A Balvano per ricordare e avere memoria ma anche per guardare lontano e costruire così il nuovo futuro dopo una nuova catastrofe fatta di vite spezzate ma non meno tragica del 1980.
Partendo da qui il Presidente della Provincia di Potenza, @RoccoGuarino, ha voluto partire per ricordare la tragedia del 23 Novembre ma anche per lanciare un messaggio di solidarietà e rispetto umano unica soluzione per rinascere insieme e ricostruire il senso di unità che serve per far rinascere questo Paese e salvare anche la nostra Basilicata.
“Investire sulla ricerca, sulla difesa del territorio, sulla prevenzione e noi Sindaci con le nostre responsabilità siamo pronti ad assumerci responsabilità ma senza risorse – ha detto Guarino – non possiamo fare nulla”.
Le cronache scritte ricordano:
“Quasi 3mila morti, 280mila sfollati, interi paesi andati distrutti: il #terremoto dell’Irpinia del 1980, con la sua magnitudo di 6,9, portò la devastazione più totale tra la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale. Una delle peggiori calamità che l’Italia abbia mai conosciuto nel secolo scorso e di cui ancora oggi si portano i segni.
Erano le 19.34 di domenica 23 novembre 1980 quando una scossa di 90 secondi del 10° grado della scala Mercalli colpì queste zone, con epicentro tra i comuni di Teora, Castelnuovo di Conza e Conza della Campania, interessando un’area di 17mila chilometri quadrati.
I numeri del disastro furono terribili: 280mila sfollati, 8.848 feriti e, secondo le stime, 2.914 morti. Secondo l’Ufficio del Commissario Straordinario, dei 679 comuni appartenenti alle otto aree interessate dal terremoto (Avellino, Benevento, Caserta, Matera, Napoli, Potenza, Salerno e Foggia), ben 506 (il 74%) furono danneggiati.
“Non vi sono stati i soccorsi immediati che avrebbero dovuto esserci – disse due giorni dopo Sandro Pertini, allora presidente della Repubblica. Ancora dalle macerie si levavano gemiti, grida di disperazione di sepolti vivi”.
I resoconti dell’Ufficio del Commissario Straordinario hanno quantificato i danni al patrimonio edilizio. È risultato che dei 679 comuni che costituiscono le otto aree interessate globalmente dal sisma (Avellino, Benevento, Caserta, Matera, Napoli, Potenza, Salerno e Foggia), 506 (il 74%) sono stati danneggiati.
L’entità drammatica del sisma non venne valutata subito; i primi telegiornali parlarono di una «scossa di terremoto in Campania» dato che l’interruzione totale delle telecomunicazioni aveva impedito di lanciare l’allarme. Soltanto a notte inoltrata si cominciò a evidenziarne la più vasta entità. Da una prospezione effettuata nella mattinata del 24 novembre tramite un elicottero vennero rilevate le reali dimensioni del disastro. Uno dopo l’altro si aggiungevano i nomi dei comuni colpiti; interi nuclei urbani risultavano cancellati, decine e decine di altri erano stati duramente danneggiati”.