Un auditorium Gervasio trasformato in un teatro con il palcoscenico occupato dalle poltrone per il dibattito e da una scenografia alle spalle composta da impalcature di un cantiere edile. L’atmosfera giusta per discutere a Matera sul tema “Cultura al lavoro, incontro Cgil sulle opportunità di Matera 2019 per la Basilicata e il Sud”.
Dopo l’introduzione al tema affidata al segretario generale della Cgil Eustachio Nicoletti (che riportiamo di seguito), sono intervenuti Paolo Verri, direttore Fondazione Matera-Basilicata 2019 e Raffaele Lagravinese, ricercatore in economia Unibas. A seguire si è svolto un dibattito moderato dalla giornalista Sky Ilaria Iacoviello che ha coinvolto il consigliere regionale Roberto Cifarelli, il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa, l’assessore comunale alla mobilità Valeriano Delicio, la rettrice Unibas e presidente della Fondazione Matera-Basilicata 2019 Aurelia Sole, Giampaolo D’Andrea, capo di Gabinetto del MiBACT, Susanna Camusso, segretaria generale Cgil Nazionale.
Paolo Verri attraverso alcune slide ha ricordato il lavoro avviato per candidare Matera a capitale della cultura 2019 attraverso il dossier, l’attività in corso che negli ultimi mesi ha previsto l’avvio dell’Open School Design al Palazzo del Casale e gli incontri per il Build Up, quelli già svolti a Tito Pisticci e quelli programmati a San Paolo Albanese e Matera tra ottobre e novembre 2016. Tra le voci che riguardano le entrate previste dal successo di Matera 2019 una di queste riguarda la cifra che si potrebbe incassare sfruttando il logo commerciale di Matera 2019. In proposito Paolo Verri ha fatto riferimento al bando attualmente congelato dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019 per il nuovo logo e ha ricordato che “se la smettono di fare fregnacce chi ritiene che il logo non va cambiato” si potrebbero incassare almeno 6 milioni di euro e non più 8″. Ecco alcuni numeri sugli investimenti già messi in campo per Matera 2019:
“A fronte di un investimento in candidatura di 1.8 milioni di euro, i ritorni diretti in comunicazione sono stati pari a 18 milioni di euro; il turismo di Matera e della Basilicata è cresciuto del 140% e il valore immobiliare in città ha registrato un aumento del 13%, con una notevole ricaduta in termini di posizionamento e di orgoglio”.
Nel corso del suo intervento Verri ha illustrato il lavoro che la Fondazione Matera-Basilicata 2019 sta svolgendo a partire dal 17 ottobre 2014, quando Matera è stata nominata Capitale Europea della Cultura 2019. «Un titolo che è stato vinto – ha spiegato Verri – non perché Matera sia una città del passato, bensì del futuro. Un titolo conquistato non contro le altre città italiane con cui Matera era in competizione, ma per l’Italia intera, con l’obiettivo di essere di servizio al Paese e al Sud in particolare. Ciò che è stato premiato dalla Commissione Ue è stata la sfida che Matera si è posta: far diventare la città un luogo da cui realizzare produzioni culturali che dovranno essere portate in tutto il mondo e allo stesso tempo attrarre sul territorio talenti e investimenti per far crescere la città e la regione intera. Come infatti testimoniano alcuni casi di successo (Glasgow 1990, Liverpool 2008, Linz 2009, Umea 2014), il titolo di Capitale Europea della Cultura porta delle importanti ricadute sul territorio, nel breve e medio periodo, in termini di trasformazioni urbane, crescita del turismo, attrattività dovuta al nuovo posizionamento. Anche a Matera cominciano a vedersi i primi effetti”.
