“Con che coscienza la gente salta la lista sapendo che lascia esposto a rischio concreto di morte persone over 75 o persone fragili?”. Alza il tono della voce, Mario Draghi, durante la sua terza conferenza stampa, per ribadire un concetto fondamentale per ripartire. La priorità, ha aggiunto, deve essere riservata alle persone anziane anche alla luce del tasso di mortalità. E su questo punto ci è tornato più volte: la vaccinazione delle categorie a rischio “è importante per la riapertura delle scuole, soprattutto. Una delle ragioni usate per chiuderle fu che i ragazzi contagiano i genitori e i nonni, se mettiamo a riparo queste categorie possiamo riaprire. Forse la faccio troppo semplice”. Draghi ha affrontato la delicata questione vaccini, dopo la nuova circolare sul siero Astrazeneca: approvato dai 18 anni d’età, ma “raccomandato un suo uso preferenziale nelle persone sopra i 60 anni”. Vaccini ma anche riaperture. “Dovranno esserci, non ho una data, ci stiamo pensando in questi giorni, dipende dall’andamento dei contagi e dei vaccini. È chiaro che regioni che sono più avanti nelle vaccinazioni con fragili e più vulnerabili sarà più facile riaprire”. Anche un commento sulla ‘sedia mancante’ della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante la visita ad Ankara dal capo di Stato turco, Recep Tayyip Erdogan: “Non condivido assolutamente Erdogan, credo che sia stato un comportamento inappropriato, mi è dispiaciuto moltissimo per l’umiliazione che la presidente della Commissione Europea ha dovuto subire. Erdogan è un dittatore di cui si ha bisogno. Con questi chiamiamoli dittatori bisogna essere franchi nell’espressione della visione della società ma pronti a cooperare per gli interessi del Paese. Bisogna trovare l’equilibrio giusto”. E la Turchia convoca l’ambasciatore italiano ad Ankara, Massimo Gaiani.
Campagna vaccinale
Ieri c’è stato il cambio di destinazione del vaccino AstraZeneca: raccomandato sopra i 60 anni, ma non vietato negli under 60. La decisione è arrivata dopo il responso dell’Ema che ha parlato di un “possibile nesso tra questo vaccino e rare forme di trombosi”. Su questo punto è intervenuto il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, seduto accanto al premier: “Va ribadito che questo vaccino, Astrazeneca, può coprire la popolazione fragili: le scelte fatte fanno riferimento a eventi trombotici in sede inusuali ma straordinariamenmte rari: 86 casi su almeno 25 milioni di vaccinati”. E Dragi ha ripetuto: “La raccomandazione è usare Astrazaneca per chi ha più di 60 anni”.
La campagna vaccinale va avanti. Sui ritardi “le responsabilità sono di tanti, da una campagna contrattuale un po’ leggera. Per inciso, negli anni a venire ci saranno nuove gare per la campagna vaccinale e i contratti saranno fatti meglio”, ha assicurato il capo del governo. Intanto, l’obiettivo resta sempre lo stesso: mezzo milione di dosi di vaccino al giorno somministrate agli italiani entro fine aprile. “La disponibilità di vaccini non è calata, i numeri sono come prima di Pasqua, sta risalendo secondo il trend previsto. Non ho dubbio sul fatto che gli obiettivi vengano raggiunti – ha spiegato il presidente del Consiglio – E la disponibilità di dosi che abbiamo in aprile permette di vaccinare chi ha più di 80 anni, in tutte le Regioni, e in parte chi ne ha più di 70”. E su questo ha annunciato che “ci sarà una direttiva di Figliuolo” sulle vaccinazioni delle persone fragili “e poi vedremo come inserire con i ministri il parametro delle vaccinazioni delle categorie a rischio tra i parametri che si usano per autorizzare le riaperture. Pensate quant’è importante soprattutto per la riapertura delle scuole, soprattutto per quelle dei più grandi: uno dei criteri per chiudere era che tornavano a casa e contagiavano i vecchi, i nonni”.
Poi rivolgendosi alle Regioni, con cui ha fatto un punto sul Recovery plan, ha aggiunto: “Sono molto incoraggiato dal clima di collaborazione sul ‘Recovery’ e sulle vaccinazioni. Non si possono addossare le responsabilità ad una parte sola. Gli eventi sono stati complicati. Ora siamo arrivati ad una fase dirimente. Vaccinare le persone più a rischio è un dovere e interesse delle regioni perché possono riaprire in sicurezza e più presto”.
