Usb: manifestazione ex TIS e reddito minimo di inserimento il 29 novembre a Potenza. Di seguito la nota integrale.
Si è appena conclusa la riunione con l’assessore regionale Galella sul reddito minimo e ex TIS.La volontà politica che è stata rimarcata è quella della chiusura immediata dei progetti a partire già da Dicembre,con il passaggio presumibile alle cooperative sociali cui andrebbe riconosciuto il corrispettivo delle somme oggi erogate nei progetti. L’assessore ha ribadito l’assoluta impossibilità alla stabilizzazione delle platee e quindi si è rivolto alle cooperative affinché facciano da sponda al progetto di smantellamento di TIS e reddito minimo, ricevendo il loro appoggio. La nostra sensazione è che il fine ultimo è quello di dividervi in piccole unità per poi, alla fine dei 10 mesi del 2023 lasciarvi senza alcuna copertura lavorativa. Dagli altri sindacati sono arrivate osservazioni di merito ma nulla più, a dimostrazione che non vi è alcuna intenzione concreta di rifiutare il progetto portato al tavolo dall’assessore. Noi abbiamo preso atto di quanto proposto e abbiamo ribadito la nostra contrarietà a questo progetto, a nostro avviso, di smantellamento. Abbiamo fatto nuovamente presente che nell’attuale platea è previsto il riconoscimento di malattia e ferie e che anche il governo regionale si attivi immediatamente perché vi vengano riconosciuti i 150 e i 200 euro di bonus ( su quest’ultimo punto l’assessore ha risposto che si attiverà immediatamente). Occorre una mobilitazione immediata e convinta di tutti i lavoratori impegnati nei progetti .Vi invitiamo ad organizzarvi per preparare le azioni di lotta necessarie ad imporre le nostre richieste per una stabilizzazione vera che riconosca gli anni di lavoro profusi nei vari progetti a partire dal 2006 . Dal 29 novembre è indetta una manifestazione/assemblea sotto il palazzo della Giunta regionale a Potenza a partire dalle ore 10. Si invita tutti a partecipare per decidere anche ulteriori forme di lotta.
Usb: manifestazione ex TIS e reddito minimo di inserimento il 29 novembre a Potenza. Assessore regionale Galella replica a Usb
“Nell’incontro di lavoro che si è svolto oggi con i sindacati confederali, l’USB e l’alleanza delle cooperative, si è discusso della seconda fase del progetto per la platea dei circa 2 mila lavoratori ex Rmi e Tis, avviato a giugno che entrerà nel vivo nel corso del 2023. Con l’intento di costruire un percorso di lavoro per tutti quelli che, dopo lo screening fatto in questi mesi dall’Arlab, hanno le caratteristiche per poter essere impiegati presso aziende private o cooperative. L’incontro si è chiuso con l’accordo di rivederci dopo aver esaminato la proposta della Regione. Purtroppo i rappresentanti dell’Usb, probabilmente distratti o semplicemente in mala fede, con un loro comunicato hanno completamente travisato la realtà. L’invito ai tavoli di lavoro dovrebbe essere sfruttato per fare proposte reali e non per illudere o fomentare persone che vivono già grandi difficoltà. Così come concordato la prossima settimana ci sarà un nuovo incontro per continuare a lavorare e assicurare a questa platea di circa 2 mila lavoratori il miglior futuro possibile”. È quanto dichiara l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Basilicata, Alessandro Galella, dopo l’incontro avuto oggi in Regione sul progetto relativo ai lavoratori ex Rmi e Tis.
Usb: manifestazione ex TIS e reddito minimo di inserimento il 29 novembre a Potenza. Contro-replica di Usb ad assessore regionale Galella
Con la manovra tornano i voucher, cioè la legalizzazione del lavoro nero: il governo consulta le parti sociali ma dà retta solo ai padroni
Nella nuova legge di bilancio ricompaiono i voucher per l’agricoltura, l’hotelleria, i ristoranti, i caffè e i servizi alla persona, con particolare riferimento ai lavori domestici, ovvero buoni lavoro stampati dall’Inps, con cui il datore di lavoro può pagare ad ora i suoi dipendenti
Introdotti nel 2003 con la legge Biagi, sono stati applicati ufficialmente nel 2008 per alcune categorie di lavoratori per un importo fino a 7.000 euro (poi sceso a 5.000 con il decreto dignità), ed hanno visto una vera esplosione tra il 2012 e 2014 quando il ricorso a tale strumento è passato da 24 a 64 milioni.
Cancellati nel 2017, richiesti a gran voce dalle associazioni datoriali, che addirittura ne vorrebbero l’ulteriore estensione, questo strumento di puro schiavismo torna in auge con l’attuale governo nella manovra di bilancio 2023 con un tetto reddituale raddoppiato a 10.000 euro per ogni lavoratore.
Il governo Meloni ha avviato in queste settimane un tourbillon di incontri e consultazioni con le parti sociali. In realtà, le uniche richieste che ascoltano sono quelle dei padroni. Al tavolo della nuova ministra del lavoro Calderone, la Coldiretti chiese che i voucher venissero reintrodotti, per carità “cambiandogli nome”. E la risposta è arrivata in pochi giorni.