Martedì 21 maggio 2013, alle ore 10,30, nel palazzo della Giunta regionale a Potenza torna a riunirsi il Consiglio regionale della Basilicata. E per l’occasione Sergio Laterza ha ideato una nuova vignetta per la nostra rubrica di satira “W la trottola”. Assente giustificato l’assessore regionale Luca Braia per motivi istituzionali. Clicca qui per seguire live il Consiglio Regionale.
Riportiamo di seguito il discorso del presidente dimissionario della Regione Basilicata Vito De Filippo in cui conferma la volontà di rinunciare all’incarico. Ad ottobre 2013 si torna quindi a votare per il rinnovo del Governo regionale. Di seguito la nota integrale di De Filippo: “Un taglio per irrobustire il rapporto cittadini-istituzioni”
Il presidente spiega le dimissioni in aula. “La crisi nella crisi poteva far implodere la democrazia rappresentativa”. E anche rispetto al “melmoso clima di parole tattiche” e alla “stanchezza” che si avvertiva nella politica ha spiegato che una rinuncia può servirci a raccogliere il fiato”. Altolà ai nuovismi fatti di “qualità solo anagrafiche un substrato di vecchie metodiche”. E esortazione a impegnarsi fino alla fine: “Tocca a noi lasciare il meglio possibile dei nostri atti”. A lavorare “Senza sosta per la Basilicata”.
“Ci voleva un taglio, come facilmente si intuisce guardando alla medicina o alla botanica”. Non c’è nessuna traccia di esitazione o possibilità di ripensamento nel discorso con cui il Presidente della Regione, Vito De Filippo, ha relazionato in Consiglio regionale sulle sue dimissioni. “Quel 24 aprile – ha spiegato – mi è apparso evidente che la crisi nella crisi poteva far implodere qualcosa di più profondo. La base stessa della possibilità della politica, che è fatta di pensiero e di azioni di volontà rigeneratrici, di credibilità che sono il simbolo della rappresentanza che quella agorà o piazza come chiamarla che ancora è intenzionata a riconoscere non avrebbe più riconosciuto forse per sempre”.
Un clima, quello che il presidente De Filippo ha indicato come alla base della sua decisione, che si avvertiva già prima delle vicende giudiziarie. Convinzioni, ha ricordato De Filippo “che a molti colleghi negli ultimi anni, di tanto in tanto, avevo confidato. Tutti argomenti, purtroppo, ho notato dispersi nel solito, forse melmoso clima di parole tattiche, certe volte mendaci che pure in maniera decadente condiziona l’agire pubblico. Non solo quello più strettamente politico. Dicevo sul serio quando tentavo di segnalare ai tanti “tecnici della crisi” che il momento pretendeva ben altra serietà e solidarietà in tutti i suoi aspetti. Non bisognava alzare oltre la realtà la misura delle aspettative (….), occorreva evitare scappatoie plateali e comunicative interpretare con realismo e senza infingimento le politiche regionali possibili, fuggire da un diluvio di benaltrismi, che avevano alcune volte il sapore cinico del combattimento dialettico senza fine e senza frutti!”. Atteggiamenti, ha spiegato il presidente, che incidevano pesantemente sul rapporto tra “agorà” e rappresentanti nelle istituzioni, tra democrazia rappresentativa e democrazia diretta.
Poi gli ultimi eventi. “Ho detto a tanti nelle prime ore del mio gesto che come sempre nella vita la decisione matura con la fatidica goccia che fa traboccare il vaso. E questa oggettivamente è arrivata con il 24 aprile giorno di misure gravi per tanti colleghi che mi hanno dato il senso che il conflitto tra le due democrazie che ho prima descritto poteva diventare definitivo e senza ulteriori repliche”.
