Giovanni Barozzino, senatore di Sinistra Italiana-Liberi e Uguali e componente della Commissione Senato infortuni sul lavoro, in una nota commenta la tragedia sul posto di lavoro che è costata la vita a tre operai. Di seguito la nota integrale.
Ancora una volta una tragedia su un luogo di lavoro. Questa volta, a perdere la vita, sono Marco, Giuseppe e Arrigo e il fratello di quest’ultimo, Giancarlo, è in gravi condizioni. Non chiamiamoli morte bianche, perché di bianco, queste morti, non hanno nulla.
Il fatto che succeda all’interno di una fabbrica in cui, fino a ieri, la sicurezza sembrava essere tenuta in massima considerazione, allarma ancora di più, se possibile, perché significa che quando andavamo denunciando in questi anni sul livellamento verso il basso delle condizioni di lavoro, a partire dalla sicurezza, avevamo terribilmente ragione. Oggi ancora una volta siamo qui a piangere dei lavoratori. Ma le nostre lacrime rischiano di assomigliare molto a quelle dei coccodrilli, perché dopo l’attenzione che, a queste tragedie, viene dedicata nei primi giorni, poi scompare, e l’intera vicenda torna nell’oblio… fino alla prossima morte.
All’indomani della tragedia della Tyssen sembrava che il paese tutto – e con esso chi lo governava – fosse oramai stanco di assistere a questa lesione primaria del diritto alla vita e del diritto al lavoro. In questi anni di mia presenza in Parlamento ho lavorato alla istituzione di una Commissione specifica sul tema degli infortuni sul lavoro ma se ancora registriamo questi incidenti, significa che non basta, non è bastato e che bisogna cimentarcisi in azioni più efficaci… servono controlli maggiori e meno superficiali…meno accomodanti, perché quella della sicurezza sul lavoro è una questione che riguarda tutte e tutti noi. Inoltre servirebbe una legge precisa contro queste morti che sono, di fatto, omicidi, magari partendo dal disegno di legge presentato dal sottoscritto e da altri parlamentari ma che la maggioranza uscente non ha voluto discutere: è una questione di democrazia; è una questione di civiltà oltre la quale c’è solo la barbarie cui assistiamo quotidianamente.