I consiglieri dimissionari Pasquale Doria, Marilena Amoroso, Marina Susi e Liborio Nicoletti in una nota commentano l’ultima delibera approvata dalla giunta guidata dal sindaco uscente Domenico Bennardi con cui sono stati assegnati 19,1 milioni di euro alle Fal per realizzare anche sette postazioni di ricarica elettriche per il collegamento tra Altamura e Matera con locomotori a batteria.
Altro “regalo” della Giunta Bennardi, nuove risorse alle Fal prima dello scioglimento del Consiglio
Coda amara un attimo prima del fine mandato amministrativo, ovviamente senza alcun confronto preventivo. Si tratta di un altro impegno di risorse pubbliche affidate alle Fal in zona Cesarini. Il nuovo fabbisogno ammonta a 19,1 milioni di euro comprendenti, tra l’altro, sette postazioni di ricarica elettriche per il collegamento tra Altamura e Matera con locomotori a batteria. Sono 5, per la precisione. Ognuno costa 9 milioni di euro e tutti sono destinati a muoversi su un binario unico a scartamento ridotto. Una spesa che si somma ai 3,5 milioni del terminal fantasma di Serra Rifusa, ai 7 milioni della stazione “pensilina” in Piazza della Visitazione e a un’altra decina del Parco intergenerazionale che verrà. Il tutto sulla tratta dei trenini attualmente in esercizio, per capirsi capolinea a Lanera non oltre, e in assenza del Piano urbano di mobilità sostenibile dimenticato in chissà quale cassetto di via Moro mai discusso in Consiglio comunale.
Il mandato amministrativo è finito così. Malissimo, con un anno d’anticipo e non può davvero dare ipocritamente la colpa agli altri il sindaco. Prima di tutto doveva fare sintesi in modo che la maggioranza rimanesse coesa. Ma non ha saputo tenere in piedi la coalizione, non ha saputo tenere unite le persone e non ha saputo dirimere i dissidi. Nonostante la cospicua eredità ricevuta dalla precedente amministrazione, sono sette i consiglieri di maggioranza che si è perso per strada, in compenso ha trovato per un annetto il sostegno di un esponente di opposizione della Lega. Basta fare i conti. L’esito delle ultime elezioni regionali poi, paradossalmente, sembra abbia rafforzato le solite ambizioni, una miopia politica che si è fatalmente dimostrata impossibile da portare avanti. Inutili e discutibili gli spasmodici tentativi di rimediare all’ultimissimo momento, quando era ormai chiaro che la maggioranza non aveva più i numeri per governare.
Non mancherà il tempo. Bisogna riavvolgere serenamente il nastro degli eventi e mettere in fila una serie di bramosie, svarioni e cantonate che hanno determinato la capitolazione della Giunta Bennardi. Solo in questo quadro emergenziale i consiglieri di opposizione dimissionari hanno assunto la responsabilità di contribuire a interrompere, per il bene della comunità, una vicenda nata fragile e divenuta sempre più insostenibile. Va detto con forza che non hanno prevalso compromessi municipali di comodo. A tutto c’è un limite, tranne che alla realtà mistificata.
Come anticipato, in particolare chi stava intorno al sindaco, il “cerchio tragico”, non ha saputo gestire i gruppi di maggioranza per garantire la coesione. Anzi, ha cercato alibi e spesso utilizzato posizioni di forza per spegnere ogni espressione di dissenso pur di far valere le proprie ragioni. Di più, oltre che stucchevole, si è rivelata alquanto fallimentare la strategia comunicativa, ammesso che di strategia si possa parlare, ovvero affidarsi alla realtà virtuale facendo ossessivamente leva sulla pancia dei social media. Come direbbero quelli bravi, indice di una scarsa attitudine al problem solving.
Dare la colpa agli altri, dopo mesi e mesi di galleggiamento e navigazione a vista, non è di sicuro il segno distintivo di una politica degna di questo nome. Tanto più che la compagine che nel 2020 si definì “amministrazione di tutti”, al margine della vittoria tipica da biglietto della lotteria, si è immediatamente rivelata essere un continuo distinguere gli “amici” dagli avversari politici e, purtroppo, nell’insieme di questi ultimi non sono rientrati solamente le compagini degli schieramenti avversi, bensì anche semplici cittadini considerati “nemici” che esprimevano le proprie rimostranze di fronte allo stallo amministrativo e allo scivolamento nel baratro di una realtà che ha trasformato Matera, si pensi al flop del Pnrr, nella città delle risorse e delle occasioni mancate.
Inutile elencare, la girandola continua di assessori, ovvero cinque rimpasti in quattro anni, evocano palesi errori da cupidigia che racchiudono più di ogni altra sintesi uno stato di crisi amministrativa profondo e per niente politico. Adesso, si apre un periodo più o meno complesso prima delle elezioni, e bisognerà essere consapevoli che tutto il tempo e il terreno perso sarà recuperato non prima dei prossimi 4 o 5 anni. Il deficit accumulato, anche in termini di convivenza politica, è gravoso e chiunque vincerà le prossime elezioni di sicuro non avrà un compito semplice. Non lo sarà pur prendendo a navigare coraggiosamente altri mari, tanto più che già si ode il frastuono dei tanti Isaia che giureranno di essere capaci di far cadere la pioggia anche nel deserto.
I consiglieri dimissionari Pasquale Doria, Marilena Amoroso, Marina Susi e Liborio Nicoletti