E’ nell’ambito di questo quadro che De Filippo ha invitato a leggere le sue dimissioni, “uno degli effetti più naturali – ha spiegato – che ci può permettere nella sua linearità di rendere trasparente, e io spero fertile, una nuova relazione con le comunità che rappresentiamo”. Anche perché, ha aggiunto “una rinuncia può servirci a raccogliere il fiato. Perdere quell’affanno e quella stanchezza che oggettivamente si viveva anche in quest’aula”.
Ma alla sua scelta, ha ribadito più volte De Filippo, non vanno attribuiti significati diversi da questi, a dispetto di quella “operazione decodifica” che De Filippo ha segnalato essere partita immediatamente dopo il suo gesto “in un tentativo spasmodico di macchiare stili di vita e comportamenti fatti di semplicità e di umiltà” che, ha segnalato il presidente, sarebbe stato quasi una costante. “Ho vissuto sempre con angoscia alcune azioni infettanti e a volte anche i gesti più autentici vengono macchiati”. Al punto che “anche atti memorabili come la moratoria sul Petrolio – ha sottolineato – avevano assunto altre colorazioni. Io non credo ci sia una macchina o una regia – ha detto – abbiamo tutti il dovere di disinfettare colleghi”.
Giudizi netti sul piano dei comportamenti e della politica, più rispettosamente distaccati rispetto alle vicende giudiziarie, rispetto alle quali, ha detto “mi soccorre la mia storia di garantista ed anche di rispetto sacrale verso il lavoro della magistratura”. De Filippo ha fatto riferimento alle altre indagini simili che riguardano altre regioni inquadrandole in “una doverosa azione anche di bonifica delle amministrazioni regionale e vedo provinciali e comunali, che non deve mai travolgere la solidità dei livelli della Repubblica” e che bisogna accompagnare “con analisi non dietrologiche o vetero-complottiste che sono in genere le più semplici e le più comode, ma anche con una profonda correzione dei meccanismi burocratici amministrativi e legislativi alla base di un mandato popolare e democratico”. E in proposito ha ribadito di non aver “alcun dubbio che il lavoro fatto nella Conferenza delle Regioni anche dal sottoscritto ha contribuito, senza falsa modestia, a cambiare rendendola uniforme tutta la legislazione delle regioni italiane nella materia”.
Quanto al lavoro da fare in Regione, invece, De Filippo è stato cauto nei giudizi e più orientato alla necessità di continuare a fare. “So – ha detto – che non passerà molto tempo a far capire che su molti fronti in questi anni abbiamo tirato al massimo in un lavoro locale e nazionale che nei giorni successivi alle dimissioni mi è tornato con attestati di stima e di amicizia che mi hanno anche commosso. Ci sarà tempo per capire su Welfare e cultura, infrastrutture, sanità, fondi comunitari ed altro quale è stato il lavoro spero sine ira et studio, come diceva Tacito, quando si tratta di esporre fatti storici. Oggi abbiamo un altro compito lavorare fino all’ultimo giorno diligentemente e contribuire a cambiare l’aria nell’impegno pubblico della nostra Regione”.
Per queste motivazioni De Filippo ha esortato a impegnarsi “senza sosta per la Basilicata”. “Tocca a noi in conclusione di questa esperienza – ha detto ai Consiglieri – lasciare il meglio possibile dei nostri atti. Determinare ancora in direzione degli interessi generali” aggiungendo che “la Basilicata gode di un credito alto che nemmeno le ultime vicende hanno intaccato”.
E proprio qualità del lavoro, capacità di interpretare il cambiamento e atti netti come quelli fatti in Basilicata, ha spiegato il presidente, rappresentano la base su cui lavorare per un rapporto cittadini-istituzioni sempre più saldo. “Ci sono strade possibili per la politica della Basilicata – ha esortato De Filippo – che a differenza di altre regioni italiane anche nell’inviolabile rispetto di un principio di civiltà che è la presunzione di innocenza, ha voluto porsi in maniera nitida di fronte alla comunità regionale, sapendo che una rottura così plateale metterà tutti di fronte ad una nuova irrevocabile decisione che è quella di un profondo cambiamento di merito e di metodo”.
