Il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha preso parte nel pomeriggio a un seminario interattivo su internet organizzato da Sviluppo Basilicata e dedicato ai modelli di sviluppo del prossimo futuro e alle opportunità per le startup e le imprese.
“I mesi dell’emergenza sanitaria, che speriamo sia ormai in fase di superamento anche se manteniamo alta la guardia – ha detto Bardi – hanno portato molti disagi alle famiglie e alle imprese, cambiando abitudini consolidate nella vita e nel lavoro. Le istituzioni, a partire da quella che mi onoro di rappresentare, hanno offerto nella prima fase risposte necessariamente emergenziali: abbiamo pensato innanzitutto a quanti da un giorno all’altro hanno perso il lavoro ed il reddito, al sostegno alle famiglie disagiate e poi successivamente al sostegno alle imprese che sono il vero motore dell’economia regionale. Ora – ha osservato il Presidente- mentre da un lato cerchiamo di uscire dall’emergenza sanitaria grazie alle scelte responsabili dei cittadini ed al supporto di un servizio sanitario che sempre di più deve essere in grado di aderire ai bisogni di salute, dobbiamo cercare di cogliere le opportunità che questa crisi può generare per far ripartire l’economia. Per uscire dalla crisi ci vogliono idee e imprese nuove e originali. Per questo è importante parlare di modelli di sviluppo del prossimo futuro e opportunità per startup e imprese. Partiamo dall’esperienza concretamente messa in campo da Sviluppo Basilicata, che attraverso l’incubatore significativamente ubicato nel Campus universitario di Macchia Romana offre un riferimento ai giovani che attraverso le startup vogliono inventarsi il lavoro, partendo dalla verifica dell’idea fino alla strutturazione dell’impresa, e le aiuta ad orientarsi accompagnandole a posizionarsi sul mercato. Oggi abbiamo 8 start up incubate, più tre incubate virtualmente, che condividono gli spazi e mi auguro possano essere indotte a condividere anche gli obiettivi ed i progetti futuri per lo sviluppo della regione. Perché è con le grandi idee – ha osservato Bardi – che si può innovare l’impresa, raccogliere investimenti, creare lavoro. La Basilicata ha tanti giovani bravi, che hanno studiato e possiedono le giuste professionalità: con il supporto di Sviluppo Basilicata vogliamo aiutarli a coltivare il proprio sogno imprenditoriale, a contaminarsi con l’esperienza e le idee di altri giovani. Più le startup lavoreranno insieme e più riusciranno ad agire in una logica di sistema e saranno in grado di crescere rapidamente e di condizionare positivamente l’economia della Basilicata. La Basilicata – ha detto ancora Bardi – deve popolare la mappa delle startup italiane e l’incubazione deve entrare nel tessuto di sviluppo delle imprese lucane. Serve un’analisi dello scenario nel quale ci troviamo per poter anticipare i tempi, immaginare nuovi modelli e dare una spinta positiva per il futuro. E serve una rinnovata capacità di ascolto da parte delle istituzioni, che devono orientare le proprie scelte e gli investimenti pubblici sulla base delle esigenze del mondo produttivo, che vanno tradotte in strategie di sviluppo. Dobbiamo cioè fare tesoro dell’esperienza di questi mesi per progettare il futuro, facendo tesoro dell’enorme sviluppo delle tecnologie di comunicazione che in questi mesi di isolamento tantissimi cittadini si sono abituati ad utilizzare. Da una emergenza deve nascere un’opportunità. Pensiamo al cosiddetto lavoro agile, che si è diffuso in questi mesi in maniera irreversibile nel pubblico e nel privato, e che richiede un cambio netto dei modelli organizzativi delle aziende. Attivando modelli virtuosi per ottenere dai propri dipendenti prestazioni da casa, molte imprese hanno trasformato le restrizioni messe in campo per contrastare la diffusione del coronavirus in una opportunità. Il periodo che molti lavoratori hanno vissuto lavorando in casa ha dimostrato le potenzialità e i benefici dello smart working. Il tema è come trasformare queste esperienze, che le aziende sono state costrette ad attivare, in pratiche non soltanto emergenziali. È auspicabile che oltre la legislazione emergenziale lo smart working venga riconosciuto pienamente in futuro come una modalità che aiuta allo stesso tempo la produttività delle imprese e la qualità del lavoro, e non solo come mezzo per tutelare, ad esempio, i genitori di figli disabili, cosa peraltro giusta e sacrosanta, o come strumento da utilizzare in altri casi particolari. Perché i giovani possano godere di nuove opportunità – ha concluso Bardi – attendiamo da loro l’energia necessaria per rovesciare i paradigmi dello sviluppo. Anche le istituzioni devono reinterpretare il loro ruolo trasformandosi da meri enti erogatori di risorse a pioggia a propulsori e sostenitori di politiche di innovazione. Politiche non pensate a freddo dai decisori politici ma programmate con il conforto di chi dovrà goderne dei vantaggi”.