Zona Franca Doganale estesa al Centro Intermodale di Ferrandina, associazione “Matera Ferrovia Nazionale”: “Rilancio passa da investimenti e infrastrutture”. Di seguito la nota integrale.
L’estensione al Centro Intermodale di Ferrandina della Zona Franca Doganale, istituita di recente nel porto di Taranto, costituisce una importante occasione per le imprese e per il rilancio socio-economico del Materano e dell’intera Basilicata. Questioni che riguardano anche le Zone Economiche Speciali (a partire dalla Zes interregionale jonica-lucana) sulle quali bisogna accelerare i tempi per la completa attuazione. In tal senso una significativa sollecitazione è venuta dal Comune di Ferrandina, che è interessato all’evolversi delle cose in sintonia con le associazioni imprenditoriali e le forze sociali. Si è consapevoli, infatti, che non c’è più tempo da perdere se si vogliono cogliere le imperdibili risorse europee per dare a Matera e al resto della regione risposte adeguate alla crisi occupazionale in atto, all’emigrazione e allo spopolamento delle aree interne. Situazioni critiche delle quali la politica e il mondo delle imprese devono farsi carico perché ci sono gli strumenti adatti per affrontarle. Il reale cambiamento deve iniziare da progetti e rinnovate sinergie per superare, con un lavoro di squadra, innanzitutto i ben noti ritardi, come il penalizzante isolamento stradale e ferroviario di Matera e della regione al fine di garantire una migliore accessibilità e attrattività dei luoghi. Quindi, bisogna puntare a investimenti nazionali e comunitari riservati alla sostenibilità e alla coesione sociale per creare quelle “infrastrutture di sviluppo” indispensabili per valorizzare potenzialità e vocazioni utili per la ripartenza dopo il Covid 19.
La vetrina internazionale del 2019 è ormai alle spalle, mentre nella Città dei Sassi sono in molti a chiedersi quale sarà il futuro delle imprese e delle nuove generazioni senza le auspicate attenzioni per rafforzare produzioni, esportazioni e formazione professionale.
Costruttivo e promettente si è rivelato un recente incontro su questi temi durante il quale si sono confrontati esponenti di Confapi-Matera, Coldiretti, Cna, Confartigianato, Confindustria, Copagri e Associazione Matera Ferrovia Nazionale. Nell’occasione è stata ribadita la necessità di una decisa svolta per superare le difficoltà attuali e, negli anni, evitare la desertificazione turistica e imprenditoriale di Matera. Città che comunque deve recuperare il suo ruolo istituzionale (e per questo trainante) di capoluogo di Provincia. Matera deve dialogare e confrontarsi con il proprio territorio e con il resto della Basilicata: dal Metapontino alle aziende della Valbasento, La Martella e Jesce, alle aree interne sempre più abbandonate e sempre più problematiche.
Serve, dunque, una nuova visione di sviluppo e un nuovo protagonismo, che richiedono il sostegno del sistema bancario e delle istituzioni, insieme a una programmazione articolata tra i diversi settori produttivi e più attenta ai reali fabbisogni dell’imprenditoria e della comunità. Si deve esaltare la competitività e le peculiarità di aziende e botteghe che in vari contesti si sono fatte apprezzare e che adesso intendono riaffermare la loro presenza sui mercati nazionali ed esteri. Interventi da realizzare con il Recovery Fund, le nuove tecnologie, una migliore rete stradale, l’import/export e un moderno ed efficiente sistema dei trasporti e della mobilità.
Matera, esclusiva città d’arte, non può essere privata del respiro internazionale conquistato e per questo non può essere oltremodo penalizzata nei collegamenti con il resto d’Italia e con l’Europa. Deve quindi “adattarsi” al dinamismo della contemporaneità e della globalizzazione, che ovunque premia le realtà più funzionali e organizzate. In tale ambito e difronte a queste problematiche, le Ferrovie dello Stato a Matera rappresentano un traguardo irrinunciabile anche per aprire nuovi cantieri, per privilegiare le relazioni industriali con il porto di Taranto e per creare nuovi posti di lavoro. Conquiste che con le FS possono diventare durature attraverso l’indotto: manutenzioni ordinarie, pulizie, ristorazione, servizi commerciali e tecnologici, personale viaggiante e addetti alle linee ferrate. La sfida per la crescita e la modernizzazione del territorio inizia da qui.