“All’interno di questo quadro si inserisce il lavoro della Fondazione Matera-Basilicata 2019 che – ha precisato Verri – ha il compito di gestire il programma culturale descritto nel dossier di candidatura. Noi lavoriamo quindi sull’immateriale, con risultati meno visibili nell’immediato, ma molto radicati. Tutto ciò che riguarda le infrastrutture compete alle istituzioni comunali, regionali e nazionali, che hanno stanziato dei fondi specifici per esse. L’ attività della Fondazione è distribuita in un arco di tempo di sei anni, divisi in tre biennalità: 2015/2016 dedicati alla costruzione delle competenze, 2017/2018 alla co-produzione e preparazione dei prodotti culturali, 2019/2020 alla produzione, presentazione e consolidamento dei progetti, che continueranno ad essere distribuiti fino al 2022. Nel biennio che si sta per concludere è stato innanzitutto definito lo staff della Fondazione, un soggetto non verticale ma orizzontale, una piattaforma collaborativa fatta di poche persone che lavorano in rete con il territorio (istituzioni, scuole, associazioni); al contempo sono stati portati avanti alcuni dei progetti pilota del Dossier come Basilicata Fiorita (cluster Gardentopia), Future Digs, Lumen, Materadio, l’Open Design School, che insieme all’IDEA, l’Istituto demo-etno-antropologico, costituisce uno dei pilastri di Matera 2019, e Build Up, il programma di formazione delle competenze per gli operatori del territorio».
Il Direttore Verri ha poi illustrato la composizione del budget complessivo che la Fondazione Matera-Basilicata 2019 deve gestire, per un totale di 52 milioni di euro, dettagliando le singole voci di spesa e i ritorni attesi per il territorio, sia in termini occupazionali che di immagine. “In un’ottica di cultura aperta cui il Dossier “Open Future” si ispira, fondamentale per la riuscita del progetto Matera 2019 – ha detto Verri – sarà la rete delle relazioni con le associazioni e gli enti della regione, dell’Italia e dell’Europa,le imprese, i lucani all’estero, le altre città italiane candidate al titolo di Capitale europea della Cultura 2019 insieme a Matera (Ravenna, Siena, Perugia, Cagliari, Lecce). Queste, insieme all’individuazione dei soggetti attuatori del progetti del Dossier, saranno le nostre prossime tappe”.
Raffaele Lagravinese, ricercatore in economia Unibas, ha sottolineato i casi di successo legati a tre capitali europee della cultura: Glasgow 1990, Liverpool 2008 e Linz 2009. L’auspicio è che Matera possa entrare in questa lista di capitali europee della cultura che hanno fatto registrare un sensibile sviluppo sotto il profilo sociale, culturale ed economico.
Avviando il dibattito la giornalista Sky Ilaria Iacoviello ha chiesto subito un parere su quello che è stato fatto e su quanto c’è ancora da fare per Matera 2019 proprio a Susanna Camusso, segretaria nazionale Cgil. “Nella vita ci facciamo guidare dall’ottimismo della volontà e dal pessimismo della ragione. Io preferisco il pessimismo della ragione perchè altrimenti si racconta solo una storia invece di spronare a fare le cose che servono. I fondi che arriveranno per Matera 2019 a mio avviso non devono essere utilizzati solo per una vetrina di quel momento ma per fare un salto di qualità guardando al futuro. L’ultima volta che sono venuta qui a Matera mi sono ritrovata sempre in questo auditorium per discutere di lavoro con i giovani. In quella occasione la richiesta è stata molto chiara: i giovani chiedono di avere le possibilità di lavorare sul proprio territorio. Purtroppo anche oggi percorrendo la strada per Matera ho trovato le stesse interruzioni stradali che ho trovato l’ultima volta che sono venuta qua. Come ne usciamo? io la dico brutale. La cultura è patrimonio dell’umanità e con la cultura si mangia, la cultura è un investimento e bisogna avere una rete per renderla fruibile. Aggiungo anche che non abbiamo una politica industriale del turismo. Abbiamo l’idea che sul turismo pur possedendo grande patrimonio artistico del mondo si punta sul low cost. Se si vuole vendere un prodotto che è cultura ci vuole un turismo di qualità, ci vogliono le reti. E bisogna fare i patti sulla legalità”.
Il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa non fa sconti alle istituzioni sui ritardi accumulati per Matera 2019: “Il ritardo è causato dall’assenza di un coordinamento da parte della Regione Basilicata, che deve diventare la cabina di regia se vogliamo fare di Matera 2019 un’occasione straordinaria per tutta la regione. Ho sentito Verri che ricordava i 52 milioni stanziati dal Governo Nazionale ma a questi vanno aggiunti i 650 milioni in conto capitale per le infrastrutture. In particolare l’emergenza da affrontare riguarda la mobilità. Ho sentito dire che sono in crescita i dati sull’occupazione a Matera ma il saldo positivo è determinato dalla crescita dei voucher. Il 6 maggio 2015 abbiamo chiesto ufficialmente alla Regione di aprire una Vertenza Sud e di coinvolgere anche le altre regioni del Mezzogiorno. Non abbiamo avuto risposta. Non serve firmare solo i pattini con il governo nazionale. C’è un limite evidente della nostra classe dirigente ma se non c’è la capacità di negoziare non si va da nessuna parte. Il 9 aprile scorso abbiamo fatto una marcia del lavoro ma non si è ancora aperto un confronto con la Regione. Abbiamo lanciato un documento programmatico sul quale attendiamo risposte. Uno dei temi più importanti resta quello della mobilità. Il sistema dei trasporti prevede una spesa in Basilicata di 110 milioni di euro, di cui 40 a carico del bilancio regionale e gli altri 70 provenienti dal Governo centrale. Mi auguro che non ci siano tagli”.
