Superbonus, Ferrone (PD, Consigliere Provincia di Potenza): Gravissime ripercussioni su piccole imprese e famiglie in Basilicata”. Di seguito la nota integrale.
La vicenda del Superbonus che il governo, da una parte, ha usato come alibi per la propria incapacità e, dall’altra, ha prorogato con norme sempre più incoerenti, sta provocando anche in Basilicata gravissime ripercussioni su piccole imprese e famiglie. La ripartizione in 10 anni delle detrazioni per superbonus, il passaggio del bonus ristrutturazioni al 36% dall’anno prossimo e addirittura al 30 dal 2028, il divieto di compensare i crediti di imposta con bonus fiscali per banche e intermediari finanziari sono tutte decisioni che stravolgono per l’ennesima volta il quadro in un comparto come quello delle costruzioni che è strategico per l’economia locale e l’occupazione. Una misura che a mio parere andava migliorata e non eliminata. Ha rimesso in moto l’economia dell’ edilizia ferma da anni. Ma oggi, con le ultime modifiche si torna indietro. Falliranno tante imprese e famiglie. Tante sono le imprese che hanno investito, facendo ricorso a mutui specie per acquistare nuovi mezzie con investimenti importanti sulla sicurezza. Non bisogna mettere il bastone tra le ruote. Altrimenti a breve ci sarà una involuzione del settore. In pratica, l’interruzione della possibilità di accedere allo sconto in fattura e alla cessione del credito rischia di tradursi nella fine del programma di riqualificazione del patrimonio immobiliare avviato negli ultimi anni a favore della comunità e in particolare delle fasce più deboli della popolazione. Anche gli Enti Locali subiscono i colpi della scellerata scelta del Governo. Non si garantisce agli enti la possibilità di continuare a usufruire della cessione del credito e dello sconto in fattura, così da rendere possibile la riqualificazione del patrimonio immobiliare per lo svolgimento delle proprie attività e assicurare una migliore offerta dei servizi sanitari e socio-assistenziali, nell’interesse della collettività. Tutto questo accade con un intervento retroattivo, a partire dal 1 gennaio 2024, riguardante il Superbonus (diviso finora in quattro rate), il bonus barriere architettoniche e il sismabonus (entrambi finora in cinque rate). Nonostante gli annunci del Governo non vi è traccia di regole certe e stabili per famiglie e imprese, e anzi si sono introdotte inutili complicazioni senza alcuna salvaguardia per i soggetti più fragili e per le situazioni oggettivamente più meritevoli di tutela (come l’abbattimento delle barriere architettoniche e la ricostruzione nelle aree terremotate). E’ dunque sempre più urgente e necessaria una forte iniziativa politica e istituzionale coinvolgendo il nuovo Consiglio Regionale a difesa delle piccole imprese e delle famiglie, coinvolgendo associazioni di categoria e sindacati preoccupati per le ricadute occupazioni, attraverso l’insediamento in Regione (con la collaborazione di Upi e Anci) di un Tavolo di Crisi.
Proprio come è avvenuto con il redditometro che la Premier Meloni è stata costretta in tutta fretta a ritirare a seguito di proteste generali può accadere con il superbonus alzando il livello di protesta.