Viaggio nella sanità lucana, Consigliera regionale Araneo (M5s) visita ospedale “San Giovanni di Dio” di Melfi. Di seguito la nota integrale inviata dalla Consigliera regionale Araneo.
Lunedì 11 novembre ho giocato in casa.
Ho fatto visita all’ospedale “San Giovanni di Dio” di Melfi, condotta dal direttore generale Spera e dal direttore sanitario Labianca, che ringrazio per il tempo dedicatomi e per l’interlocuzione franca.
Un ospedale storico per la comunità melfitana, ma soprattutto un ospedale di frontiera: al servizio di tutta l’area del Vulture, aperto alla Campania e alla Puglia. Ed è proprio in virtù di questo ruolo che il presidio ospedaliero melfitano merita attenzione e valorizzazione.
Visitando i reparti, comprese aree di eccellenza come le sale operatorie con parco tecnologico d’avanguardia, un tema è emerso con particolare forza: la necessità di aumentare le risorse destinate al personale medico e infermieristico.
Il personale, infatti, la cui profonda abnegazione prova a esprimere la migliore qualità dell’assistenza possibile, lamenta malessere legato proprio a questa carenza. Una carenza che il direttore generale si è reso disponibile a colmare, pur sottolineando la necessità di modificare l’attuale modello organizzativo.
A fronte di quanto emerso, ritengo che vi siano due azioni fondamentali da intraprendere con urgenza:
aumento delle assunzioni nel comparto infermieristico e sociosanitario. Questo passo risulta imprescindibile per garantire una gestione più efficiente e per rispondere alle reali esigenze di un ospedale che svolge un ruolo fondamentale nella nostra comunità. L’aumento dell’organico consentirà di alleggerire la pressione sui lavoratori e sulle lavoratrici e di migliorare la qualità dell’assistenza.
Avvio di tirocini formativi per il personale infermieristico. Sebbene i tirocini non possano risolvere integralmente la questione, rappresentano una misura complementare e utile per alleviare la carenza di personale. È necessario avviare interlocuzioni con l’Università della Basilicata e con altri istituti universitari affinché vengano indirizzati studenti presso l’ospedale, in modo da formare nuovi professionisti e, al contempo, valorizzare le nuove energie.
Il nostro intervento deve essere guidato da una visione che non può ridursi alla logica aziendalistica, che rischia di neutralizzare o marginalizzare la funzione essenziale della sanità come diritto universale, per tutt* e per ogni persona.
Siamo consapevoli delle difficoltà legate alla gestione dei budget e delle risorse, ma è doveroso insistere con fermezza sull’importanza di un intervento strutturale per potenziare gli organici. Potenziare i servizi, soprattutto quelli primari ed essenziali come l’accesso alle cure, è l’unico modo per rispondere – e non soccombere – all’incalzante spopolamento.
Solo con assunzioni adeguate e un’organizzazione che ponga al centro la persona, senza sacrificare la dignità degli operatori, possiamo garantire una sanità pubblica che risponda a tutte le necessità della nostra comunità.
Ci attendono nuove sfide, a partire dal ripensamento dell’attuale organizzazione sanitaria sul territorio.
Mettiamoci all’opera, apriamo a un processo di partecipazione e di programmazione dal basso.