Vincenzo Ritunnano, candidato al Senato nel collegio plurinominale Basilicata, su invito del Presidente della Coldiretti di Basilicata ha avuto l’occasione di confrontarsi sul Manifesto politico di Coldiretti. Di seguito le sue osservazioni alle “cinque proposte a costo zero per i primi 100 giorni di governo” della Coldiretti.
“ETICHETTATURA: LA MADRE DI TUTTE LE BATTAGLIE”
Sono d’accordo sulla necessità di rendere OBBLIGATORIA l’indicazione di ORIGINE della materia prima agricola nell’ETICHETTA di TUTTI I PRODOTTI ALIMENTARI, anche contro la volontà già espressa dalla Commissione europea. Così non solo si difende l’agroalimentare made in Italy e inoltre si sostengono gli interessi dell’agricoltura e dei produttori agricoli legati al territorio, rispetto alla grande distribuzione organizzata, alle multinazionali, alla finanza che invece vorrebbero mano libera nel disporre sul mercato globale delle materie prime agricole al minor costo possibile.
“MINISTERO DEL CIBO”
La Coldiretti afferma che “è necessaria la creazione di un solo Ministero … che sovraintenda alle politiche del cibo …”. Non sono d’accordo perché una tale soluzione indebolirebbe ulteriormente gli interessi dei produttori agricoli e dei consumatori rispetto ai soggetti forti della filiera del cibo, i trasformatori e distributori.
“PROCESSI DI SEMPLIFICAZIONE” – semplificazione e sussidarietà, testo unico, sistema unico dei controlli, semplificazione sul lavoro
ll riordino della normativa per settori produttivi in Testi unici (come è stato fatto per esempio con il testo unico del settore vitivinicolo) effettivamente semplificherebbe e renderebbe comprensibile la “giungla” normativa. Sono d’accordo anche sulla necessità di applicare un sistema unico dei controlli, per ridurre il peso della burocrazia e migliorare l’efficacia e la trasparenza dei controlli.
Non credo invece che si possa aumentare la efficacia e la efficienza del sistema di gestione delle risorse pubbliche destinate all’agricoltura semplicemente puntando sui Centri di Assistenza Agricola (CAA), che oggi sono di fatto parte fondamentale delle organizzazioni professionali agricole.. Innanzitutto serve una riforma radicale degli organismi pagatori pubblici, che vanno trasformati da centri di potere e clientele in centri di servizio e corretta amministrazione dei fondi pubblici. Ricordiamo che l’ARBEA, già organismo pagatore della Basilicata, è stato di fatto soppresso dopo che a causa sua l’Italia fu condannata dalla UE alla restituzione di decine di milioni di euro; ricordiamo altresì che l’AGEA, agenzia governativa che gestisce circa sette miliardi di fondi europei destinati a un milione e mezzo di aziende, con ritardi e complicazioni spesso incomprensibili, inaccettabili e fatali per la vita delle aziende agricole beneficiarie degli aiuti comunitari, è oggi oggetto di indagine della Procura di Roma perché secondo quanto riferiscono i Pubblici Ministeri “la gestione dei sussidi agli agricoltori in Italia è costata una somma del 900 per cento superiore a quella di altri Paesi europei”. Serve poi una riforma del sistema di rappresentanza degli agricoltori che rafforzi la libera e autonoma attività sindacale e sostenga un miglioramento della qualità dei servizi offerti agli associati.
Riguardo alla gestione dei rapporti di lavoro in agricoltura condivido l’esigenza di semplificare le procedure di gestione per i datori di lavoro ma penso che il problema principale sia tutelare i diritti dei braccianti all’assistenza, alla previdenza, alla indennità di disoccupazione, agli assegni familiari, ad un giusto salario, oggi non garantiti da forme di contratto di lavoro quali i voucher, vecchi o nuovi che siano.
VIA IL SEGRETO SULLE IMPORTAZIONI
Concordo sul fatto che “è necessario de-secretare le destinazioni dei flussi di importazione”, per contrastare fenomeni speculativi (per esempio l’arrivo sul mercato italiano di navi di grano in periodo di mietitrebbiatura per far crollare i prezzi del prodotto nazionale) e per contrastare la concorrenza di prodotti ottenuti senza il rispetto delle norme minime in materia di ambiente (per es. produzioni ottenute con l’uso di pesticidi vietati dalla UE) e tutela dei lavoratori (per es. produzioni ottenute con lo sfruttamento dei bambini o da lavoro obbligato o servile).
Ho trovato molto utile il confronto con la Coldiretti perchè è necessario che le idee politiche si misurino con problemi reali e proposte concrete.
Se applichiamo all’agricoltura il manifesto politico di Potere al Popolo, allora “dov’era il no, faremo il sì!”.
Diciamo NO all’attuale modello di produzione industriale e consumo del cibo, che ha gravi responsabilità nell’alimentare il cambiamento climatico, nel consumo di risorse limitate quali l’acqua potabile o il suolo agricolo o la biodiversità, nell’inquinamento da pesticidi dell’ambiente e delle catene alimentari, nella marginalizzazione dell’agricoltura di sussistenza e dell’agricoltura contadina, nella ingiusta distribuzione di risorse pubbliche a vantaggio della rendita e dell’agricoltura capitalistica, nello sfruttamento del lavoro tramite il caporalato, …
Diciamo SI’ alla sovranità alimentare delle comunità e dei territori, ad una riforma della politica agricola che sostenga le produzioni ad alto impiego di lavoro e basso impatto ambientale (per esempio l’agricoltura biologica), alla regolazione dei mercati e dei prezzi al fine di assicurare a tutti/e l’accesso ad un cibo sano e sufficiente, alla difesa del reddito e dei diritti di chi lavora in agricoltura, alla difesa di suolo, acqua, terra, biodiversità per la produzione di cibo.
Quello che succede sotto i nostri occhi, nella nostra terra in Lucania ci conferma l’urgenza: non possiamo consentire che mentre aprono nuovi pozzi di petrolio vengano chiusi i pozzi d’acqua potabile e si espongano al degrado le grandi riserve idriche pubbliche, non possiamo accettare che nei campi di pomodoro i braccianti lavorino come servi della gleba, qualunque sia il colore della loro pelle, non possiamo accettare che con i fondi comunitari destinati alle misure agro climatiche ambientali si sostengano pratiche che fanno largo uso di pesticidi e diserbanti … .
L’agricoltura a misura dei territori, delle comunità, dell’ambiente e degli esseri viventi è interesse del Popolo ed è una priorità per Potere al Popolo.