E’ “guerra fredda” nella Lega in Basilicata. Con un post su facebook l’ex senatore materano Tito Di Maggio, esponente materano della Lega chiede “per un amico di Potenza”: “Ma è possibile che la Lega di Basilicata debba avere un Commissario così di spicco?.
Con uno screenshot di un articolo di stampa Tito Di Maggio ricorda che c’è un’inchiesta giudiziaria in cui è coinvolto l’attuale commissario della Lega Basilicata, il senatore Roberto Marti.
L’inchiesta per cui Marti sarebbe indagato per reati che vanno dal tentato abuso d’ufficio al tentato peculato è scoppiata il settembre 2018 a Lecce, città natale del politico: voti elettorali sarebbero stati scambiati con alloggi popolari.
Nell’indagine è finito anche Marti, che è stato assessore ai servizi sociali del Comune di Lecce dal 2004 e il 2010, nella giunta di centrodestra guidata all’epoca dal sindaco Paolo Perrone. Accuse tutte da dimostrare, ovviamente.
Ricordiamo che l’inchiesta della Procura ha preso il via dalla sospetta assegnazione ad un elemento di spicco della Sacra Corona Unita di un immobile confiscato alle organizzazioni mafiose del Salento.
Pasquale Cariello, Consigliere Regionale Lega Basilicata e Luigi Modrone, Responsabile Organizzativo Regionale Lega Basilicata: “Attacchi ingiusti e inopportuni al commissario della Lega Basilicata Roberto Marti”
L’attacco a mezzo social lanciato oggi da Tito Di Maggio al commissario regionale della Lega Basilicata, il senatore Roberto Marti, è ingiusto, inopportuno e privo di valenza politica. All’ex senatore Di Maggio vorremmo solo ricordare che da quando è nella Lega nessuno si è accorto della sua presenza prima dell’uscita odierna. Probabilmente l’accusa lanciata a Marti è solo un mezzo per aprire un dibattito politico ma il modo è sbagliato nei toni e nei contenuti. Al coordinatore regionale della Lega va il nostro sostegno e invito a non mollare e a continuare nel solco di una politica seria, coerente e lungimirante che la Lega Basilicata sta mettendo in atto, guardando più a volti nuovi e giovani capaci che a vecchi politici in cerca di un posto al sole. Non è che l’uscita di Di Maggio, forse, va letta come una reazione per non aver raggiunto qualche aspirazione personale?