Volt Matera: “Così il sindaco Bennardi ha tradito Matera e la promessa di cambiamento”. Di seguito la nota integrale.
Erano così attaccati alle poltrone che per quattro anni sono stati capaci davvero di tutto: l’obiettivo, evidentemente, non era stato quello di dare un futuro – e nemmeno un presente – alla città, bensì a se stessi. Ecco perchè è caduto il sindaco Bennardi, portandosi appresso quelli che sappiamo essere i suoi mandanti: l’ex vicesindaco ed ex candidato alla carriera politica; un ex sottosegretaria; un sopraggiunto ex politico ed ex avvocato; senza dimenticare qualche pseudo progressista particolarmente a suo agio in una aggregazione impossibile che ha messo insieme di tutto, dalla Lega ai Verdi.
Senza nessun progetto per la città; una città che si sarebbe dovuta trovare all’apice del suo prestigio, piena di opportunità, e che invece si è ritrovata ferma, immobile, debole in tutti i rapporti istituzionali.
Lo avevamo detto. E sì, possiamo permetterci di dire che glielo avevamo detto. Lo avevamo detto a Bennardi che non si fa politica e non si fa il sindaco in questo modo, dimenticandosi di difendere Matera, perchè nel frattempo non solo non hanno prodotto nulla di nuovo, ma hanno mandato all’aria anche quello che già c’era: la Casa delle tecnologie è un colossale fallimento, costato milioni di euro e sul quale indaga la guardia di finanza; lo sviluppo turistico è affidato alla buona volontà degli operatori; abbiamo perso la sede del Cnr; abbiamo perso la scuola di cinematografia; lavori pubblici assolutamente fermi, se non qualche progetto che aveva fatto partire la precedente Amministrazione; non sono stati capaci di terminare nemmeno un campetto di calcio come quello di La Martella; per non parlare dello stadio XXI Settembre-Franco Salerno, un progettino minimalista e lavori che non sono mai iniziati.
Hanno pensato di coprire il vuoto, l’incapacità, il nullismo, con i selfie davanti ai cestini della spazzatura.
È l’epilogo del tradimento a Cinque Stelle: tradimento dei valori, della lealtà, della fiducia che i materani avevano dato a Bennardi, e noi di Volt, siamo tra quelli che quattro anni fa ci avevano creduto.
Avevamo creduto nel rinnovamento della classe politica, nel cambiamento e nelle competenze. Lo avevamo detto che così non poteva funzionare.
Siamo quelli che quattro anni fa hanno vinto le elezioni, ma piuttosto che rinunciare agli impegni di cambiamento, di rinnovamento e di competenza presi con la città, abbiamo preferito rinunciare alle poltrone.
Rivendichiamo orgogliosamente quelle scelte, perché il tempo ci ha dato ragione dei sacrifici e anche dell’umiliazione di vedere alcuni eletti andare via in ragione di uno squallido scambio che era sotto gli occhi di tutti.
Continueremo a difendere Matera, come abbiamo fatto in questi anni.
Per amministrare Matera – città unesco, capitale europea della cultura, capoluogo di provincia – non basta il populismo, non è un gioco per sprovveduti dilettanti allo sbaraglio. Vogliamo costruire un progetto politico fondato su una visione, sulle competenze e su persone serie, che fanno politica non per avere, ma perché hanno un sogno: Matera, da grande.