Il consigliere regionale Roberto Cifarelli rassicura l’esponente sindacale della Cgil: “Non ci saranno tagli ma vogliamo razionalizzare un sistema dei trasporti che denota alcune criticità: ci sono bus che viaggiano vuoti mentre non ci sono collegamenti adeguati per collegare i due capoluoghi di regione, Matera e Potenza, per la tratta Matera-Bari e per collegare la città dei Sassi con l’aeroporto di Bari-Palese. Il problema delle infrastrutture va affrontato d’intesa con il Governo nazionale perchè la Regione non può fare nulla da sola”.
Il Presidente della Fondazione Matera-Basilicata 2019, Aurelia Sole, in qualità di Rettrice dell’Università degli Studi della Basilicata, ha sottolineato come l’istituzione universitaria abbia creduto fortemente nel progetto Matera 2019, istituendo dei corsi di laurea a Matera legati al settore culturale, per far sì che i giovani abbiano la possibilità di formarsi nel proprio territorio e provare a costruire qui il loro futuro. “La creazione stessa dell’Università in Basilicata – ha detto la Sole – è stata un’idea lungimirante, dopo il terremoto del 1980. Nonostante le grandissime difficoltà determinate dal taglio dei finanziamenti alle Università più piccole, il nostro Ateneo ha aumentato il numero di immatricolati e riesce ad attrarre studenti anche dalle regioni limitrofe. Ora con Matera 2019 tutto il Sud ci guarda con ammirazione. È necessario fare rete e lavorare insieme per cogliere al meglio la grande opportunità che ci è stata data e che non possiamo perdere, soprattutto per i nostri giovani”.
Giampaolo D’Andrea, capo di Gabinetto del MiBACT: “Dobbiamo rimediare a una contraddizione che c’è, cioè che a beneficiare del flusso turistico italiano sono le località più conosciute dall’Italia e per un effetto di maggiore facilità logistica sono le aree del Centro Nord. Dobbiamo spostare l’attenzione al Sud per creare effetti di miglioramento a cascata”.
La platea si riscalda e ricorda che Matera non ha ancora un collegamento ferroviario. In proposito la Camussi ha sottolineato: “Non si fanno investimenti in infrastrutture al sud perchè dicono che non conviene farne. Io insisto nel dire che vanno fatti investimenti al sud. Il piano decennale del Gruppo Ferrovie dello Stato è uno schiaffo alla Basilicata e a Matera, devo dirlo, si arriva comodamente e lentamente”.
Michele Capolupo
Di seguito l’intervento di Eustachio Nicoletti, segretario generale Cgil Matera.
La Cgil di Matera, con il sostegno e la condivisione della Cgil Nazionale e Regionale, ha deciso di affrontare lo stato dell’arte della programmazione e delle attività legate alla prestigiosa designazione di Matera Capitale europea della cultura 2019, provando contestualmente ad avanzare ulteriori proposte per creare i presupposti adeguati per sostenere l’evento internazionale anche attraverso l’individuazione di condizioni strutturali utili al rilancio socio-economico e culturale oltre che occupazionale della città di Matera e di tutta la Basilicata.
Un processo che il 17 ottobre 2014 ha aperto aspettative e potenzialità a Matera ed a tutta la regione Basilicata che ancora presenta percentuali e parametri di reddito medio, disoccupazione, povertà, emigrazione intellettuale rilevanti e strutturali rispetto a quelli dei paesi europei, ma anche nazionali e per alcuni versi meridionali.
