Coviello (Lega): La sera del 23 novembre 1980 sono state scosse anche le coscienze sulla questione meridionale. Fiat ed Unibas i più grandi interventi in terra lucana dal sisma ad oggi”. Di seguito la nota integrale.
Gli effetti del sisma del 23 novembre 1980, su un’area di 20 mila chilometri quadrati a ridosso tra Basilicata e Campania, furono devastanti: 2.630 vittime, migliaia di feriti, 36 comuni gravemente danneggiati e circa 123 mila persone dell’entroterra lucano e dell’Irpinia persero la casa e i ricordi della loro vita. Un’immane tragedia che si era abbattutta su alcune popolazioni che storicamente vivevano palesi condizioni di arretratezza. La sera del 23 novembre del 1980 sono state scosse anche le coscienze sulla questione meridionale sollevata anni addietro da Nitti a Gianturco, illustri meridionalisti lucani: mancanza di servizi, mancanza di infrastrutture, mancanza di concrete opportunità di sviluppo e di occupazione, mancanza di futuro. Questo drammatico evento è uno spartiacque: a quarant’annni dal sisma è cambiata la società, è cambiata la Basilicata ed è cambiato il modo di affrontare le emergenze successive come in Molise, in Abruzzo o in Emilia Romagna. L’Università degli Studi della Basilicata è stato uno dei più grandi interventi in terra lucana dal post sisma ad oggi e la futura istituzione della facoltà di medicina è un tassello fondamentale per potenziare l’offerta di un ateneo figlio della L. 219, istituito tra non poche perplessità e che ha contribuito alla formazione di intere generazioni. Lo stabilimento automobilistico di Melfi rappresenta un’opportunità che, ad oggi, ha permesso all’area nord della Basilicata un notevole sviluppo economico ed occupazionale. Cesare Romiti, decise di concentrare gli investimenti nella Basilicata post sismica e fu oggetto di critiche: attualmente la Fiat parla anche lucano e per noi è motivo di orgoglio. Permangono le storiche difficoltà che esulano dalla Basilicata per abbracciare il Mezzogiorno. Molto è stato fatto per mitigare quel senso di arretratezza e per rispondere alle esigenze del territorio anche grazie al sisma del 1980. Le emergenze insegnano che dopo un periodo difficile è fisiologica una fase di florido sviluppo e di crescita, è quello che auspichiamo, non solo per la Basilicata, a seguito della pandemia da Covid-19. Di primaria importanza sarà l’impulso del governo centrale e l’azione delle amministrazioni regionali, con investimenti mirati e strategici, ponderati e ambiziosi, affinché come nel 1980, il 2020 possa rappresentare un ulteriore impulso per la crescita e lo sviluppo della Basilicata e del Mezzogiorno.