Con il via libera definitivo da parte della Governo regionale al Piano Strategico per la Zona Economica Speciale Interregionale Ionica si completa l’iter politico e amministrativo che si è sviluppato per diversi mesi e che ha visto un intenso e approfondito confronto tra le due Amministrazioni regionali coinvolte (Puglia e Basilicata) e l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, con una intensa attività di concertazione con tutte le parti interessate – a partire dalle Organizzazioni datoriali e sindacali, e dalle Amministrazioni locali – che ha consentito di individuare con precisione, in modo coerente e condiviso, le potenzialità e l’attrattività delle singole aree ricomprese nella ZES e le relative priorità di sviluppo.
Ora, con la trasmissione a Roma della delibera approvata da Puglia e Basilicata si attende il provvedimento finale del Governo centrale. In proposito riceviamo e pubblichiamo la lettera dell’Associazione Zes Lucana al governatore regionale Vito Bardi.
Presidente Bardi,
lunedì lei presenterà la squadra che governerà la Regione Basilicata per i prossimi cinque anni e per molti lucani con la sua elezionela Basilicata è risorta ancora una volta.
Il 19 marzo scorso abbiamo avuto il piacere di ospitarla presso la nostra sede a Matera e lì le abbiamo strappato la promessa di riconsiderare le politiche industriali che l’Associazione ZES Lucana sta portando avanti a fatica da due anni, ma che spera di avere un dialogo fattivo con il nuovo governo regionale, caricandoci insieme di responsabilità.
La storia industriale della Basilicata è riconducibile alla più generale vicenda industriale che ha interessato il Mezzogiorno e la nostra terra, sia pure in modo diverso rispetto alla vicina Puglia e alla Campania, ha vissuto una straordinaria trasformazione economica e sociale che le consentì di uscire da una condizione di sottosviluppo e marginalizzazione con un celere processo di industrializzazione che da Tito raggiunse Potenza e poi Ferrandina per arrestarsi a Pisticci, proprio la dorsale che oggi rientra nella Zona Economica Speciale. La Basilicata daregione agricola divenne nel secolo scorso un caso di studio di ingegneria economica, con una rivoluzione che più che industriale fu definita antropologica.
Non voglio ripercorrere una storia nostalgica, ma il passato è la porta del presente che ci permette di affacciarci al futuro. Quel che è stato ci permette di riconsiderare, secondo una nuova prospettiva, un nuovo modello di sviluppo industriale e socio-economico della nostra regione che non può prescindere dall’essere zona economica speciale e retroporto di Taranto, per ridare speranze di riscatto e scrivere nuove politiche di sviluppo per un nuovo processo di modernizzazione industriale che sta interessando il Mezzogiorno e la Basilicata non può restarne fuori.
La ZES non può restare “l’incompiuta” e lei Presidente Bardi deve dare la giusta scossa per indurre la sua Giunta ad una profonda e coraggiosa revisione degli strumenti di politica economica ed industriale sin qui attuati per dare compiutezza al disegno industriale di Enrico Mattei, per citare una persona illustre che ha creduto nella Basilicata, pur non essendo lucano.
Anche se non si può vivere di sogni, la ZES non è più una “vision” ma una realtà che va cavalcata al galoppo e la Basilicata è già in ritardo se solo guardiamo all’orto del vicino, Campania e Calabria. Matera 2019 è ormai una realtà e da qui può ripartire il rilancio di un’intera regione, oggi che la geografia economica mondiale è cambiata e il Mediterraneo è tornato ad essere una rotta commerciale obbligata tra Asia, Europa e America. Ecco che Taranto è il porto naturale per intercettare le merci e l’area ZES lucana come suo retroporto deve sfruttare questa occasione di sviluppo industriale e porre la Basilicata come nuova frontiera del Sud Italia con opportuni investimenti infrastrutturali e industriali, che ci permettano di svolgere un ruolo importante nel Mare Nostrum.
L’Associazione ZES LUCANA confida nella sua professionalità,affinché anche la sua nascitura squadra di governo regionale dia vita ad una nuova stagione di politica regionale che sappia fare tesoro degli “errori” del passato e dia alla Basilicata la giusta spinta per una nuova crescita socio-economica. Le opportunità di sviluppo che ci consegnala normativa sulla Zona Economica Speciale non devono essere l’ennesima occasione mancata, ma occorre lavorare perunanuova strategia di programmazione delle misure e degli interventi ivi previsti.
Buon lavoro Presidente!
Pierluigi Diso – Coordinatore Associazione Zes Lucana Taranto-Basilicata
Nella foto Pierluigi Diso e Vito Bardi
E…finalmente emergono le priorità del Piano strategico per lo sviluppo della ZES Taranto-Matera.
La lettera dell’Associazione ZES lucana al Presidente Bardi ripercorre il passato che,ora, ritorna più forte che mai alla luce delle rotte commerciali dal Sud/Est asiatico indirizzate in Europa e che vedono, nel porto di Taranto, il naturale primo porto italiano e non Genova e Trieste.
La lettera riporta alla necessità di una “profonda e coraggiosa revisione degli strumenti di politica economica ed industriale sin qui attuati per dare compiutezza al disegno industriale di Enrico Mattei ” e quindi, senza indugi, procedere alle infrastrutture necessarie:
1) l’adeguamento della Pista Mattei che consenta di poter assolvere, nella sua posizione baricentrica tra Potenza e Matera, alla funzione di servizio regionale, alla funzione di servizio turistico per l’area del metapontino e della città di Matera, alla funzione del traffico correlato al retroporto di Taranto allocato nella piana Pisticci-Ferrandina ed anche ad alcuni traffici commerciali di prodotti agricoli del metapontino diretti in Nord-Italia ed anche in Europa;
2) un fermo e decisivo intervento sul completamento della tratta ferroviaria Ferrandina-Matera e sul suo prolungamento sulla ferrovia per il collegamento con Gravina di Puglia ed il Parco della Alta Murgia per collegarsi con Cerignola-Foggia. Questo intervento consente di realizzare di fatto il tracciato ferroviario di “Alta Capacità” essenziale alla movimentazione del traffico di containers in arrivo dal Sud/Est asiatico e di “appennellare” i diversi porti sull’Adriatico, da Ravenna a Brindisi e sullo Ionio, da Taranto, Crotone ed Augusta.
Questi due interventi sono prioritari e propedeutici ed essenziali per una ZES che voglia essere non un carrozzone goffo e, da subito, intasato, costretto a veicolare i containes su strade inadeguate con non certi ed inaspettati incidenti e sicuramente indesiderate perdite di vite umane.