Purtroppo, a quasi 3 anni dal 17 ottobre 2014, data di designazione di Matera 2019, è consapevolezza dell’opinione pubblica, delle associazioni, dei cittadini che la gestione operativa del prestigioso evento denota certamente un ritardo ed un inadeguato coordinamento tra i livelli istituzionali comunali, regionali e nazionali che potrebbe condizionare negativamente l’occasione unica e irripetibile quale è Matera 2019.
Per queste ragioni, come organizzazione sindacale, abbiamo sentito la necessità di farci promotori di portare alla discussione tutti i rappresentanti istituzionali dei diversi livelli coinvolti (comunale, regionale, ministeriale, università, fondazione) affinchè si possano individuare tutte le sinergie possibili a partire dalle responsabilità amministrative e politiche di cui ognuno è portatore.
Servono strategie che focalizzino l’obiettivo fondamentale sulla città di Matera per rispondere alle aspettative nazionali e internazionali, per poi essere in grado di trainare virtuosamente tutta la Basilicata ed il Sud in un processo che valorizzi i beni ambientali, archeologici, monumentali e paesaggistici.
Serve la costruzione di approcci e momenti di condivisione partecipata con le parti sociali, le associazioni datoriali e culturali sulla programmazione e scelte affinché queste possano essere ricercate e ponderate per un successo di lungo periodo.
Infatti, non tutte le esperienze di capitale europee hanno puntato su interventi strutturali che consentissero alla città di superare la crisi del sistema produttivo e industriale in declino riconvertendo verso modelli di sviluppo fortemente interconnessi all’economia della cultura.
In Italia la cultura genera:
• il 5,4% della ricchezza prodotta, ossia 75,5 miliardi di euro;
• un milione e quattrocentomila persone occupare pari 5,7% del totale degli occupati del Paese.
Se si allarga oltre le imprese che producono cultura a tutta la FILIERA della CULTURA ossia settori correlati alla cultura come il turismo, il commercio, i trasporti, le attività immobiliari, il marketing e pubblicistica, il valore aggiunto prodotto dalla cultura vola dal 5,8% al 15,3% del totale dell’economia nazionale.
L’evento di Matera 2019 allora deve velocemente avviare e catalizzare processi di rigenerazione, di riconversione produttiva, di miglioramento dell’immagine turistica, di sviluppo inclusivo.
Deve realizzare infrastrutture, contenitori culturali e interventi urbanistici da lasciare in eredità al territorio, consapevoli del fatto che il 17 ottobre 2014, Matera è giunta alla candidatura con alcuni GAP:
a) “come raggiungere”, perché bisogna rendere accessibile Matera attraverso efficienti collegamenti viari, aereoportuali e ferroviari: la programmazione infrastrutturale è ricca di annunci, ribaltamenti e mancate chiarezze sulle decisioni e sui crono programmi.
b) “città sicura”, perché da sempre distante da centri di traffici più o meno leciti, potrebbero renderla impreparata da aggressioni tese a modificare la tranquillità e lo sviluppo trasparente e legale delle attività imprenditoriali e commerciali.
c) turismo sostenibile, perché, la piccola Basilicata, che ha già 1 milione e 800 mila visitatori, deve pensare sì ad una crescita del turismo, ma nel contempo, concepire un nuovo modo di fruizione del paesaggio e della storia locale, connesso alle forme produttive innovative di contenuti digitali e di forme artistiche e/o scientifiche che a partire dalla forza trainante di Matera 2019 si estenda su tutto il territorio lucano ricco anch’esso di storia e di bellezze naturali.
d) Infrastrutture immateriali: perché la città non è sufficientemente solida sulla conoscenza (università, ricerca, conservatorio, scuole, infanzia, ecc.), scarsa è la presenza dell’impresa privata e monodirezionale è la comunicazione.
Il sindacato, allora, utilizzando tutti gli strumenti e le azioni politico-sindacale, intende contribuire affinchè il percorso verso il 2019 si sviluppi nella direzione di coniugare la dimensione del lavoro e lo sviluppo della cultura creando le condizioni in grado di coinvolgere appieno la città e i suoi cittadini.
La fotogallery dell’incontro della Cgil (foto www.SassiLive.it)
Verri è concreto circa il logo.. Le risorse da spendere sono chiare, buchi non ce ne dovrebbero essere. Un pò di trasparenza nella rendicontazione non farebbe male. Si potrebbero rendere pubbliche le risorse spese per la candidatura anche perchè sono già state rendicontate in Regione. Il resto, da quanto sembra, è stato passerella.