Ma da De Filippo è arrivato anche un altolà alla strategia del nuovismo. “Sapete che non ho parteggiato fideisticamente con termini quale rottamazione e sono perfettamente informato che si celi in tante qualità solo anagrafiche un substrato di vecchie metodiche politiche e comportamentali. Nei termini che mi sarà possibile combatterò questi camuffamenti che sono frapposti ad una futuro della politica che cambia che è generosa e disinteressata. Non possiamo usare il doppio peso solito della storia politica italiana. Ci vuole una lealtà nuova, una linearità aggiornata, non l’allestimento di pulpiti o di tribunali del popolo che non hanno mai fatto bene alla storia.
Il presidente del Consiglio regionale Vincenzo Santochirico su dibattito relativo a dimisioni De Filippo: “Discussione matura e complessa. Cercheremo di lavorare proficuamente”.
Dopo l’intervento del presidente della Regione, Vito De Filippo, teso a spiegare all’Aula le motivazioni delle sue dimissioni formalizzate il 24 aprile scorso, è seguito un dibattito articolato durante il quale i consiglieri regionali intervenuti hanno ripercorso quanto accaduto in questi ultimi giorni, facendo, ciascuno, una propria valutazione, soprattutto politica, della crisi che sta vivendo la Regione.
Hanno preso la parola i consiglieri Mattia, Napoli e Giordano (Pdl), Mollica (Udc), Mazzeo, Navazio (Gm), Autilio (Idv), Romaniello (Sel), Vita (Psi), Scaglione (Pu), Straziuso e Restaino (Pd). Dopo la conferenza dei capigruppo, la replica di De Filippo.
“Un dibattito maturo e complesso quello di oggi – è così che lo ha definito il presidente del Consiglio regionale Vincenzo Santochirico chiudendo la seduta – utile per le decisioni future. D’intesa con la conferenza dei capigruppo e interloquendo con altre realtà istituzionali – ha concluso – metteremo in atto le possibili azioni nell’intento di lavorare proficuamente in questo scorcio di legislatura”.
Il presidente dimissionario della Regione Basilicata Vito De Filippo commenta al termine del Consiglio regionale la sua scelta: “Scelta che non è resa e rilancia la buona politica”
Nelle conclusioni dopo il dibattito in Consiglio il presidente tocca parla della responsabilità di “prendere atto dei rischi di inagibilità nella speditezza dell’azione” che ha voluto scongiurare e esorta l’assemblea: “Quando si vogliono mettere azioni in favore della comunità si posso avere risultati sorprendenti anche in termini cronologici”
“La mia decisione non la considero né per quanto mi riguarda ne per le forze politiche ne per i consiglieri come un momento di resa”. Ha assicurato la sua volontà di continuare ad operare nella Regione come nella vita pubblica il presidente de Filippo, concludendo il dibattito che ha seguito la sua comunicazione in Consiglio Regionale.
“Nella vita pubblica ognuno è chiamato ad assumere degli atti considerando gli effetti delle sue decisioni – ha detto – e io – ha spiegato – non considero quella decisione una resa incondizionata rispetto a una stagione che ha visto la mia primaria responsabilità. Anzi questa scelta netta e perentoria la considero una scelta che può essere utile a rimettere in moto la polita e la Regione con altri e nuovi protagonisti, sapendo che nella vita pubblica ciascuno è chiamato ad assolvere a un turno”. Ha parlato delle attestazioni venute dai presidenti di altre Regioni di ogni schieramento che, ha detto “hanno insistito tenacemente affinché io rivedessi questa mia decisione proprio perché c’erano impegni nazionali che mi erano stati a questo colleghi affidati”. Ha confidato come anche i rappresentanti nazionali del suo partito abbiano appreso delle dimissioni dopo che già erano state protocollate, “anche il presidente del Consiglio – ha detto – ne ha avuto notizia dopo 5 ore, senza possibilità di suggerire o consigliare. Perchè in alcuni momenti bisogna saper rinunciare a tutti i palcoscenici senza calcoli e strategie.
