Pietro Sanchirico, coordinatore Italia Unica Basilicata: “Accelerare infrastrutture area industriale Viggiano”.
“Mentre il Presidente del Consiglio Regionale Lacorazza non perde tempo ed energie per strombazzare ai quattro venti il “referendum anti-trivelle”, la “vertenza Sudelettra” con operai impiegati in commesse Eni a rischio richiama a tenere i piedi per terra perché non sarà certo il referendum a risolvere i problemi di occupazione e sviluppo. Ma la cosa più paradossale è che se qualche imprenditore “invogliato” dalle iniziative di promozione della Val d’Agri, come la missione in corso con rappresentanti di 16 Paesi esteri, volesse realmente prendere in considerazione la possibilità di investire nella valle si troverebbe alle prese con i soliti, noti ed incancreniti problemi infrastrutturali. Nonostante impegni più volte annunciati e vertici e riunioni in Regione la situazione che vive l’area industriale di Viggiano, ad eccezione del miglioramento della rete Internet veloce, resta la stessa da troppi anni. Da assessore dell’allora Comunità montana Alta Val d’Agri ho seguito tutta la vicenda tecnico-amministrativa dell’infrastrutturazione dell’area e posso riferire, senza preoccupazione di smentita, che il progetto di lavori fu finanziato per cinque milioni di euro nel lontano 2008 attingendo ai fondi del Po Val d’Agri con la giunta regionale De Filippo. Anche da parte del Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale di Potenza (vecchia e nuova gestione) si sono sprecate rassicurazioni sui tempi di completamento delle opere. E’ il caso, piuttosto che fare i referendari, di concentrare gli sforzi e convocare una riunione operativa per individuare azioni in grado di rendere realmente attrattiva l’area industriale di Viggiano, perché altrimenti nessuno verrà ad investiree soprattutto è necessario puntare su un fattore determinante: l’erogazione gratuita o comunque a costi competitivi di energia, specie gas e acqua mettendo in pratica la “teoria” dell’Assessore Berlinguer sulla Zona Franca. E a proposito del gas si pensi che nell’area industriale di Viggiano e nelle aree Pip dei comuni della valle esso è solo parzialmente utilizzabile per le piccole e medie imprese, i laboratori artigiani, le aziende zootecniche, le aziende di trasformazione dei prodotti alimentari, le serre, a conferma che l’opportunità della fonte energetica in Val d’Agri è completamente sprecata. Come se non bastasse, dopo anni di ritardi, ultimata la rete di collegamento con gli stabilimenti deve essere ancora individuato l’ente gestore. Infine bisogna accelerare il processo dell’Unione dei Comuni della Val d’Agri in modo da non fermarsi alla gestione consortile di alcuni servizi ma portare a compimento il progetto di Città-comprensorio.
Nello specifico, l’Unione dei Comuni della Val d’Agri risponde all’esigenze di programmare lo sviluppo di un territorio pecie in una fase delicata per il futuro di queste comunità legato alle attività petrolifere. I vantaggi coinvolgono anche altri attori del territorio interessato, fra cui le imprese e le istituzioni di tipo sociale e culturale, e vanno dal miglioramento della qualità della vita alla maggiore aggregazione dei cittadini, dall’ottimizzazione dei servizi amministrativi alla differenziazione ed integrazione dell’offerta locale nei settori culturale, ambientale, turistico e produttivo, dalla riduzione dei costi nel breve periodo e sostenibilità economico-finanziaria nel medio e lungo termine alla condivisione delle risorse e dotazioni tecnologiche già disponibili. Primo obiettivo deve essere quello di bloccare l’emigrazione, soprattutto giovanile, attraverso il miglioramento dei servizi sociali e della qualità della vita dei residenti e la promozione di occasioni-opportunità di lavoro”.