Pedicini attacca il governo-Adduce sul regolamento urbanistico: “Oltre 21 anni per un misero strumento”
E’ singolare il modo con cui si concepisce l’urbanistica a Matera, questo va detto subito, alla vigilia dell’adozione del nuovo regolamento urbanistico. Oltre 20 anni di attese per trovarsi di fronte ad un misero strumento che più di tanto non è. Nella realtà si deroga al piano casa lo sviluppo di questa città. Che fine hanno fatto tutte quelle osservazioni che i cittadini avevano prodotto nella precedente amministrazione? Comincia così il nuovo “attacco” al governo di centro-sinistra materano del consigliere comunale del PDL Adriano Pedicini
Tante sedute di commissioni e valutazioni trasmesse all’urbanista perché modificasse il piano regolatore e poi un nulla di fatto, in verità siamo tornati indietro di 10 anni. La logica alla quale le cose si ispirano sono sempre le solite: gli interessi economici. Osservate come le cose sono mutate nel tempo: si costruivano quartieri, da Villa Longo a serra rifusa o San Giacomo e li si dotava delle ubanizzazioni primarie ancor prima di essere abitati, utenze, strade, illuminazioni, marciapiedi, in molti casi anche aiuole e giardini, insomma si creavano le condizioni per una serena armonia e soddisfazione. Erano anche i tempi in cui il “caro mattone” costava, ma ci si conteneva nelle esagerazioni. Del resto era pur vero che intorno non ti trovavi acquitrini, fango o cantieri perenni e tutto sommato veicolavano la vita sociale. Vero è invece, che oggi accade esattamente l’opposto, i quartieri nascono e le opere di urbanizzazione non vengono fatte. No, non si tratta di ritardi, non vengono proprio realizzate. Diciamolo francamente se dovesse sorgere un centro di quartiere con strade asfaltate, marciapiedi, illuminazione, aiuole, ecc, avremmo un attimo di disorientamento per l’essere convinti di aver sbagliato città. Non c’è quartiere da più di venti anni a questa parte che sia dotato completamente di infrastrutture; qualche parvenza a macchia di leopardo che contraddistingue maggiormente le diversità, ma nulla di più. Di via La Martella si è tanto parlato, un ingresso a Matera che non pensiamo a soluzioni a breve termine, del resto più il tempo passa e più l’opera incompiuta rimane per definizione tale. Ma quello che maggiormente rappresenta il top del disastro urbanistico per eccellenza; l’oscar dell’inefficacia e del massimo profitto per i “palazzinari”, sono quei quartieri che partono da via Gravina: da rione Acquarium e così procedendo verso la collina di Serra Rifusa, con i nuovi Rioni, Giada ed Arco, al centro ci inseriamo il complesso alberghiero “condonato” di via Nino Rota che merita una citazione. E’ indescrivibile quello che queste zone ritraggono, è difficile scrivere parole che possano far comprendere quello che è la reale condizione di queste zone. Si tratta di una superficie densamente popolata, luogo privilegiato dall’economia residenziale, luogo di espansione, ma che rappresenta allo stato attuale sostanzialmente quello che potremmo definire un quartiere dormitorio, dimenticato dai servizi e lasciato nell’abbandono. Si perché devi recarti a casa solo per dormine non puoi fare altro, in più parti non ci sono né strade, né marciapiedi, i locali commerciali sorti con tante speranze devono fare i conti con un traffico di auto insostenibile perché a piedi non puoi andare, ognuno per se si è attrezzato al meglio per gestire autonomamente il suo ingresso, c’è addirittura chi i mattoni sul marciapiede se li è messi da se. Si assiste all’inverosimile allorchè le copiose e frequenti piogge si abbattono sulla città, a quel punto tutto si trasforma ed ogni cosa che prima facevi con difficoltà, non puoi più farla, devi fermarti. In questo scenario difficile dal modificarlo in qualche anno, considerando l’ampiezza dei quartieri, si è inermi non sai più a chi rivolgerti, nessuno presta più ascolto. Parcheggi caotici ed introvabili, strade che definirle tali appare azzardato: strette, senza asfalto, piene di buche ed erbacce, il tutto aggravato dal fatto che ovviamente non devi pensare minimamente che ci possa essere la pulizia delle strade o il corretto svuotamento dei bidoni della spazzatura. Oltre ai rifiuti e sporcizia diffusa, l’erba cresce ovunque e partecipa allo scadimento. Quello che non si comprende è come imprese o Amministrazione Comunale, incaricati o controllori delle opere di urbanizzazione, a distanza di anni considerino tali aspetti secondari, certo vi è qualcosa di più pressante, di urgente, ma si assiste alla mancanza del riscontro Amministrativo che permette tutto ciò, ci lascia attoniti ed impotenti, poco speranzosi della risoluzione delle cose. In tutto questo si innesta il nuovo regolamento urbanistico che era la speranza, il cambiamento ed invece: nulla. La città non cambia rimane ristretta nella sua pochezza, il cittadino e la qualità della sua vita non considerata, per piazza della visitazione ed il suo concorso internazionale men che meno. Vien da chiederci se oltre ai fruitori delle esose parcelle per il lavoro di tanti anni vi siano altri beneficiari, ma questo, lo vedremo e lo capiremo nel tempo.
