Il consigliere regionale Piero Lacorazza commenta in una nota le dichiarazioni del gruppo consiliare del PD alla Regione Basilicata sulla decisione del Tribunale del riesame di confermare il divieto di dimora a Potenza per il governatore lucano Marcello Pittella, coinvolto nell’inchiesta sulla Sanità lucana. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
“Mi rendo conto che la sentenza della Corte di Cassazione aveva generato aspettative tanto per l’ordinanza del Gip quanto sulla decisione del Tribunale del Riesame relative alla richiesta di revoca delle misure cautelari disposte al Presidente Marcello Pittella. Una circostanza particolare che solo con le motivazioni potrà meglio far capire le argomentazioni addotte dai giudici.
La storia di ciascuno di noi e le posizioni assunte in questi anni e mesi lasciano ancorata al garantismo la nostra cultura politica, ancor di più in una condizione in cui il processo mediatico consuma persone e fatti prima che le aule di un tribunale pronuncino definitivamente la sentenza.
Nel caso specifico che ha riguardato il Presidente Pittella in più di qualche circostanza ho espresso la mia opinione; ho anche votato contro la mozione di sfiducia proposta dalle minoranze del mese di luglio nonostante le mia posizione contraria al Pittella bis fosse precedente alla vicenda giudiziaria.
Premesso ciò giudico fuori luogo i toni utilizzati dal gruppo Pd, dal quale, come è noto, sono autosospeso. I toni trascinano anche il merito della posizione in una sorta di conflitto, apparentemente tra poteri, nella sostanza tra la disperazione e il benservito. La disperazione sta nell’aver legato la vicenda politica del Pd e del centrosinistra lucano ad una sentenza o ordinanza che potesse riproporre la possibilità di una ricandidatura di Marcello Pittella alla Presidenza della Regione; una strada ritenuta da alcuni quasi obbligata per far quadrare qualche equilibrio intorno agli assetti che hanno eletto Mario Polese segretario regionale del Pd. Lo stesso segretario regionale ha imboccato questa strada per necessità; se non fosse cosi avrebbe dovuto da tempo scegliere di evitare il doppio ruolo e costruito alte strade dopo il ‘passo di lato’ di Marcello Pittella.
E oggi, come più volte detto, si dimostra inadeguata questa direzione politica. Anche nell’ultima assemblea regionale ha prevalso un certa arroganza evitando di rintracciare punti di unità piuttosto che di rottura.
E poi c’è il benservito a Marcello Pittella, per la seconda volta dopo la non candidatura al Parlamento, poiché non si è scelta una via politica per accompagnare, con equilibrio, un giusto percorso. Qui c’è una responsabilità di un largo gruppo dirigente (?) che non ha saputo o che non ha voluto ragionare nell’attesa che un tribunale sciogliesse il nodo della sua ricandidatura.
Non una ma più strade e via d’uscita abbiamo indicato anche nel contemperare aspetti politici ed umani. Noi possiamo aiutare un percorso di ripresa di unità e di responsabilità se ci saranno condizioni e segnali politici inequivocabili che forse questa guida politica del PD lucano non è in condizione di garantire perché più abituata all’autosufficienza che al governo di idee e rappresentanze diverse radicate nella società”.