De Filippo ha poi ripreso i passaggi di alcuni interventi. Così ha invitato a ripercorrere “il dibattito di questi mesi nella maggioranza, anche nelle sue incompletezze” con la “funzione decisoria affidata dalla legislazione al presidente della Regione che ha rischiato di essere inceppata da una serie di funzioni che sono in capo al Consiglio e ai consiglieri. Ma c’è una prerogativa che è sicuramente in capo al presidente della Regine – ha osservato De Filippo – e cioè quella di rendersi conto dei rischi di un’inagibilità almeno nel ritmo e nella speditezza che si era ripromesso di imprimere all’azione di governo, e, in conseguenza, scegliere di fare ciò che io ho fatto”.
E ritornando alla necessità di “depurare” il dibattito politico evidenziata nel discorso che ha aperto il dibattito, ha sostenuto che “c’è molto da depurare anche in giudizi sentiti questa sera, nei pulpiti allestiti in questi anni anche da pezzi della maggioranza. Qui – ha detto con forza – non c’è stato alcun assoggettamento a vincoli di grandi lobby, ma anche un esempio nitido come quello della moratoria, come ho richiamato nella mia comunicazione, qualcuno ha provato a spiegarlo con logiche distorte sul territorio, ma fino ad oggi quell’atto ha determinato esattamente gli effetti che io ho annunciato”. E De Filippo ha anche stigmatizzato le varie interpretazioni nel tempo date ai suoi richiami a una maggiore coesione. “Chi ha rappresentato le proprie amarezze oggi non ha rappresentato le amarezze che io avevo prospettato in questi anni e che erano state viste come, minacce, strategie, in una logica che non mi appartiene. È anche rispetto alla logica delle interpretazioni fatte su ogni mio singolo atto da parte mie non c’è una resa”.
Il presidente, comunque, si è detto fiducioso, sia sotto il profilo politico che sotto quello amministrativo. “Io non ho paura della gente – ha detto, penso che sappia discernere molto bene il grano dal loglio. Arriva anche più a fondo di quanto noi sappiamo percepire. Sono arrivato qui in un momento delicato nel nostro Paese, in cui crollavano partiti che avevano condizionato la vita del nostro Paese, e in questi anni ho potuto apprezzare quello che la percezione della comunità riesce a valutare in modo più profondo rispetto alla nostra azione pubblica”. E anche su questo l’invito a continuare a lavorare e la rassicurazione che margini di azione amministrativa ne esistono. “Io penso che abbiamo tempo per chiude questa legislatura con dignità e con onore. Chi vive la vita pubblica sa bene che quando si vogliono mettere azioni in favore della comunità si posso avere risultati sorprendenti anche in termini cronologici. Col Presidente del Consiglio abbiamo un lavoro da fare anche con altri organi di controllo per vedere come affrontare questi mesi che si separano dalle elezioni, in attesa che il Parlamento nazionale decida quando torneremo al voto. Ma penso che ciò che dobbiamo evitare e che le norme ci chiedono di evitare sono solo quei provvedimenti che definirei ‘tossici’ che si sono visti da altre parti nella fine delle consiliature, dove hanno provato a risolvere questioni di articolazione elettorali per compete meglio”.
Sul lavoro che va avanti il presidente ha insistito più volte. “Io penso di poter ancora esprimere un impegno, e la mia scelta non è stata una potatura di persone, ma di una fase, per produrre qualcosa di utile per la buona e la bella politica che – ha concluso – ancora si potrà fare in questa regione”.
Il Consiglio regionale ha eletto Francesco Mollica (UDC) alla carica di vicepresidente: Mollica prende il posto di Nicola Benedetto, nuovo assessore all’agricoltura. Ernesto Navazio (Ial) ha chiesto un rinvio della votazione, per attendere il mese di giugno, quando dovra’ essere rinnovato l’intero ufficio di presidenza ma il presidente dell’assemblea, Vincenzo Santochirico, ha precisato che l’elezione deve essere immediata perche’ si tratta di una carica che non puo’ restare vacante.
