La Cgil di Matera, con l’organizzazione delle Assemblee Territoriali nei comuni di Stigliano (21/11/2016), Policoro (23/11/2016), Pisticci – Marconia (28/11/2016) e Bernalda (30/11/2016), intende contribuire all’approfondimento delle problematiche legate al welfare, pensioni e referendum, portando a confronto con i cittadini le posizioni della CGIL su tematiche delicate che, se sottovalutate, possono modificare strutturalmente la rappresentanza e la democrazia in Italia, oltre che peggiorare le condizioni socio – economiche dei giovani, dei lavoratori e degli anziani.
Inoltre venerdì 25 novembre 2016 presso il Cinema Comunale si terrà un incontro pubblico con tavola rotonda dal titolo “Costituzione, lavoro, sud” che vedrà la partecipazione del Dirigente sindacale nazionale Danilo Barbi, il Segretario Generale regionale Angelo Summa, l’Onorevole Roberto Speranza, Ignazio Marino ed il giornalista Massimo Giannini. L’incontro è organizzato dalla CGIL Basilicata e di Matera.
Le Assemblee territoriali e l’incontro pubblico intendono correlare tra loro i seguenti importanti e delicati argomenti:
• LEGGE DI BILANCIO 2017 per l’assenza di una strategia adeguata a uscire dalla crisi, a ritrovare una crescita sostenuta, a ridurre le disuguaglianze e, soprattutto a ricercare occupazione giovanile, femminile e nel mezzogiorno;
• PENSIONI ed in particolare sul giudizio articolato nella definizione del Verbale di Sintesi del confronto sulle pensioni che distinguendo tra i primi risultati ottenuti sulla piattaforma CGIL, CISL, UIL e le scelte del Governo che nei fatti negano la flessibilità in uscita ed inseriscono “strumenti finanziari” nel sistema previdenziale;
• MODIFICA COSTITUZIONALE attraverso il Referendum che la Cgil valuta da un’occasione persa per introdurre quei necessari cambiamenti atti a semplificare e rafforzare le istituzioni e, contestualmente, giudica negativamente quanto disposto da tale modifica perché introduce, senza migliorare la governabilità né il processo democratico, un rischio evidente di concentrazione dei poteri e delle decisioni: dal Parlamento al Governo, dalle Regioni allo Stato centrale.
Nel rispetto del mandato dell’Assemblea Generale della Cgil Nazionale, ferma restando la libertà di posizioni individuali diverse di iscritti e dirigenti, trattandosi di questioni costituzionali, dopo questi mesi di discussione sul merito della riforma, la Cgil di Matera direttamente ed insieme alla Cgil di Basilicata sono impegnate sollecitare la partecipazione al voto ed a promuovere e favorire la posizione della Cgil nel merito della proposta di Riforma Costituzionale promossa dal Governo invitando a votare NO.
Eustachio Nicoletti, Segretario Generale Cgil Matera
REFERENDUM COSTITUZIONALE – LE RAGIONI DEL NO DELLA CGIL
Le ragioni della CGIL per votare NO al referendum costituzionale
• Non è la riforma della Costituzione che darà maggiore stabilità al Governo. La stabilità di un Governo dipende dalla solidità della maggioranza parlamentare che lo sostiene
• Il nuovo Senato, per composizione e funzioni, non sarà realmente rappresentativo di Regioni e autonomie locali e non avrà la possibilità di incidere realmente sulle leggi che riguardano i territori
• Il nuovo procedimento legislativo è più complesso e variabile di quello attuale: è prevista una pluralità di procedimenti a seconda delle diverse possibilità di intervento del Senato (per materia e fonte normativa) che porterà a maggiori incertezze e conflitti procedurali
• La riforma non allarga gli spazi di rappresentanza e non dà adeguate garanzie alle minoranze politiche. E tutto rimandato a modifiche dei regolamenti e leggi future, e alla legge elettorale
• C’è un’eccessiva centralizzazione delle competenze legislative e dei poteri decisionali (e se vince il “peggior nemico”?…), senza alcuna garanzia di uno spazio di autonomia legislativa per le Regioni
• Però lo Stato avrà la possibilità di dare maggiore autonomia alle Regioni “virtuose” con il rischio di creare Regioni di serieA e Regioni di serie B
• Non c’è una vera riduzione degli sprechi. Il risparmio è quantificabile, ad oggi, nella cancellazione delle indennità dei senatori (circa 40 milioni). Si potrebbe fare di più e meglio modificando i soli Regolamenti, ponendo vincoli e limiti a diarie e rimborsi, e riducendo gli emolumenti. Tutto ciò, come il tetto agli stipendi dei consiglieri regionali, si sarebbe potuto definire con legge ordinaria
• L’introduzione del “voto a data certa” per i provvedimenti proposti dal Governo, in assenza di limiti quantitativi e qualitativi, attribuisce all’esecutivo la possibilità di dettare l’agenda parlamentare, rompendo l’equilibrio tra poteri
• Lo Stato farà leggi su materie che ricadono sulla vita delle comunità locali, dalla sanità all’uso del territorio, senza che le Regioni possano opporsi
• Non sarà più necessaria una larga maggioranza per eleggere il Presidente della Repubblica
• La legge elettorale, voluta dallo stesso Governo che ha proposto le modifiche costituzionali e che, per giunta, ha posto la questione di fiducia per ottenerne l’approvazione, non è oggetto del referendum, ma con questa riforma, attribuirebbe ad un solo partito, anche se poco rappresentativo dell’elettorato, un potere eccessivo sulle istituzioni del Paese