Abbiamo serie difficoltà a comprendere le decisioni che vengono assunte dall’Amministrazione in tema di lotta alla pandemia. Anzi, diciamola tutta, le comprendiamo fin troppo bene e ci rendiamo conto dell’uso strumentale che viene fatto da parte della Giunta comunale venosina del Covid-19. Ci rendiamo conto che l’accusa è di quelle forti, ma non abbiamo altre spiegazioni da dare rispetto all’incoerenza di fondo che contraddistingue le decisioni che vengono prese da questa amministrazioni.
Proviamo a fare un’analisi della situazione. Pochi giorni fa è stata pubblicata sull’Albo pretorio del Comune di Venosa una determina con la quale si ritorna all’obbligo di utilizzare la mascherina anche nei luoghi aperti. Allo stesso tempo, sulla scorta di quanto stabilito dalle normative nazionali, chi non è in possesso del super green pass vive tutta una serie di limitazioni.
Sull’altro versante, invece, ci stiamo preparando ad un Natale fatto di feste, assembramenti in piazza senza alcun controllo e alcuna verifica. Situazioni potenzialmente pericolose per la diffusione del Covid 19.
Non è già questa una straordinaria contraddizione? Questa emergenza che giustifica alcune misure da parte dello Stato e da parte dell’Amministrazione venosina esiste o non esiste? Il Covid 19 esiste e nessuno può permettersi di negarlo, ma quel è la situazione nel nostro comune e quali misure sono necessarie per tutelarsi?
Continuando il nostro discorso, ci rendiamo conto come gruppo consiliare che il Covid 19 torna ad essere pericoloso e a far paura in occasione dei consigli comunali. Mentre altri comuni sono tornati alla normalità e permettono la partecipazione dei cittadini alla vita politica, da noi i consigli comunali, per libera scelta della maggioranza, si devono svolgere rigorosamente al chiuso. È preclusa la partecipazione dei cittadini ai consiglieri comunali. La politica è questione per pochi intimi. Ma che senso ha questa decisione? Possiamo ammassarci in villa, possiamo ammassarci nel palaghiaccio, possiamo fare feste in piazza, mercatini di Natale, convegni, incontri, ecc., non possiamo però permettere ai cittadini di partecipare ai consigli comunali.
È grave questa decisione assunta dalla maggioranza pentastellata in solitaria e senza alcun confronto con le altre forze politiche. È grave che la politica continui ad essere preclusa alla partecipazione dei cittadini, è grave pensare che il Covid 19 colpisca i luoghi dove si esercita la politica e non i luoghi del divertimento. È evidente che vi è una volontà espressa di escludere dalla partecipazione politica la cittadinanza, di chiudersi nel palazzo. Per quanto possa contare, ci dissociamo da questa decisione e riteniamo che la politica debba tornare ad essere appannaggio di tutti, partecipata, condivisa con i cittadini.