Piano di forestazione, soddisfazione di Santochirico.
Il presidente del Consiglio regionale: “Una risposta immediata per 3.500 famiglie. L’assemblea continua a lavorare per evitare paralisi”. “Con la decisione assunta oggi, il Consiglio regionale ha dato una risposta concreta alle attese di 3.500 famiglie lucane, prevedendo interventi fondamentali per la manutenzione del territorio e la valorizzazione dell’ambiente”. Così il presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Santochirico, ha commentato l’approvazione del Piano annuale di forestazione e delle linee programmatiche del settore forestale per il decennio 2012-2022.“Pur nella situazione politica e istituzionale straordinaria determinatasi con le dimissioni del presidente della Giunta – ha aggiunto – il Consiglio regionale ha dato prova di grande responsabilità che, sono certo, continuerà a dimostrare su altre questioni sociali che richiederanno risposte non rinviabili”.
I consiglieri regionali Ignazio Petrone e Antonio Di Sanza subentrano a Vincenzo Folino e Vincenzo Viti.
Il consigliere Mollica (Udc) è stato eletto vicepresidente del Consiglio regionale al posto di Nicola Benedetto, ora assessore all’agricoltura. Approvato all’unanimità il programma annuale delle attività per i lucani all’estero
Ignazio Petrone e Antonio Di Sanza subentrano, in Consiglio regionale, a Vincenzo Folino, eletto parlamentare nelle scorse elezioni e a Vincenzo Viti, dimessosi nelle scorse settimane in seguito alla vicenda dei rimborsi ai consiglieri regionali.
Per la surroga di Folino, Petrone ha ottenuto 13 voti favorevoli e sei astensioni, quelle di Giordano, Mattia, Napoli e Pagliuca (Pdl), Autilio (Idv) e Rosa (Gm). Per la surroga di Viti, Di Sanza ha ottenuto l’unanimità dei voti.
Successivamente l’Assemblea ha eletto a maggioranza (con l’astensione di Navazio e 10 schede bianche) Francesco Mollica (Udc), nuovo vicepresidente del Consiglio regionale in sostituzione di Nicola Benedetto, attualmente assessore all’agricoltura.
Il neo consigliere Di Sanza, subito dopo la surroga, ha affermato che “a livello regionale e nazionale serve una nuova dimensione pubblica, accompagnata da una vera riforma istituzionale che ridisegni gli strumenti, adattandoli al mondo che viviamo e ai suoi bisogni”. “Non dimissioni – ha sottolineato –ciò che occorre sono decisioni e, quindi approvare misure economiche e di emergenza per il lavoro e l’occupazione, definire lo statuto, la nuova legge elettorale e la riforma degli enti sub regionali, riformare l’apparato burocratico, approvare il bilancio e i tagli alla spesa pubblica e regionale e dunque, andare al voto”. Nell’esprimere, poi, delusione per “l’assoluto abbandono politico” dopo le sue dimissioni da presidente della Commissione regionale dei lucani all’estero, maturata in seguito “all’inadeguatezza delle leggi vigenti”, Di Sanza ha dichiarato di aderire al gruppo Pd nella speranza che questo “azzeri i personalismi e le correnti e ritrovi il noi piuttosto che l’io”.
