Pasquale Tucciariello, presidente del Centro Studi Leone XIII, in una nota presenta alcune proposte per favorire un incremento demografico in Basilicata.
Emergenze lucane, demografia. Ciò che io domando è: può, il massimo ente regionale, puntare per i prossimi sei anni a realizzare un incremento demografico di 50 mila abitanti attraverso a) Utilizzo delle risorse a costo zero per l’Ente (trasformazione del legno, ma non solo); b) valorizzare il bene ambiente anzi trasformarlo e renderlo attrattivo senza costi aggiuntivi significativi (una squadra di 10 operai/e forestali stazionano su una strada di 200 metri circa dal lunedì al venerdì per la pulizia delle cunette, esempio di sfascio del sistema, e questo sotto gli occhi di tutti, ovviamente determinando in ciò non riso ma sfiducia, abbandono, scetticismo verso concrete possibilità di cambiamento e di miglioramento delle nostre condizioni. La Regione paga – quanto dovrei trovarlo – una montagna di quattrini a fronte di 151 giornate lavorative prima e costi di disoccupazione poi per tenere inattive tutte quelle unità che invece potremmo tenere impiegate tutto l’anno. Dico, spalmiamo l’intero costo per ogni operaio forestale tutto l’anno e teniamolo impegnato tutto l’anno con un contratto, esempio, 5 ore al giorno. Con la pulizia delle nostre strade renderemmo attrattivo il territorio – oggi repulsivo – e gli operai potrebbero realizzare, in montagna, rifugi in legno, laghetti artificiali, viali, aree dedicate per attrazione turistica e desiderio per i nativi di restare in loco). E la funivia di Monticchio. Tre tronchi: Atella-Rionero col Vulture, Melfi con Vulture, Vulture con Monticchio. 30 milioni di euro, butto lì una cifra possibile, e tu porti qui 100 mila turisti in più rispetto a quelli attuali, come la funivia di Monticchio in parte è riuscito a fare dal 1964/1978, quindici anni di sogno, stroncati, senza che mai la classe dirigente regionale sia riuscita a rialzare la testa. Ogni area, un grande polo di attrazione. Poi le grandi arterie, le strade. Anche le associazioni, il volontariato in genere, determinano cambiamenti. Un gruppo di ricerca, che studi le possibilità di sviluppo sociale ed economico delle aree territoriali, specie quelle, come il Vulture, ad elevata vocazione turistica, agricola, industriale, può determinare cambiamenti significativi attraverso idee progettuali, possibilità e modalità di finanziamenti, indicazioni su tempi certi di intervento. Non possiamo rimanere inattivi mentre la comunità lucana si riduce anno dopo anno per numero di abitanti. Di qui a breve la Regione si attiverà per elaborare il documento politico-programmatico 2021/2027, Piano Strategico con i suoi programmi operativi, dove si giocano i destini della Basilicata: o clientelismo, spese non produttive, promozioni e carriere come per gran parte è accaduto finora, o inversione di rotta, che significa analisi, progetto, ricerca di finanziamenti, obiettivi, tempi certi. Non abbiamo ancora notizie in merito a cambiamenti. E sulla sanità, questione che ha portato allo smantellamento della classe dirigente regionale negli ultimi vent’anni, tutto è rimasto invariato.