Adriano Pedicini consigliere comunale del PDL
Presentato il nuovo regolamento urbanistico nella sala Levi di Palazzo Lanfranchi
Una data storica per l’urbanistica della città di Matera quella di sabato 12 febbraio 2011. Dopo circa 22 anni si chiude il percorso avviato con il professore Gianlugi Nigro, professore ordinario di Urbanistica presso la facoltà di Architettura “Ludovico Quaroni” all’Università “La Sapienza” di Roma e ed esperto incaricato dall’amministrazione comunale dell’epoca di redigere il nuovo regolamento urbanistico nella città di Matera. Un percorso che nel corso di questi anni ha dovuto fare i conti con le pressioni di alcune lobby che in città hanno purtroppo condizionato le scelte degli amministratori creando dei “mostri urbanistici” in diverse zone della città, dal centro direzionale ad Aquarium sino a Giada, con i rischi di natura geologica presenti in parte della collina di Serra Rifusa. Oggi con il regolamento urbanistico si prova a definire una volta per tutte i paletti che dovranno garantire la costruzione di nuovi immobili in città, sempre che questa esigenza sia confortata da una reale necessità di trovare un nuovo alloggio.
In realtà le giovani coppie in questi anni hanno dovuto fare i conti con una speculazione edilizia che ha visto schizzare alle stelle i prezzi delle abitazioni (nuove e usate). Un dato paradossale se si tiene conto che nello stesso periodo Matera è stata messa in ginocchio da una crisi che ha colpito in particolare il settore del mobile imbottito ma che inevitabilmente ha compromesso la stabilità di altri settori produttivi, a causa del naturale effetto domino provocato dalla perdita di posti di lavoro e quindi da una limitata disponibilità finanziaria delle famiglie che possono contare su un solo stipendio.
Con la presentazione del nuovo regolamento urbanistico si attende adesso un “cambio di passo” per dare una speranza ai giovani che “sognano” una casa per poter avviare una nuova famiglia.
Al tavolo della sala Levi di Palazzo Lanfranchi erano presenti il sindaco di Matera Salvatore Adduce, l’assessore all’urbanistica Piero Mazzei che ha introdotto la relazione sul nuovo regolamento urbanistico e il professore Gianluigi Nigro, che ha illustrato attraverso le slide tutte le scelte frutto di una serie di discussioni che hanno coinvolto naturalmente gli amministratori dell’attuale governo cittadino.
In estrema sintesi il nuovo regolamento urbanistico si può riassumere in quattro punti: il testo redatto dal professore Nigro conferma il perimetro dell’area in cui si potranno presentare nuovi permessi a costruire alloggi di edilizia privata o legati a progetti di housing sociale. In proposito è prevista la costruzione entro i prossimi sei anni di 1800 alloggi, di cui il 60% composto da immobili costruiti dall’imprenditoria che opera in edilizia e il 40% da progetti che saranno presentati sempre dai privati ma d’intesa con l’amministrazione per realizzare alloggi di edilizia sociale. Il regolamento urbanistico fa si che la quantità degli standard abitativi (verde, parcheggi) passerà dagli attuali 19,6 a 26,81 e contiene l’aumento del carico urbanistico rispetto alla previsione del 1999 al 6%. Il professore Nigro ha previsto anche il rispetto dei criteri di perquazione e compensazione in modo da tutelare le aree di interesse storico-artistico. In pratica, per esempio se un costruttore intende costruire nei pressi del Castello Tramontano non potrà farlo ma avrà la possibilità di costruire al di fuori dell’area inserita dall’attuale regolamento urbanistico. Il nuovo regolamento urbanistico è una bella sfida ma evidentemente non basterà solo questo documento per decidere il destino della città nei prossimi venti anni. Per determinare le nuove scelte in materia urbanistica bisognerà attendere l’approvazione del piano strutturale, al quale sta lavorando l’amministrazione in carica. In attesa di verificare se le giovani coppie potranno ottenere una casa a prezzi ragionevoli nei prossimi mesi non resta che attendere gli sviluppi sul piano pratico del nuovo regolamento urbanistico, con la certezza che i prezzi delle case sono determinati dal mercato e in questo momento il mercato delle case è praticamente bloccato dalle cifre astronomiche richieste dai legittimi proprietari. In proposito si è diffusa la voce che a Matera ci siano più alloggi che abitanti e di conseguenza non sia giusto autorizzare la costruzione di nuove abitazioni. Ma in proposito il capo di gabinetto Roberto Cifareli ha precisato che questa convinzione è smentita dai dati incrociati del catasto con quelli della Tarsu, la tassa pagata sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. A Matera ci sono 28 mila immobili censiti, di cui 22 mila utilizzati da 20 mila famiglie. Facile quindi calcolare che la percentuale di alloggi vuoti presenti a Matera raggiunge il 10%, valore fisiologico in linea con i dati nazionali.” Oltre al regolamento urbanistico, che favorirà la costruzione di altri 1800 abitazioni occorre ricordare che a breve sarà approvato il nuovo piano casa della Regione Basilicata, che recepisce le direttive del governo Berlusconi. In proposito qualcuno ha ipotizzato che saranno costruiti grazie a questo provvedimento che favorisce l’housing sociale altri 800 alloggi ma in proposito Roberto Cifareli ha garantito con è stata fatta ancora una stima precisa delle abitazioni che saranno costruite. “In ogni caso – ha concluso il capo di gabinetto del Comune di Matera – le decisioni del Piano Casa rientrano nelle scelte che faranno parte del nuovo piano strutturale che sarà approvato”.
