L’onorevole Vincenzo Viti commenta l’offesa postata su facebook da parte dell’ex consigliere regionale Giuseppe Dalessandro (nella foto) nei confronti dell’eurodeputato Gianni Pittella e della sua famiglia. Di seguito la nota integrale.
Leggo e trasecolo. Non mi riferisco alle foto (presumo furtive) che mi segnalano in atteggiamento cospiratorio con Buccico nelle lontane retrovie del comizio di De Ruggieri. Buccico è persona che frequento dell’”età dei metalli”, successiva, com’è noto, a quella della pietra (rame, bronzo e ferro): lontana assai da quella dell’oro che ha toccato altre più fortunate generazioni. Lo considero un episodio del costume giornalistico che vive della libertà dell’informazione ma che sarebbe stato giusto sottrarre a intenzioni e tentazioni speculative.
Non è questo tuttavia che mi turba, pur se una città che si riduce a rifriggere le frattaglie di una zuppa indigesta e si illude di coltivare l’illusione che il localismo municipale e l’invettiva contro la Regione possa supplire all’intelligenza della politica e alla dignità della Cultura, non credo si stia guadagnando i galloni cui ambisce per riconoscimento europeo.
Trasecolo, riferendomi invece ad altro episodio su cui si è diffusa l’informazione corrente per l’irrompere nel gergo della politica di un linguaggio che dovrebbe normalmente circolare nella suburra, salvo che non venga sublimato nell’estetica dell’indignazione morale o nella recitazione grillesca e surrealista del Coluche italiano.
A questo proposito presumo che il “vaffa” assuma valore a seconda che venga dalla bocca di pietra dell’oracolo incazzato, dai deliri del comico di strada e di piazza o dalle prose che è possibile godere in queste ore dalla lettura del libro che definisce l’infinito perimetro della “cafonaggine” scritto da Feltri e da Parente. Meno suggestivo invece il “vaffa” che viene dal rancore profondo quasi apocalittico e che si affida alla poltiglia del “webetismo” lanciato da un protagonista insospettabile, decoroso, forse un po’ triste, che ha frequentato le Istituzioni, che ha disputato di politica, per come l’abbiamo conosciuto, con linguaggi sorvegliati perfino ironici e che oggi scende nel sottoscala per urlare la disperazione farlocca di un mondo che muore e che volta le spalle agli eroi. Personaggio a cui non pare resti che il “vaffa”: imprecazione laica e laida che libera da ogni responsabilità e cancella ogni memoria di una superstite rispettabilità.
Trasecolo, pur se so che non c’è limite al peggio. E coltivo la speranza che la ragione aiuti a disseppellire, senza nuocere alla verità, civiltà e rispetto umano, ingredienti temo ormai introvabili.
Vincenzo Viti
L’ingiuria è stata depenalizzata ovvero ha minor valenza di un verbale al codice della strada. Se anzichè leggere questo inutile fiume di parole avessi letto di 100 borse di studio da 1000 euro cadauna per i migliori 100 alunni diplomandi delle scuole superiori di Matera, allora si che avrei gioito e provato piena soddisfazione per la nostra città e per la nostra regione tutta!
ma in quel di Matera non c’è altro da scrivere e da pensare se non ai vada a quel paese che volano con le relative descrizioni da carbonari in pensione? Se pensionati siano che si parli del “prezzo del pane” e di come butta la stagione se piovosa o meno con i relativi acciacchi!