Il trasloco preannunciato dalla libreria Mondadori da via del Corso a Matera ha innescato il dibattito sul futuro della capitale europea della cultura 2019 rispetto a quello che dovrà offrire la città dei Sassi ai visitatori. Meno visibilità alle librerie e maggiore spazio per ristoranti e b&b. Sul tema si registra l’intervento del materano Franco Vespe che ha già individuato il responsabile di questo processo: la macchina amministrativa comunale. Di seguito la nota integrale.
Paolo Verri stavolta ha perso una meravigliosa occasione per stare zitto. Quello che non va nel suo intervento sulla libreria Mondadori non è la proposta surreale che i “pochi” lettori di libri di Matera debbano auto-tassarsi per pagare il fitto della libreria,macome l’ha farcita usando la sua ormai proverbiale ed impulsiva supponenza tipica dei“Savoia”. Ma come secondo lui soltanto 50-100 sono i divoratori di libri a Matera? mamma mia come ci reputa ignoranti! La sua meravigliosa impulsività lo fa poiautocollocare fra i 50-100 uomini di acciaio che leggono (… pardon quello dei cento uomini di acciaio è un altro…!). Non lo so cosa legge Verri. Non di certo libri sulla storia di Matera e del Sud vista la lacunosa trattazioneche ha fornito il dossier sulla stagione delle riforme che salvarono Matera nei primi anni del dopoguerra trasformandola in un grande laboratorio sociologico ed urbanistico. Non furono di certo nè Carlo Levi e né Pierpaolo Pasolini a trasformare la nostra Città da vergogna a paradigma nazionale! Fortunatamente i filmati e le fotografie certosinamente raccolte dal nostro Nino fanno giustizia di questo gravissimo crimine storicocontenuto nel libro sacro di Matera CEC 2019. Io non vorrei che Paolo sia ancora legato allo stereotipo di un Sud analfabeta con percentuali che sfiorano il 90%. Se così fosse, la cosa esilarante è che non ci concede forse nemmeno quelle percentuali ottocentesche!I nuovi analfabeti sono rappresentati da quelle persone che, dopo aver conseguito titolo di studio, non apre per il resto della sua vita un libro. Bene, supponiamo che siano 100 i lettori voraci a Matera, avremmo qui a Matera il 99,8 % di analfabetismo di ritorno! Comprendi Paolo che dare cifre in quel modo ha dato la sgradevole impressione che tu non nutrissi una grande stima del livello culturale della nostra città. I lettori voraci sono nei fatti molti di più a Matera! Insomma il vezzo narcisistico di metterti insieme ai lettori voraci (è sicuramente vero) della nostra città te lo perdoniamo pure; ma quello di aver fatto fare un figurone ad un comunicato vergato da Giovanni Angelino proprio no! Detto questo andiamo nel merito della questione. C’è poco da fare: la questione delle locazioni alte nel centro della nostra città risponde alle leggi del mercato (come dice il nostro Angelino) . E’ chiaro che le attività più remunerative riescono a sostenere questi costi. Dobbiamo anche dire in verità che altre librerie hanno traslocato, prima della Mondadori, anche se ho fondati elementi per credere che i motivi siano stati di altro genere. Proposte intelligenti all’indomani della fragorosa notizia rimbalzata nei Tg nazionali della “chiusura” nella città sono state fatte. Nico Andrisani per esempio ha annunciato che nel suo nuovo locale ospiterà una piccola libreria con relativa sala lettura. Gaetano Danzi ha lanciato l’idea dei caffè letterari da diffondere nella città. In una ormai leggendaria riunione di auto-convocati dell’anno scorso promossa dagli operatori turistici sconsolati per la riduzione delle prenotazioni dovuta, a loro dire, al trasferimento del capodanno RAI a Potenza, riuscii a convincerli che avrebbero dovuto esigere dalle istituzioni pubbliche, piuttosto che spicciole soluzioni logistiche, un programma culturale e di eventi importanti e robusti per riempire i loro alberghi e ristoranti tutto l’anno. Non solo. Invitai loro stessi ad organizzare eventi culturali e/o ludici. Ho esperienza in questo campo come scacchista perché la maggior parte dei grandi tornei internazionali estivi vengono proprio co-organizzati da associazioni di albergatori. Questa situazione comunque che si è venuta a creare con un apparente danno dell’offerta culturale della città in favore di ristoranti e B&B risente drammaticamente della latitanza della macchina amministrativa comunale. Avrebbe dovuto prendere la palla al balzo della Mondadori per predisporre un piano del commercio e delle attività culturali per la città, di comune accordo con i fornitori ed i fruitori dei servizi e dei beni. Anzi fa ancora a tempo! Una chiosa finale però dovete farmela fare sul bruttissimo vezzo di alcuni infastiditi snob della città (davvero insopportabili!) di ritenere “volgare e coatto” il proliferare di ristoranti e B&B. Se si guarda su Trip Advisor, il numero di abitanti per ristorante a Matera, come a Roma o Parigi, è identico. Questo ci fa capire che nei nostri numeri non c’è niente di strano. Anzi, ci collocano nel novero, a tutti gli effetti, delle città turistiche. Poi la cucina e l’accoglienza, non dimentichiamo, è parte integrante della cultura di un popolo. Quindi Matera la conoscono anche attraverso fave e cicorie, il peperone crusco e la cialledda! Posso dire con cognizione di causa(“Io gente che ha viaggiato sono!”) che la proposta gastronomica e ricettiva dei nostri ristoratori ed albergatori non è niente male e…con i giusti prezzi.
Francesco Vespe
Infine, ste librerie in centro? Possiamo nutrire il nostro cervello con fave e cicorie cialledda e peperoni cruschi? Certo che no! Quindi una amministrazione seria programma anche le concessioni di superfici da destinare a determinate attività economiche, quali pizzerie e paninoteche. Il rischio è di ritrovarci affumicati e impuzzoniti di olio fritto e focacce bruciate, peggio di via Toledo a Napoli.