Il Consiglio regionale ha, subito dopo, approvato all’unanimità il Programma annuale 2013 relativo agli interventi in favore dei lucani all’estero. Trecentomila euro è lo stanziamento previsto per il 2013. Tra le misure che saranno attuate nel corso dell’anno, oltre alla consueta concessione di contributi ad ogni Associazione e Federazione dei Lucani all’estero e in Italia, regolarmente iscritte all’albo regionale (75mila euro), la realizzazione di eventi culturali (50mila euro) e di iniziative che le Federazioni e Associazioni porranno in essere nel corso del 2013 (50mila euro). Previsto anche il sostegno al progetto “Sportello Basilicata” e la realizzazione di stage di laureandi e laureati all’estero in accordo con il dipartimento di Matematica, Informatica ed Economia dell’Università di Basilicata (30mila euro). Stabiliti anche contributi per iniziative relative all’anno della cultura italiana negli Usa (20mila euro), per l’attuazione del progetto di promozione culturale della Basilicata in Montevideo (Uruguay) con il concorso della Commissione regionale per le pari opportunità (15mila euro) e in Germania (18mila euro).
Consiglio regionale, approvato il Piano di forestazione. Si dell’Aula anche sui bilanci 2013 dell’Ardsu, dell’Arbea e dell’Arpab.
Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (con 16 voti favorevoli di Pd, Idv, Udc, Sel, Pu, Psi e Gaudiano e Mazzeo del Gruppo Misto, 1 voto contrario di Rosa del gruppo Misto e 7 astensioni del Pdl e di Navazio del Gruppo Misto) la delibera della Giunta regionale n. 403/2013 inerente le linee programmatiche del settore forestale per il decennio 2012-2022 e il Piano operativo annuale 2013.
Il Piano operativo annuale 2013, che garantisce 112 giornate contributive (Cau) ai 3506 addetti del settore, a cui si aggiungono 318 nuovi addetti selezionati nell’ambito del turn over, verrà attuato con le risorse stanziate dalla L.R. 36/2012 per 30,221 milioni di euro e con i fondi rinvenienti dal Psr per 10,5 milioni di euro. La strategia forestale regionale del prossimo decennio si fonda su quattro obiettivi generali incardinati con i quattro obiettivi prioritari nazionali del Programma quadro nazionale per il settore Forestale (PQSF): sviluppare un’economia forestale efficiente e innovativa; tutelare il territorio e l’ambiente; garantire le prestazioni del pubblico e del sociale; favorire il coordinamento e la comunicazione. L’attuazione degli obiettivi generali si esplica attraverso le azioni programmatiche a gestione diretta e a gestione delegata con l’ausilio delle Aree Programma.
Le azioni a gestione diretta, previste per l’annualità 2013 per complessivi 1,421 mln di euro, prevedono specifici approfondimenti su tematiche di importanza fondamentale su scala nazionale ed europea quali il Protocollo di Kyoto, la certificazione forestale che è la base di una gestione sostenibile delle risorse forestali; la redazione dell’inventario forestale regionale, strumento pianificatorio per la conoscenza reale e concreta del patrimonio forestale; la comunicazione e l’educazione ambientale. Le azioni a gestione delegata, previste sempre per l’annualità 2013 per complessivi 39,3 mln di euro, saranno realizzate invece con il supporto degli Enti delegati individuati nelle 7 Aree Programma oltre che nelle due Amministrazioni provinciali per i due Comuni capoluogo.
Nel dibattito sul Piano di forestazione sono intervenuti i consiglieri Romaniello (Sel), Mattia e Pagliuca (Pdl), Mollica (Udc), Rosa e Navazio (Gruppo Misto), Restaino (Pd) ed il presidente De Filippo.
Sempre a maggioranza, l’Assemblea ha poi approvato i disegni di legge della Giunta sui bilanci per il 2013 dell’Ardsu (con 17 voti favorevoli di Pd, Idv, Udc, Sel, Pu, Psi e Gaudiano e Mazzeo del Gruppo Misto, 5 voti contrari del Pdl e di Rosa del Gruppo Misto e l’astensione di Autilio dell’Idv), dell’Arbea (con 17 voti favorevoli di Pd, Idv, Udc, Sel, Pu, Psi e Gaudiano, Mazzeo e Singetta del Gruppo Misto, 4 voti contrari del Pdl e di Rosa del Gruppo Misto e 2 astensioni di Autilio dell’Idv e di Mattia del Pdl) e dell’Arpab (con 17 voti favorevoli di Pd, Idv, Udc, Sel, Pu e Gaudiano, Mazzeo e Singetta del Gruppo Misto, 5 voti contrari del Pdl e di Rosa del Gruppo Misto e l’astensione di Autilio dell’Idv).
