Summa: “Bardi convochi le organizzazioni sindacali. Solerzia per nomine di dirigenti esterni, scarsa attenzione al personale regionale”. Di seguito la nota integrale.
Il presidente della Regione Basilicata Bardi convochi le organizzazioni sindacali per affrontare le tante criticità presenti all’interno della macchina amministrativa regionale.
Eluderle significa accettare il rischio di una paralisi dell’ attività.
Sono trascorsi quasi tre mesi da quando si è insediato il nuovo governo regionale e alle reiterate richieste dei sindacati di categoria di aprire un tavolo di confronto non si è dato alcun seguito. Abbiamo chiesto di affrontare le questioni che attengono la riorganizzazione degli uffici e dei dipartimenti, riorganizzazione alla quale non si può pensare di dare corso con iniziative unilaterali, senza alcun confronto con le parti sociali.
Di fronte alla solerzia e celerità con la quale si è proceduto ad effettuare alcune nomine di dirigenti esterni,non comprendiamo questa scarsa attenzione al personale regionale che da sempre si è distinto per capacità e qualità professionali tanto da far guadagnare alla Regione Basilicata la menzione di regione benchmarking tra le regioni del mezzogiorno.
L’annunciato riordino della macchina regionale ha preso avvio con un potenziamento dell’ufficio di gabinetto trasformato in una sorta di struttura parallela e sostitutiva degli uffici della presidenza della giunta.
La Regione Basilicata necessita, invece, di una riorganizzazione che sappia guardare a
un rinnovato modello di governance regionale e territoriale, orientato a una revisione complessiva e di sistema che passi necessariamente attraverso percorsi di valorizzazione e riorganizzazione dei lavoratori.
L’Ente versa ormai in uno stallo sotto il profilo delle politiche del personale, basti pensare alle procedure per le progressioni orizzontali relative all’anno 2018, delle quali non si conosce lo stato di avanzamento dopo la nomina della relativa commissione di valutazione. Come pure ha subito un arresto l’iter per l’assegnazione delle PO che, se pur transitoriamente riconfermate superando il limite temporale previsto dal contratto collettivo nazionale del lavoro 2016-2018, non sono state ancora riattribuite secondo i criteri approvati a metà giugno e definiti sulla base del confronto sindacale avviato nel primo scorcio del 2019.
Lo stesso contratto integrativo appare un miraggio, eppure è strumento fondamentale nella regolazione dei rapporti di lavoro del personale dipendente, strumento nel quale si disciplinano istituti che coniugano e fanno sintesi tra diritti e valorizzazione del personale ed esigenze organizzative dell’ente stesso.
Dall’ente regione passano gli atti più importanti in termini di risorse e programmazione per i vari settori della vita economica e sociale del nostro territorio, per questo non è più accettabile una tale sottovalutazione delle politiche del personale. L’avvio di un confronto con le organizzazioni sindacali su queste materie è uno snodo fondamentale per il rilancio delle funzioni regionali.
Per questo è inaccettabile questa assordante inerzia sul personale interno, inerzia che genera uno svilimento delle professionalità presenti ed un’amministrazione allo sbando.
Si apra subito il confronto per dare le giuste risposte ai lavoratori e definire tutti gli aspetti organizzativi e contrattuali per restituire all’azione amministrativa regionale gli strumenti necessari per svolgere le proprie funzioni nella pienezza di quella separazione tra indirizzo politico e gestione amministrativa che costituisce un principio cardine del nostro ordinamento.