Michele Capolupo
Adduce: le scelte urbanistiche per Matera capitale europea della cultura 2019
“L’indirizzo fornito a luglio 2010 dalla nuova amministrazione con l’Assessore Pierfrancesco Pellecchia era molto chiaro: un Regolamento Urbanistico che contenesse le previsioni all’interno del perimetro urbano senza nuove espansioni, senza aumento di volumi, che recuperasse aree per il verde, i parcheggi e le funzioni pubbliche (standard) attraverso lo strumento previsto dalla legge che è la perequazione fondiaria. E cioè la possibilità di acquisire a vantaggio dell’interesse pubblico aree in cambio di premialità per i privati in zone diverse della città. Il prof. Nigro, progettista del RU ha svolto esattamente questo incarico presentandolo stamattina e motivando le scelte sulla base di tale indirizzo.
Il caso ha voluto che nello stesso giorno a Roma, il 23 dicembre 2010, insieme all’Assessore Piero Mazzei abbiamo firmato dopo 16 anni l’Accordo di Programma per La Martella e subito dopo il prof. Nigro, presso il suo studio, ci ha consegnato il Regolamento Urbanistico . Sta qui la nostra idea di città: riconnettere i fili di un percorso lungo 60 anni, per esempio recuperando il progetto di riqualificazione del Borgo La Martella, lavorare per valorizzare quello che di meglio la storia ci ha lasciato nel mentre disegniamo la città del futuro, a cominciare dalla discussione già aperta, ma anche questa altrettanto antica, sul destino di piazza Matteotti e della Visitazione per connettere in modo adeguato e corretto il centro antico, i Sassi e Piazza Vittorio Veneto, con la città moderna del piano.
Questo regolamento, conseguenza logica del lavoro di oltre vent’anni di pianificazione, rappresenta la sintesi dei tanti contributi apportati da amministrazioni diverse, anche sul piano politico: da Acito a Manfredi, a Minieri, a Porcari, a Buccico, fino a noi”.
Per questa ragione questa amministrazione – ha aggiunto Adduce – ha deciso di far scorrere rapidamente i titoli di coda di una discussione durata troppo a lungo per aprire simultaneamente una nuova fase, puntualmente da noi avviata insieme al prof. Properzi, che ci porterà alla discussione sul Piano Strutturale per definire, insieme, le nuove direttrici di sviluppo.
Questo è lo spirito che ci sta guidando, senza alcun condizionamento esterno e senza alcun pregiudizio per alcuno, tanto che persino in merito al Piano Casa, che pensiamo possa essere uno strumento per condividere proposte e avviare una negoziazione tra pubblico e privato per riqualificare parti importanti di città, riteniamo che se non vi sono le condizioni per rispettare il dettato legislativo non se ne farà nulla. Tutto il percorso è delineato nel programma di governo dell’amministrazione e si ritrova in buona sostanza nel progetto di Regolamento Urbanistico. In primavera contiamo di pervenire all’adozione del nuovo strumento da parte del Consiglio Comunale; nel frattempo proseguiremo la discussione sul documento preliminare del Piano Strutturale. Tutto quello che stiamo facendo rientra perfettamente nel quadro di preparazione del dossier per la candidatura di Matera a capitale europea della cultura del 2019 con l’auspicio che si possa aprire una pagina nuova per la città, più rispettosa della nostra storia e con uno sguardo tutto rivolto al futuro per consegnare ai nostri figli una città migliore con il contributo di tutti”.
La fotogallery sulla presentazione del regolamento urbanistico 2011
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