Interventi lucani all’estero 2013, sì da II, IV e V Ccp. Approvato all’unanimità il programma annuale 2013. L’atto passerà, adesso, all’attenzione del Consiglio regionale per il voto definitivo.
La seconda (Bilancio e Programmazione), la quarta (Politica Sociale) e la quinta Commissione consiliare (Controllo, Verifica e Monitoraggio), riunite in seduta congiunta hanno espresso, questa mattina, parere favorevole all’unanimità (presenti al momento del voto i consiglieri Dalessandro, Straziuso e Restaino -Pd, Romaniello – Sel, Giordano e Napoli -Pdl, Gaudiano -Gm, Mollica -Udc, Scaglione -Pu) sulla delibera della Giunta regionale afferente il programma annuale 2013 relativo agli interventi in favore dei lucani all’estero. La delibera, passerà, adesso, all’attenzione del Consiglio regionale per il voto definitivo.
Lo stanziamento per il 2013 ammonta a 300 mila euro. Confermate le consuete misure, quali la concessione di contributi ad ogni Associazione e Federazione dei Lucani all’estero e in Italia, regolarmente iscritte all’albo regionale (75mila euro), l’attuazione di eventi culturali (50mila euro) e di iniziative che le Federazioni e Associazioni porranno in essere nel corso del 2013 (50mila euro), il sostegno al progetto “Sportello Basilicata” e la realizzazione di stage di laureandi e laureati all’estero in accordo con il dipartimento di Matematica, Informatica ed Economia dell’Università di Basilicata (30mila euro).
Prima del voto sull’intero provvedimento i commissari hanno approvato un emendamento dei consiglieri Scaglione e Mollica secondo il quale “le economie che risulteranno disponibili per le iniziative programmate, potranno essere utilizzate per le azioni che il comitato esecutivo individuerà nell’ambito delle finalità di attuazione della L.R. n.16/2002”.Forestazione, partiti ieri cantieri Area Programma Val d’Agri
Cantiani: “Una risposta importante in un momento di crisi”
Sono partiti i cantieri forestali dell’Area Programma Val d’Agri.
Lo rende noto il presidente Claudio Cantiani esprimendo soddisfazione per l’avvio anticipato dei lavori rispetto ai tempi previsti. L’Area programma Val d’Agri è la prima delle sette ad avviare i cantieri, subito dopo l’approvazione da parte del Consiglio regionale del Piano operativo annuale 2013 in materia di forestazione che garantisce 112 giornate contributive ai 3506 addetti del settore, a cui si aggiungono 318 nuovi addetti.
“Abbiamo voluto dare una risposta importante in un momento di crisi”, ha detto Cantiani. “Un riscontro concreto e nei tempi più veloci possibili – ha aggiunto – alle impellenti e necessarie richieste di lavoro”.
TUTTI A CASA FRA QUALCHE MESE.
un plauso a VITI l’unico che tutto sommato ha avuto il buongusto di andarsene a casa da solo.. Tutti gli altri sono quelli onesti ????? e solo VITI era il ladro ???
Secondo me Viti è un signore (anche se non lo voterei mai !!) e tutti gli altri sono i disonesti.. Nel clime di illegalità diffuso sembrava semplicemente “normale” rubacchiare sui rimborsi.. e l’unico che pagherà sarà VITI ??????
se viti è un signore io sono babbo natale..materano sarai sicuramente un materano che ha ‘avuto’ da queste m****..in autunno finalmenmte ci sarà la libertà
Viti in realtà si è dimesso da consigliere perché così facendo non avrebbe potuto reiterare il misfatto….era l unico modo x vedersi revocata la custodia cautelare…che signore