Il consigliere comunale del PD Giovanni Scarola in una nota torna ad occuparsi della Zona Franca Urbana, realtà oggi non solo sulla carta, dal 2016 operativa con 3 miloni di euro destinati alla defiscalizzazione.
Dopo un lungo percorso partito nel 2009, anno della delibera Cipe di istituzione delle 22 zone franche urbane, nella città di Matera è stata riconosciuta un’area, pari al 30% della superficie comunale ma in cui sono localizzate l’80% delle attività economiche, oggetto di defiscalizzazione. Le Zone Franche si riferiscono ad una zona geografica ben definita, nella quale le aziende esistenti e di nuova istituzione, che rispettano determinate caratteristiche, possono usufruire di notevoli agevolazioni in termini di tassazione dei redditi e di tassazione del costo del lavoro, con la finalità di sensibilizzare lo sviluppo locale, incentivando le assunzioni a tempo indeterminato e dando un po’ di ossigeno a zone molto depresse. Le zone furono individuate, come già indicato, dal CIPE (il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), sulla base di alcuni parametri quali l’estensione, il numero di imprese, il tasso medio di occupazione, il tasso di disoccupazione giovanile e molti altri. L’area franca urbana Matera, occorre ricordare, comprende la parte più sostanziale del tessuto produttivo della Città di Matera: l’area industriale di Serritello la Valle, i quartieri di Serra Rifusa, san Giacomo, via Gravina fino ai due Paip, il Borgo e l’Area Industriale la Martella. Le agevolazioni si sostanziano in esenzione dalla tassazione del reddito per i primi 5 anni, esenzione dal versamento contributivo per i primi 5 anni per gli assunti a tempo indeterminato e esenzione dall’IMU. Dopo un’iter durato 5 anni finalmente nel 2014 il Ministero emanò gli avvisi per il finanziamento escludendo però le città situate in regioni fuori obiettivo convergenza. Matera fu quindi esclusa. Inizio quindi un serrato confronto con il Ministero dello Sviluppo economico, coordinato anche dall’Anci , con cui ad ottobre 2014 finalmente, con la legge 89/2014, le città escluse dall’avviso 2014 sono state riammesse alla possibilità di finanziamento delle loro aree franche grazie allo stanziamento previsto nel D.L.66/2014. Oggi viene premiato un duro lavoro svolto nel corso nel 2014 che ha trovato anche nella legge di Stabilità 2016 accolta l’ulteriore richiesta con cui si chiedeva con le risorse del D.L. 66/2014 il finanziamento delle sole aree franche escluse dall’avviso 2014. Ed oggi infatti con il comma 603 dell’art.1 della legge n.208 del 28 dicembre 2015 ( stabilità 2016) :
603. Fermo restando quanto previsto dagli articoli 12 e 13-bis del decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2015, n. 125, le risorse disponibili sull’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 22-bis del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, sono destinate al finanziamento delle agevolazioni nelle sole zone franche urbane individuate dalla delibera CIPE n. 14/2009 dell’8 maggio 2009 ricadenti nelle regioni non comprese nell’obiettivo «Convergenza».
Pur se nell’allegata tabella E della stessa stabilità le risorse sono state ridotte da 50 a 35 milioni di euro, di cui 5 milioni per l’area franca Sardegna, sono disponibili per il 2016 per le 10 città escluse dal bando 2014 30 milioni e quindi 3.000.000 di euro per la sola città di Matera.
Aspettiamo quindi l’avviso ministeriale che da fonti Anci potrebbe essere emanato già a luglio 2016.
Nell’attesa occorre riavviare il dialogo interrotto con la Regione Basilicata e con l’assessore Liberali già protagonista di un convegno sul tema a marzo 2015 nella città di Matera. Ricordo ancora che l’art. 22 bis del DL 66/2014 prevede che le regioni interessate possono destinare, a integrazione delle risorse di cui al comma 1, proprie risorse per il finanziamento delle agevolazioni di cui al presente articolo.
A questo proposito è di ieri la sollecitazione della Confapi Matera, associazione che da sempre è stata sensibile e combattiva sul tema, alla Regione Basilicata al fine di drenare risorse, con la stabilità regionale, sul paniere della defiscalizzazione.
IL SINDACO SULLE ZONE FRANCHE URBANE. “SERVE UN’ECONOMIA CAPACE DI DURARE NEL TEMPO”
Rispondendo agli interventi sul futuro delle Zone Franche Urbane, tema proposto innanzitutto dal presidente della Confapi di Matera, il sindaco Raffaello de Ruggieri esprime apprezzamento per la riproposizione del tema centrale legato alla necessità di coinvolgere in fiscalità di vantaggio le aree produttive del territorio materano.
“L’impegno dell’attuale governo cittadino – spiega – è infatti orientato soprattutto nella necessità di stimolare nuova imprenditoria e di consolidare i soggetti imprenditoriali presenti. Ho, a più riprese, chiarito che noi potremo costruire per il 2019 una città ‘bella’, ricca di qualità urbana e sociale, ma se non creiamo una economia locale capace di mantenere nel tempo la qualità attraente di Matera, questa sarà inevitabilmente condannata ad un lento declino.
Per questo – prosegue – tra gli obiettivi prioritari emerge l’obbligo di programmare, progettare e realizzare un piano di sviluppo territoriale in grado di tradurre le vocazioni e le opportunità del territorio nei relativi per gestire crescita, sviluppo e occupazione.
In questa ottica, va anche affermata la necessità di tradurre le arre industriali in Zone di economia speciale, quali moderni attrattori di investimenti specializzati in ricerca, innovazione e nuova tecnologia.
Su questo binari – conclude il sindaco – va inserita quindi la riflessione sulle Zone Franche urbane che vanno anch’esse pretese, attualizzate e realizzate”.