Riaperture
Draghi ha parlato poi dell’incontro avvenuto qualche ora prima con Matteo Salvini, sulla questione delle riaperture. Ma con il leader della lega, il premier ha messo le cose in chiaro sul ministro della Salute: “A Salvini ho detto questo: ho voluto io Speranza nel governo e ne ho molta stima”. Mettendo un punto sulle ultime tensioni nella maggioranza, dopo le dichiarazione del leader leghista contro il ministro (“sono stufo di scelte politiche sulla pelle degli italiani”, aveva detto giorni fa parlando delle chiusure nel mese di aprile). “È venuto il momento di prendere decisioni” sulle fasce di età per le vaccinazioni. “Questo è al centro delle riaperture. Se riduciamo il rischio di morte nelle classi più esposte al rischio è chiaro che si riapre con più tranquillità. La disponibilità dei vaccini c’è e ora tocca al commissario che lavora bene. Il lavoro procede a spron battuto, ora si tratta di fare delle scelte – ha osservato – Ho visto Salvini e le Regioni, Anci, poi anche Bersani. C’è un equilibrio. Normale chiedere aperture: la migliore forme di sostegno all’economia sono le aperture, ne sono consapevole. Naturalmente condannare la violenza ma capisco la disperazione all’alienazione di chi protesta. Voglio vedere nelle prossime settimane di riaprire in sicurezza a partire dalle scuole, obiettivo è un mese di presenza”.
Riaperture, Draghi: “Non c’è una data, valuteremo i contagi. Siamo pronti ad accogliere i turisti con certificato vaccinale”
La data del 30 aprile è quella “di scadenza del periodo previsto nell’ultimo decreto” per le misure anti contagio da Covid, “e se dovesse essere necessario faremo un altro decreto legge, ma lì si dice anche che qualora l’andamento delle vaccinazioni e dei contagi mostrasse la possibilità, si possono riconsiderare le cose anche prima. Il governo sta lavorando su tutto questo – ha rimarcato il premier – Avere date significa conoscere esattamente i parametri rilevanti a una certa data. In tutto questo c’è la volontà del governo di vedere le prossime settimane come di riaperture non di chiusure”.
Scuola
Il governo ha quindi un obiettivo importante: “Vedere nelle prossime settimane delle riaperture in sicurezza, a cominciare” dalle scuole superiori. “Tanto più celermente procedono le vaccinazioni, tanto più celermente si potrà riaprire – ha detto Draghi – L’anno trascorso è stato di depressione: la digitalizzazione sarebbe stata la via per fare il possibile nella nostra vita. Questo divario digitale segue anche il divario che c’è nel nostro Paese: penso alla dad che è meglio di niente, ma c’è un divario tra le varie parti d’Italia. Questa è una priorità del governo: figura nelle missione del Pnnr, è trasversale in molti progetti. Molti di questi non si possono fare senza questo passo in avanti nella Pubblica amministrazione. Il lavoro su questo punto è già cominciato”.
Turismo
Il ministro del Turismo Garavaglia ha indicato la data del 2 giugno come data per il turismo, “chissà magari anche prima – ha azzardato Draghi – Noi dobbiamo essere pronti ad accogliere tutti i turisti che hanno un certificato vaccinale. L’Italia ha molto da imparare su questo, Grecia e Spagna già hanno annunciato” che consentiranno agli stranieri vaccinati di soggiornare: “Noi lo dobbiamo fare e subito, la stagione turistica è già domani”. E per far ripartire la stagione turistica “a Garavaglia ho chiesto un piano per le riapeture di fiere ed eventi, ce ne sono tanti e dobbiamo andare molto svelti altrimenti perdiamo la stagione. Questo penso sia il miglior messaggio per rassicurare il paese, stiamo guardando al futuro delle prossime settimane”.
Sblocco dei licenziamenti a giugno
Draghi ha poi risposto alla proposta della Cgil di prorogare fino alla fine di ottobre il blocco dei licenziamenti. “La posizione del governo è quella espressa nel decreto Sostegni: lo sblocco dei licenziamenti a giugno a seconda dei due tipi di ammortizzatore sociale di cui dispongono i lavoratori e a ottobre per gli altri”.
Un commento anche sulla ‘sedia mancante’ della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante la visita con il presidente del Consiglio, Charles Michel, ad Ankara dal capo di Stato turco, Recep Tayyip Erdogan. “Non condivido il comportamento di Erdogan nei confronti della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Credo che non sia stato un comportamento inappropriato, mi è dispiaciuto moltissimo per l’umiliazione che la presidente della Commissione Europea ha dovuto subire”. E poi ha concluso: “Con questi dittatori, di cui però si ha bisogno per collaborare, bisogna essere franchi per affermare la propria posizione ma anche pronti a cooperare per gli interessi del proprio Paese, bisogna trovare l’equilibrio giusto”.
E dopo le dichiarazioni del presidente del Consiglio Erdodagan, definito “ditattore”, il ministero degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha convocato l’ambasciatore italiano, Massimo Gaiani, ad Ankara. “Il premier italiano, nominato, Mario Draghi, ha rilasciato una dichiarazione populista e inaccettabile nei confronti del nostro presidente della Repubblica, che è stato scelto attraverso elezioni”, ha replicato il ministro turco degli Esteri.