“Il Ministro per il Sud Lezzi non solo definisce “lacunosa” la documentazione per la ZES interregionale Jonica contenuta nella proposta e nelle delibere di attuazione approvate dalle Regioni Puglia e Basilicata, ma ne smonta quasi completamente la proposta strategica. E’ necessario a questo punto un’informativa dettagliata da parte della Giunta Regionale e dell’assessore Cifarelli per capire come stanno realmente le cose e cosa si itende fare per sbloccare la situazionepirandelliana”. E’ il commento del consigliere Paolo Castelluccio per il quale “alcuni dei rilievi mossi dal Ministro tra cui la disomogeneità tra i piani proposti dalle due Regioni, persino sulla perimetrazione delle aree, sono gli stessi che ho più volte segnalato mettendo in guardia giunta ed assessore come per la scarsa definizione delle semplificazioni amministrative proposte e delle modalità di cooperazione interregionale”.
Per Castelluccio “il richiamo del Ministro ai due Governi Regionali e agli apparati tecnico-burocratici suonano come bocciatura al loro operato persino nella predisposizione di atti e documenti. Persino la macata indicazione dei nomi dei rappresentanti delle Regioni Puglia e Basilicata nel comitato di indirizzo delle ZES non ammette attenuanti di responsabilità.
Nel ricordare che “la Zona economica speciale Jonica si estenderà per un totale di 2811 ettari, di cui 1750 per la Puglia (area tarantina) e 1061 per la Basilicata, un’area estesa che partirà da Melfi verso Taranto allungandosi a Grottaglie, Martina Franca e Castellaneta fino ad arrivare al centro intermodale di Francavilla Fontana”, Castelluccio evidenzia che “tra le priorità nelle risposte da dare alla Lezzi che sostiene che non si può accogliere la richiesta di riduzione del costo delle accise sull’energia in quanto in contrasto con le direttive europee recepite dalla legislazione italiana bisogna replicare su questo punto fondaentale per attrarre nuovi investimenti e soprattutto darsi un metodo di programmazione, altrimenti ogni proposito di industrializzazione e nuova occupazione risulterà vanificato.
“Le opportunità di sviluppo – prosegue Castelluccio – devono riguardare, a mio parere, i comparti agro – alimentare del Metapontino e manufatturiero in generale, con attenzione particolare alle piccole e medie imprese e del settore artigiano. Dubito che sia sufficiente disegnare su una carta geografica i confini allargati della Zes per determinare, attraverso la matita magica, tutte quelle condizioni di crescita imprenditoriale, occupazionale, di esportazioni che sinora, senza la Zes, sono mancate. Una zona di vantaggio per le imprese deve essere tale in tutti i suoi aspetti, conservando caratteristiche di omogeneità territoriale e dando risposte efficaci ed efficienti alle esigenze delle piccole e medie imprese a partire dal ‘nodo viabilità’ ed infrastrutture. È evidente che su questi temi così delicati non c’è più alcuna autorevolezza per il confronto con Puglia e Ministero”.
Per Castelluccio “la questione va inserita nella strategia più complessiva Matera 2019 che prevede oltre alla deroga di alcuni vincoli che impediscono i necessari investimenti nella città anche il finanziamento di progetti strategici per innalzare i livelli di accoglienza, di qualità della vita, di sostenibilità urbana e di coesione sociale, perché Matera diventi realmente città europea. Oltre alle infrastrutture materiali necessarie e a quelle immateriali obbligatorie devono trovare adeguata copertura finanziaria i provvedimenti legati al rifinanziamento della Legge 771 sui Sassi, alla realizzazione dei parchi tematici della perennità della storia dell’uomo (dalla selce al silicio), all’attrattività delle aree produttive con il loro riconoscimento di zone economiche speciali beneficiarie della fiscalità di vantaggio per investimenti di alta tecnologia e a presidi di creatività culturale affidati alle Officine del suono, della parola, del movimento, del segno, dell’immagine.