Il “triste primato” attribuito dalla Svimez alla Basilicata per realizzare un’opera pubblica con 5,8 anni, pari a 1 anno e 4 mesi in piu’ della media nazionale, di cui tre anni solo per la progettazione, richiede una serie di interventi perché si possa superare una situazione intollerabile per le nostre comunità che attendono l’opera pubblica, le imprese impegnate, l’economia regionale. E’ quanto sostiene il consigliere regionale Paolo Castelluccio (Forza Italia) facendo riferimento ad uno studio Svimez che analizza l’andamento dei tempi di attuazione e di spesa di circa 35mila opere pubbliche finanziate con misure della politica di coesione nazionale ed europea nel periodo 1999-2013 per un valore complessivo superiore ai 100 miliardi di euro. A livello nazionale l’intero iter dell’opera pubblica, dalla progettazione alla realizzazione effettiva dei lavori, necessita in media di 4,5 anni (2,6 anni per la progettazione, sei mesi per l’assegnazione dei lavori e 1,4 per la realizzazione effettiva). A livello regionale, la piu’ rapida e’ l’Emilia Romagna, che riesce a completare un’opera in 3,8 anni (di cui 2,2 anni per la progettazione), seguita da Piemonte, Valle d’Aosta e Toscana (4,1 anni). Tra le regioni del Mezzogiorno, la Calabria, con 4,2 anni, si dimostra piu’ rapida. A seguire, l’Abruzzo con 4,4 anni, la Sardegna con 4,6, come il Veneto, mentre Campania, Puglia e Molise, con 4,9 anni si allineano all’Umbria e battono pure la Liguria (5 anni). Le piu’ lente, la Basilicata, che registra 5,8 anni, pari a 1 anno e 4 mesi in piu’ della media nazionale, di cui tre anni solo per la progettazione, e la Sicilia, che impiega quasi 7 anni per completare un’opera pubblica, impiegandone oltre 5 solo per la progettazione e superando la media nazionale di 2 anni e tre mesi.
Altri primati negativi per la Basilicata – evidenzia Castelluccio – riguardano la fase di affidamento dei lavori con la Basilicata che registra il 31% in più della media nazionale, e la fase di esecuzione dei lavori: si raddoppiano i tempi della media nazionale (+51%).
Quanto ai settori, al termine dell’esecuzione dei lavori nell’edilizia resta da spendere circa il 25%, oltre il 20% nelle strade, il 22% nelle risorse idriche e difesa del suolo, mentre oltre il 40% nello smaltimento dei rifiuti e il 46% nel settore culturale.
Per il consigliere di Forza Italia “è del tutto evidente che non basta un Osservatorio regionale per i lavori pubblici se poi la Giunta e i Dipartimenti secondo le rispettive competenze non sono in grado di far guadagnare nemmeno un giorno in più all’iter della complessa rete di malaburocrazia. Bisogna individuare rimedi come stanno facendo altre Regioni anche del Sud a partire dall’adeguamento degli uffici e delle strutture dipartimentali e semplificando normative a carattere regionale”.