solidarietà politica, economica e sociale (Art. 2) e l’uguaglianza di tutti i cittadini (Art. 3) – immettendo elementi preoccupanti che minano l’unità e l’indivisibilità della stessa Repubblica (Art. 5);
PRESO ATTO CHE
– che oltre 70 Amministrazioni Comunali hanno presentato ricorso contro l’applicazione del federalismo fiscale sulla base della spesa storica e non sulla base dei bisogni reali di servizi.
– che diversi consigli regionali hanno approvato risoluzioni con cui manifestano preoccupazione per l’avanzamento di forme di autonomia differenziata che conferiscono prerogative esclusive alle regioni in materie attualmente di legislazione concorrente e in alcune materie di competenza esclusiva dello Stato (istruzione, ambiente, giustizia di pace) impegnandosi a porre in atto ogni utile e necessaria iniziativa per contrastare tale processo;
– che organizzazioni sindacali, strutture associative, esponenti del mondo scolastico, universitario, culturale e dell’informazione hanno lanciato precisi e specifici avvertimenti sui pericoli che il processo avviatosi potrebbe produrre ove realizzato nei termini fino ad ora delineati;
IL CONSIGLIO COMUNALE DI POTENZA
ESPRIME:
– la propria contrarietà, nelle more della definizione dei LEP, al perseverare di un sistema di ripartizione del fondo di perequazione – previsto dalla Legge 42 del 2009 (cosiddetta Calderoli) per l’attuazione del federalismo fiscale – secondo il meccanismo della spesa storica che penalizza fortemente proprio i territori meno provvisti di quei servizi fondamentali (asili nido, assistenza agli anziani e ai disabili, trasporto scolastico, etc.) per garantire a tutti i cittadini diritti inalienabili, previsti dalla nostra Costituzione indipendentemente dal luogo in cui essi vivono e della capacità fiscale della propria regione.
– la propria contrarietà verso ogni processo di differenziazione delle autonomie regionali che, soprattutto in assenza della preliminare approvazione dei LEP, possano incidere sulla effettiva garanzia della parità dei diritti dei cittadini italiani e sull’unità della Repubblica;
IMPEGNA – il Sindaco e la Giunta Comunale, ciascuno per quanto di propria competenza, a:
– trasmettere il presente documento al Presidente della Regione Basilicata, al Presidente del Consiglio e ai Ministri degli Interni e delle Autonomie, al fine di manifestare la contrarietà del Consiglio Comunale di Potenza:
· alle modalità attuali di ripartizione del fondo di perequazione (Legge 42 del 2009) che, in assenza dei LEP, persevera nella adozione della logica della spesa storica (fabbisogni) penalizzando fortemente proprio i territori più sprovvisti di servizi fondamentali costituzionalmente garantiti
· all’avvio di qualunque progetto di autonomia differenziata (come quelli presentati dalle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) che, violando le stesse previsioni della Carta Costituzionale, prenda corpo senza la preliminare definizione dei LEP
– a farsi parte attiva attraverso i propri rappresentanti in sede ANCI e in raccordo con il Governo Regionale perché:
· vengano al più presto definiti i LEP con il pieno coinvolgimento degli Enti Territoriali
· in attesa della definizione dei LEP, si rivedano immediatamente i criteri di ripartizione tra i Comuni delle risorse per la spesa sociale operando perché la commissione per l’attuazione del federalismo fiscale adotti criteri che guardino alle effettive necessità (bisogni) dei cittadini dei diversi territori piuttosto che alla sola spesa storica (fabbisogni).